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Gli obiettivi europei su rinnovabili ed efficienza energetica diventano vincolanti

Lo scorso 13 novembre il Parlamento europeo ha approvato 4 degli 8 obiettivi contenuti nel pacchetto normativo “Clean energy for all europeans”, varato dalla Commissione europea a novembre 2016. Resi vincolanti gli obiettivi in materia di energia rinnovabili, efficienza energetica, biocarburanti e governance energetica dell’Unione. Introdotta anche la possibilità, per i cittadini degli Stati membri dell’Ue, di produrre, consumare, immagazzinare e vendere energia ottenuta attraverso fonti rinnovabili. 


Cosa prevedono i nuovi obiettivi

L’Unione europea ha reso vincolanti gli obiettivi in materia di energie rinnovabili, efficienza energetica, biocarburanti e governance energetica dell’Unione. Il nuovo quadro normativo prevede di portare le energie rinnovabili a coprire il 32% del consumo energetico lordo dell’Ue, migliorare l’efficienza energetica del 32,5% e introdurre nuove regole per una governance energetica comune. I nuovi obiettivi, il cui raggiungimento è previsto per il 2030, dovranno essere rivisti entro il 2023 e potranno essere solo innalzati e non abbassati. Le nuove norme, appena approvate dal Parlamento europeo, rappresentano il consolidamento di alcune misure contenute nel pacchetto normativo “Clean energy for all europeans, varato dalla Commissione europea a novembre del 2016. Il pacchetto, sul quale Consiglio, Commissione e Parlamento avevano raggiunto un accordo lo scorso giugno, puntava a rendere il settore energetico dell’area Ue più stabile, competitivo e sostenibile, attraverso la mobilitazione di investimenti pubblici e privati nel settore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica. Questi investimenti, secondo le stime riportate nel pacchetto, avrebbero dovuto  portare alle creazione di 900 mila posti di lavoro e all’aumento di un punto percentuale di PIL nel giro di dieci anni. Quattro delle otto proposte del pacchetto “Clean energy for all europeans” sono state ora pienamente approvate dal Parlamento europeo e, una volta attuate, ha fatto sapere il vicepresidente della Commissione europea e responsabile per l’Unione energetica Maroš Šefčovič, dovrebbero portare ad una riduzione delle emissioni di CO2 di circa il 45% entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990).

Tra i settori interessati dalla nuova normativa c’è anche quello dei biocarburanti. Entro il 2030, almeno il 14% dei carburanti utilizzati nel settore dei trasporti dovrà essere prodotto attraverso fonti di energia rinnovabili e, a partire dal 2019, il contributo di quelli con un elevato rischio di “cambiamento indiretto di destinazione dei terreni” dovrà essere progressivamente eliminato fino a raggiungere quota zero entro il 2030. La nuova normativa pone poi l’accento sulla necessità di attuare una governance energetica dell’Unione europea. Le nuove norme prevedono, infatti, che ogni Stato membro debba presentare un “piano nazionale integrato per l’energia e il clima” con obiettivi, contributi, politiche e misure nazionali decennali. I primi piani nazionali dovranno essere presentati entro il 31 dicembre 2019 e successivamente ogni dieci anni.

 

Al via le “comunità energetiche”

La nuova normativa introduce anche la possibilità, da parte dei cittadini degli Stati membri dell’Ue, di produrre, consumare, immagazzinare e vendere energia ottenuta attraverso fonti rinnovabili. Quest’ultimo punto potrebbe portare ad una vera e propria rivoluzione del settore energetico. Grazie alla nuova normativa, infatti, un gruppo composito di soggetti (aziende, enti pubblici e privati o anche singoli cittadini) potrebbe decidere di produrre energia da fonti rinnovabili, di utilizzarla per soddisfare in autonomia i propri consumi e vendere la produzione in eccesso ad altri soggetti. In questo modo, si verrebbero a formare delle “comunità energetiche” che, nei Paesi del Nord Europa, sono già una realtà. Anche in Italia, però, sono state avviate sperimentazioni di questo tipo. Il Consiglio regionale del Piemonte, ad esempio, con legge regionale n. 12 del 3 agosto 2018, ha stabilito che i Comuni possono proporre la costituzione di una comunità energetica, oppure aderire ad una già esistente, grazie ad una serie di incentivi ad hoc previsti dalla normativa.  

 

Prossimi passi

Dopo l’approvazione della nuova normativa da parte del Parlamento europeo, la palla passa ora al Consiglio, il quale dovrà formalmente adottare l’accordo. In seguito all’approvazione da parte del Consiglio, la nuova normativa sarà pubblicata in Gazzetta ufficiale ed entrerà in vigore venti giorni dopo la sua pubblicazione. Gli Stati membri dell’Ue dovranno recepire la normativa nella legislazione nazionale entro 18 mesi dalla sua entrata in vigore.