Città energivore, fonti di inquinamento e salute umana

Di Alessandro Campiotti

Nuovi criteri di pianificazione urbana, riduzione degli sprechi e una corretta informazione sono tra le principali soluzioni per gestire il problema dell’inquinamento atmosferico e acustico nei centri urbani.

Corridoio vegetale nel centro della città di Siviglia (Spagna)
Foto di Alessandro Campiotti


Nell’attuale panorama europeo e mondiale, i processi di urbanizzazione sono in continua crescita, e si stima che nei prossimi anni oltre il 70% dei cittadini dell’UE vivrà nelle aree urbane, che, sebbene rappresentino appena il 4% della superficie, sono luoghi estremamente energivori, responsabili di oltre il 60% della produzione di gas climalteranti. Questi, oltre a condizionare i fenomeni climatici e atmosferici, determinano un sostanziale peggioramento della qualità dell’aria, che a sua volta incide negativamente sulla salute delle persone, causando ogni anno oltre 250.000 decessi prematuri in UE, di cui circa 60.000 in Italia. A questo proposito, la comunità scientifica mondiale concorda sul fatto che un’esposizione prolungata nel tempo ad elevate concentrazioni di inquinanti atmosferici – quali particolato, biossido di azoto e ozono – può essere correlata all’insorgenza di malattie respiratorie, cardiovascolari e tumorali sui soggetti più vulnerabili.
Una recente relazione della Corte dei Conti europea, dal titolo Inquinamento urbano nell’UE – Le città hanno aria più pulita, ma sono ancora troppo rumorose, afferma che l’inquinamento dell’aria non è il solo parametro che le città dovrebbero tenere sotto controllo, e pone l’attenzione anche su altre fonti inquinanti, quali il rumore e la luce. L’inquinamento acustico, in particolare, viene generato dall’insieme dei rumori ambientali prodotti dalle attività antropiche, primo tra tutti il traffico stradale, e può avere implicazioni negative sulla salute umana, causando disturbi del sonno, fastidio cronico e malattie cardiache. Allo stesso tempo, va ricordato che il mix di rumori nocivi può disturbare anche la biodiversità urbana, specialmente l’avifauna (insieme delle specie di uccelli), i cui esemplari possono avvertire una forte riduzione delle capacità sensoriali.

Negli ultimi decenni, lo sviluppo di nuove tecnologie e l’inasprimento delle norme europee in materia di inquinamento atmosferico nelle città, hanno determinato un sostanziale miglioramento della qualità dell’aria, che ha portato ad un rilevante contenimento dei decessi, ridotti del 41% in circa quindici anni: dai 430.000 del 2005 ai 250.000 del 2021. Per tali ragioni, l’UE ha destinato agli obiettivi in materia di riduzione dell’inquinamento atmosferico 46 miliardi di euro nella programmazione 2014-2020 e ben 185 miliardi nell’attuale programmazione 2021-2027. A questo proposito, per tenere sotto controllo la concentrazione dei principali inquinanti aerei, sono stati definiti dei valori soglia da non superare, e dei valori obiettivo da raggiungere, che i diversi stati devono monitorare costantemente, mentre è stata incentivata la realizzazione di mappe acustiche per la valutazione dei rumori ambientali nei centri urbani con più di 100.000 abitanti. La relazione della Corte, inoltre, sottolinea la necessità di un’azione sinergica da parte dei 27 stati UE, in quanto l’inquinamento atmosferico non rispetta i confini nazionali o regionali, ma ha un carattere transfrontaliero, e può essere soggetto a lunghi spostamenti se veicolato da forti correnti d’aria.

Tra le principali soluzioni individuate per migliorare la qualità dell’aria e contenere l’inquinamento acustico nelle città, ci sono l’introduzione di limiti alla circolazione dei veicoli più inquinanti, l’efficientamento energetico degli edifici, la riduzione degli sprechi alimentari, la sostituzione degli impianti di riscaldamento a biomassa, il potenziamento della produzione di energie da fonti rinnovabili e la realizzazione di infrastrutture e aree verdi per favorire la fitodepurazione dell’aria ed il contenimento dei rumori. Allo stesso tempo, non meno importante in questo processo di transizione risulta essere la corretta informazione dell’opinione pubblica per favorire la comprensione di questi interventi ed incentivarne l’interesse. Molto spesso, infatti, la scarsa accettazione dei nuovi criteri di pianificazione urbana deriva dalla limitata conoscenza dei benefici che nel tempo si possono ottenere per le comunità di persone e per l’ambiente.

Per approfondire:

Campiotti A.,
Inquinamento atmosferico e salute umana: l’importanza di migliorare l’aria che respiriamo
Ambiente, Risorse, Salute, 2024,
https://www.scienzaegoverno.org/?openpublish_article=inquinamento-atmosferico-e-salute-umana-limportanza-di-migliorare-laria-che-respiriamo.

Corte dei conti europea, Inquinamento urbano nell’UE – Le città hanno aria più pulita, ma sono ancora troppo rumorose, 2025,
https://www.eca.europa.eu/it/publications/SR-2025-02.

European Environmental Agency (EEA)
https://www.eea.europa.eu/en/topics/in-depth/air-pollution,

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