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Dal 14 gennaio lo stop alla plastica monouso

UNESCO IOC: “Primo passo importante, ma l’obiettivo sia ancora più ambizioso”
 


Il 14 gennaio è entrata in vigore in Italia la normativa che vieta l’utilizzo di una serie di prodotti in plastica monouso, non biodegradabili e non compostabili. E' stata attivata quindi la Direttiva Europea antiplastica SUP (Single Use Plastic) che mira a ridurre del 50% entro il 2025 e dell’80% entro il 2030 l’inquinamento dovuto alla plastica.  Tra i primi prodotti di plastica monouso che vengono  messi al bando ci sono piatti, cannucce di plastica, posate, cotton-fioc, aste per i palloncini e contenitori per cibi e bevande in polistirene espanso.

“La direttiva SUP della Comunità Europea e il bando alle plastiche monouso costituiscono una presa di posizioneimportante  per la difesa di ambienti naturali come oceano, mari, fiumi e laghi e ci auguriamo che tutti i paesi membri la recepiscano al meglio”,  dichiara Francesca Santoro, Specialista di Programma della Commissione Oceanografica Intergovernativa (IOC) dell’UNESCO e promotrice in Italia del Decennio delle Scienze del Mare per lo SviluppoSostenibile(istituito dalle Nazioni Unite dal 2021 al 2030).

Pur andando la direttiva nella giusta direzione, c’è ancora molta strada da fare per ridurre davvero la quantità di rifiuti plastici che ogni anno finiscono in mare, a maggior ragione dopo due anni di pandemia in cui il monouso è stato ampiamente utilizzato per ragioni igieniche sanitarie, dice ancora Francesca Santoro. Ogni anno infatti quasi600.000 tonnellate di rifiuti di plastica finiscono nel Mediterraneo contribuendo all’inquinamento fisico e chimico dell’acqua. Anche se una correlazione diretta tra questo primo tipo di inquinamento e la salute umana non sia ancora stata scientificamente dimostrata, “è importante tuttavia sottolineare che gli agenti chimici con cui vengono trattate le plastiche possono essere rilasciati nell’acqua, alterando gli equilibri dell’ecosistema marino e creando dei pericoli sia per l’economia che per la salute collettiva". E non bisogna trascurare il problema  delle microplastiche: secondo i dati raccolti dal GESAMP (Gruppi di esperti sugli aspetti scientifici della protezione dell'ambiente marino), l’ingestione di microplastiche è stata registrata nell'80% delle specie marittime campionate”. 

Fonte:
Ufficio stampa Decennio del Mare
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