I cambiamenti climatici hanno un ruolo chiave nell’Agenda internazionale
Un recente rapporto pubblicato in occasione del Global Climate Action Summit sottolinea che gli Stati Uniti non saranno in grado di mantenere gli obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi in termini di riduzione delle emissioni di gas serra. La città di New York dimostra la sua sensibilità ambientale e avvia l’istallazione di dieci “climate signals” per informare i cittadini sui rischi del cambiamento climatico. La Commissione europea promuove lo sviluppo di piani d’azione per fronteggiare gli effetti del cambiamento climatico.
Gli Stati Uniti non rispetteranno l’Accordo di Parigi
Si è concluso venerdì scorso il Global climate action summit, due giorni di conferenze, meeting e incontri sul tema dei cambiamenti climatici organizzato a San Francisco, in California. Al Summit hanno partecipato esperti da tutto il mondo, amministratori locali, politici e rappresentanti di organizzazioni non governative per un totale di oltre 4 mila delegati, per discutere delle possibili soluzioni da adottare nella lotta al cambiamento climatico. Tra i numerosi ospiti presenti al Summit anche Al Gore, ex vicepresidente degli Stati Uniti nell’amministrazione Clinton e premio Nobel per la Pace nel 2007, l’ex segretario di Stato nell’amministrazione Obama John Kerry, il governatore della California Jerry Brown, la responsabile dell’Unfccc (Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) Patricia Espinosa, gli attori Robert Redford e Alec Baldwin, ministri di vari Paesi e molti sindaci e delegazioni di amministrazioni locali, tra i quali anche il sindaco di Assisi (città gemellata con San Francisco) Stefania Proietti e una delegazione della Regione Emilia-Romagna composta dal Presidente Stefano Bonaccini, da alcuni assessori regionali e rappresentati di università e imprese. Il Summit si è aperto con la pubblicazione di un rapporto riguardante l’impatto che le emissioni di gas serra prodotte dagli Stati Uniti hanno sul Pianeta. Il rapporto sottolinea che gli Stati Uniti non saranno in grado di rispettare l’obiettivo originale che prevedeva un taglio del 26% (rispetto al 2005) delle emissioni di CO2 entro il 2025. La riduzione delle emissioni, infatti, potrà avvenire solo attraverso la volontà degli Stati e delle centinaia di città che, in controtendenza con la linea di governo, stanno portando avanti politiche di decarbonizzazione. Considerato che gli Stati Uniti rappresentano uno dei principali responsabili delle emissioni di CO2 a livello globale, circa il 15% del totale, il mancato raggiungimento degli obiettivi avrà considerevoli ripercussioni per quanto riguarda l’aumento della temperatura globale (Figura 1).
Figura 1. L’immagine mostra l’aumento della temperatura a livello globale entro il 2100 che può variare a seconda dello scenario proposto: senza provvedimenti, rispettando pienamente gli obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi, rispettandoli con o senza gli Stati Uniti (fonte: Ansa)
L’Unione europea, invece, si è prefissata degli obiettivi più ambiziosi rispetto agli Stati Uniti in termini di riduzione delle emissioni di CO2. Prendendo in considerazione lo stesso periodo, le emissioni nell’area Ue sono diminuite del 21% dal 2005 ad oggi e dovrebbero subire un ulteriore taglio del 28% entro il 2025 (dati del Climate Action Tracker).
New York istalla i “climate signals”
“Negare il cambiamento climatico uccide”. Questa è una delle tante frasi proiettate su una serie di cartelli luminosi installati per le vie di New York dal Climate Museum, il primo museo al mondo dedicato esclusivamente al tema dei cambiamenti climatici, nato a dicembre del 2017. Si tratta di dieci pannelli (Figura 2), interamente alimentati ad energia solare, collocati nei principali quartieri della città che proiettano giorno e notte frasi di ammonimento sui rischi del cambiamento climatico, invitando i cittadini ad agire più responsabilmente nei confronti del Pianeta. L’obiettivo del progetto, promosso in collaborazione con l’amministrazione newyorchese, è infatti quello di sensibilizzare i cittadini sulle tematiche ambientali e per farlo l’arte può giocare un ruolo determinante.
Figura 2. Uno dei dieci “climate signals” installati a New York. Sull’altra sponda del fiume l’isola di Manhattan (foto: Tryggvi Adalbjornsson)
Dal 2014 ad oggi l’istallazione di pannelli solari a New York è aumentata di sei volte, la raccolta differenziata e la gestione delle acque sono state migliorate, sono stati piantati oltre 620 mila alberi in città e investiti quasi 4 miliardi di dollari per la tutela delle coste.
Il ruolo del verde urbano in Europa
La Commissione europea si sta muovendo sul tema della riduzione dei consumi energetici per il riscaldamento e il raffreddamento degli edifici. Con la Direttiva COM(2013) 249 final “Infrastrutture verdi-Rafforzare il capitale naturale in Europa” e la Direttiva(UE) 2018/844 la Commissione sta puntando su soluzioni naturali, come coltri vegetali, giardini pensili, piantumazioni di siepi ed alberi, per le città al fine di contribuire alla riduzione delle emissioni di CO2 (Tabella 1) e migliorare l’efficienza energetica degli edifici urbani.
Tipologia vegetali |
CO2 sequestrata per anno |
Piante erbacee |
4,38 kg/m² |
Piante arbustive |
8,76 kg/m² |
Piante rampicanti |
6,57kg/m² |
Tabella 1. Quantità di CO2 sequestrata dalle piante (fonte: “Le coltri vegetali per l’efficienza energetica degli edifici”, ENEA, “Energia, ambiente e innovazione, 2/2018)
Coltri vegetali, tetti verdi e verde parietale (green roofs and walls) rafforzano lo strato isolante delle pareti dell’edificio, contribuendo al riscaldamento, in inverno, e al raffrescamento, in estate, in linea con gli obiettivi dell’Ue che mirano a ridurre i consumi di energia per gli edifici. In questo senso la Commissione europea promuove lo sviluppo di piani di azione (Action plans) volti a migliorare la sostenibilità energetica e ambientale delle città, sensibilizzando al contempo enti locali, associazioni e cittadini sulla necessità di fronteggiare gli effetti del cambiamento climatico, in primis eventi meteorologici estremi tra i quali precipitazioni violente e ondate di caldo eccessivo (Tabella 2).
Bologna (Italia) |
Green Areas Inner-city Agreement (GAIA 2010) |
Incremento del numero di alberi |
1300 nuovi alberi per l’assorbimento di 4000 t CO2 |
Milano |
Bosco verticale |
Grattacielo composto di due torri di 112 e 80 metri |
800 alberi, 19 essenze vegetali |
Milano |
Giardino terapeutico |
Inserito nella struttura del nuovo Policlinico |
6.900 m2 di verde pensile |
Stoccarda (Germania) |
Obbligo di rispettare le quote verdi per gli edifici pubblici (2008) |
Corridoi verdi di ventilazione per il raffrescamento dell’aria; Piantumazione e adozione di alberi da parte dei cittadini |
14 km2 (tetti verdi); 60% dell’area urbana verde |
Londra (UK) |
London Great Outdoors (2009) |
Realizzazione di tetti verdi |
500.000 m2 |
New York (USA) |
NYC Cool Roofs |
Rivestimento dei tetti con una vernice bianca isolante per ridurre i consumi di energia |
635.000 m2 |
Tabella 2. Verde urbano a Bologna, Milano, Stoccarda, Londra e New York