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EARTH DAY. Per la maggioranza degli imprenditori italiani il 2017 è l’anno della svolta green

Da uno studio promosso da Conlegno in occasione dell’Earth Day che si celebra ogni anno il 22 aprile sin da l 1970 in tutto il mondo, risulta che per la maggioranza degli imprenditori questo è l’anno della svolta green. L’indagine ha coinvolto 150 imprenditori, selezionati a campione dalle principali città italiane, e 70 testate internazionali che hanno analizzato il tema dell’impegno imprenditoriale in campo ecologico.

Oltre 7 imprenditori su 10 (72%) hanno affermato di avere già messo in atto, o hanno intenzione di farlo, una serie di politiche e azioni concretamente ecosostenibili in azienda, dai vertici fino ai dipendenti. Dalle scelte più complesse, come gli investimenti nell’innovazione dei macchinari (44%) e l’installazione di pannelli solari per generare energia pulita (37%), alle più semplici, come la raccolta differenziata in ufficio (51%) e l’abbassamento dei termosifoni (45%).

Ma quali sono i comportamenti green che gli imprenditori italiani stanno per mettere in atto? Al primo posto si pone l’obbligo in azienda di fare la raccolta differenziata (51%), oramai sdoganata nelle aree metropolitane di tutta Italia. Sul secondo gradino del podio invece tutti quegli accorgimenti che permettono di ridurre l’impiego d’energia, come abbassare i termosifoni o chiudere porte e finestre se è attivato il condizionamento dell’aria (45%). Medaglia di bronzo invece per gli investimenti in macchinari e strumentazioni con classe energetica A o a minor impatto inquinante (44%). Chiudono le top 5 l’installazione di pannelli solari o altri dispositivi per generare energia pulita (37%) e l’acquisto da fornitori e produttori che dispongono di adeguate certificazioni che garantiscano la sostenibilità dei prodotti acquistati (34%).

Tra i vantaggi maggiori gli imprenditori rilevano un ambiente di lavoro più sano e sereno (87%), un risparmio economico sul medio e lungo termine (73%) e un incremento della reputazione dell’azienda in ottica CSR (62%). Una vera e propria tendenza che coinvolge principalmente le imprenditrici rispetto ai colleghi: tra le donne infatti la percentuale sale all’80%, soprattutto nelle grandi aree industriali del Centro-Nord.

Naturalmente i benefici sono interni ed esterni all’aziende, riguardano infatti oltre che il benessere in ufficio anche un risparmio economico sul lungo periodo e lo sviluppo di benessere sociale.

Molti imprenditori, però, nonostante la loro volontà, trovano alcune difficoltà nel concretizzare le proprie idee indirizzate alla sostenibilità. Ad esempio il 48% ritiene che siano il Governo e le amministrazione locali a dover favorire l’investimento in nuovi macchinari e strumenti amici dell’ambiente attraverso sgravi fiscali e sovvenzioni. Il 35% degli imprenditori invece lamenta la poca collaborazione di una parte dei propri dipendenti a mettere in atto semplici accorgimenti come la raccolta differenziata e lo spegnimento totale delle luci e pc all’uscita dal lavoro, o sottolinea l’elevato costo di alcuni prodotti certificati o realizzati con materiali di recupero (22%).

Ma quale è l’identikit dell’imprenditore “green” italiano? L’80% delle donne e il 64% degli uomini ha dichiarato di aver già messo in pratica, o ha intenzione di farlo, atteggiamenti sostenibili per la propria azienda e per i dipendenti. Tra di loro la maggior parte è under 45 (85%), mentre la percentuale scende al 59% tra i 46 e i 70 anni. Il fenomeno, più marcato nelle grandi città del Centro-Nord, vede in testa gli imprenditori dell’area di Milano (77%), seguita nella top 5 da Roma (75%), Torino (74%), Bologna (72%) e Napoli (68%).

La maggiore sensibilità al tema dell’eco-sostenibilità del genere femminile è già stata confermata da uno studio di Patricia Braun, professoressa della University of Ballarat in Australia, pubblicato sull’International Journal of Gender and Entrepreneurship, da cui è emerso che le imprenditrici di piccole e medie imprese, sottoposte a un questionario sulle politiche green in azienda, esprimono un maggiore livello di attenzione in circa il 50% delle domande.
Nel corso dell’esperimento invece, su 30 partecipanti, ben 6 uomini su 15 hanno abbandonato il progetto, facendosi sostituire da colleghe o giustificandosi affermando di non avere tempo.

Fonte: Ufficio stampa Conlegno, Consorzio servizi legno sughero.*