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Gli scarti dell’olivicoltura fonte di biomassa per energia

In Italia le biomasse maggiormente impiegate negli impianti aziendali sono legna e pellet, ma si sta facendo strada la necessità e l’utilità di impiegare anche altri scarti agricoli. Gli scarti impiegabili negli impianti di biomassa possono essere i più svariati anche perché le innovazioni tecnologiche rendono questo passaggio possibile. Ci possono essere impianti dedicati, e quindi alimentabili da un solo tipo di biocarburante, e polifunzionali, ovvero capaci di funzionare con diversi tipi di alimentazione. In genere l’impianto dedicato presenta un’efficienza maggiore.

Biomasse interessanti perché facili da trattare e con un’alta efficienza (ovvero del tutto analoga a quella della legna e del pellet) sono gli scarti della filiera olivicola, quali nocciolino e sansa. Il passaggio da impianti a gasolio a quelli a nocciolino può portare ad un risparmio di 80-90 mila euro/annui per aziende con oltre 1000 m2 di serre da riscaldare.
Nella tabella sotto riportata, si confrontano i Poteri Calorifici Inferiori (PCI) e i costi di alcuni materiali comunemente impiegati con quelli di sansa e nocciolino.

Materiale

PCI MWh

Prezzo €

Prezzo energia €/MWh

Risparmio %
(rispetto al gasolio per serre)

1 t cippato (A1 – M25)

3,69

113

31

64%

1 t cippato (A2 – M35)

3,11

81

26

69%

1 t pellet di legno sfuso (A1-A2)

4,70

240

51

40%

1 t pellet da potature (ulivo, vite)

4,58

200

44

49%

1 t sansa esausta sfusa

4,86

140

29

66%

1 t nocciolino sfuso

4,60

150

33

62%

1 t gasolio per serre

11,5

975

85

100 m3 metano “servito”

1,00

80

80

6%

1000 l GPL (agevolato)

6,82

800

117

-38%

Tabella: fonte ENAMA

La sansa vergine disoleata non presenta solventi organici clorati, ha una percentuale di ceneri combuste sotto al 4%, un contenuto idrico inferiore al 15% e un rapporto mg/kg di n-esano inferiore al 30%. Il nocciolino prodotto dalla denocciolatura delle olive in pre-spremitura è un combustibile ancor meno problematico perché riduce di molto fumi e ceneri, costa però leggermente di più.

Tuttavia, nonostante le buone rese, questi materiali non sono ancora ben impiegati in quanto la catena di distribuzione è piuttosto carente. I problemi da affrontare sono principalmente due:

·         la distribuzione della materia prima che in Italia è un po’ a macchia di leopardo;

·         la disponibilità che dipende direttamente dalla produzione annuale di olive (in annate di scarsa produzione, scarsa sarà anche la quantità di nocciolino disponibile).

La vendita, non essendo organizzata, avviene principalmente direttamente presso frantoi. Le stesse aziende agricole produttrici cercano di trovare un impiego per tali scarti al loro interno.

Tuttavia non mancano esempi di buon funzionamento anche in Italia. A marzo 2014 all’interno della fiera di Cremona “Salone delle Tecnologie per le Biomasse e per le Rinnovabili in Agricoltura” è stata premiata una cooperativa di Reggiolo (RE) che impiega proprio il nocciolino come biomassa per il proprio impianto a biomassa. La cooperativa “Il Bettolino” ha vinto il primo premio BioEnergy Italy 2014 per la filiera delle biomasse, in quanto risulta essere un’azienda testimone di esperienze eccellenti nell’uso delle BioEnergie. La cooperativa è attiva nel settore della serricoltura.
Per il riscaldamento delle serre, la cooperativa usa solo biocarburanti. Infatti le serre situate in prossimità della discarica di Novellare, impiegano acqua calda ed energia elettrica prodotta dal biogas della discarica, mentre quelle situate più lontano dalla discarica, sono riscaldate con l’energia prodotta dalla combustione di nocciolino di sansa disoleata. Inizialmente la caldaia impiegava pellet, il passaggio al nocciolino ha permesso un notevole risparmio nei costi.

Un altro esempio interessante è quello dell’azienda Dester Giuseppe a Crociale di Manerba (BS). Quest’azienda inserita nel progetto della Coldiretti “Le Fattorie del Sole”, associazione i dimprese agricole che coltivano l’energia da fonti rinnovabili, ha realizzato un impianto a biomassa alimentato a sansa di olive. La materia prima viene acquistata dai frantoi vicini. La caldaia produce 4.500.000KWh sufficienti per riscaldare i 40.000mc di serre e rendere quindi competitiva l’azienda.

Per saperne di più:

GSE – Gestore Servizi Energetici
Enama (doc pdf)
Fattorie del sole
Azienda agricola Dester