Cantina del Feudo Disisa a Grisì (Monreale)

Il settore vitivinicolo: un’eccellenza “Made in Italy” a livello globale

Cresce il fatturato e l’export, ma calano le vendemmie in tutte le Regioni italiane, tranne che in Toscana, dove si registra un +10 per cento rispetto al 2018. Efficienza energetica e promozione della sostenibilità essenziali per competere con gli altri Paesi produttori di vino. 


Il vino non è soltanto uno dei settori trainanti della nostra agricoltura e un'eccellenza Made in Italy che ci rappresenta in Europa e nel mondo, ma anche uno dei più importanti asset dell’economia italiana, con 11 miliardi di euro di fatturato nel 2018 e un export che ha superato i 6 miliardi di euro (Industry Book 2019). I dati di Confagricoltura dimostrano che il settore vitivinicolo nazionale, che vanta circa 300 mila aziende e 523 vini certificati DOP (Denominazione Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Protetta), su un territorio adibito a vigneti di 652 mila ettari, è leader mondiale, anche nel 2019, in termini di produttività. La produzione italiana, prevista per quest’anno, è infatti pari a 46 milioni di ettolitri, a fronte dei 43,4 della Francia e i 40 della Spagna (Figura 1).

 

Figura 1. Dati sull’andamento produttivo dell’industria del vino 2019

 

Tuttavia, i dati relativi al 2019 mostrano un calo delle vendemmie in tutte le Regioni italiane, a eccezione della Toscana, dove, invece, si è registrata una produzione superiore del 10 per cento rispetto al 2018. Tra le cause che hanno prodotto la diminuzione delle produzioni ci sono le forti anomalie di temperatura registrate nel corso dell’anno, che hanno portato ad un inverno caratterizzato da temperature leggermente superiori e precipitazioni inferiori alla media stagionale, creando problemi colturali, in particolare ai vigneti di uve precoci.

A fronte degli eccellenti risultati economici e dei livelli qualitativi raggiunti dalla viticoltura italiana sul mercato europeo e internazionale, la promozione della sostenibilità ambientale ed energetica gioca un ruolo essenziale per competere con gli altri Paesi produttori di vino. L’industria vitivinicola, infatti, rappresenta un comparto fortemente energivoro, per cui occorre guardare con attenzione all’innovazione tecnologica e alla introduzione di approcci che valorizzino l’efficienza energetica e la sostenibilità ambientale delle cantine vitivinicole (Tabella 1).

Tabella 1. Dati energetici ed ambientali delle cantine vitivinicole (Progetto ENEA – TESLA)

 

Interessanti, sotto questo profilo, sono le scelte fatte da alcune cantine vitivinicole che da anni stanno puntando su un’architettura bioclimatica e su un marketing aziendale più efficienti (Figura 2). Per le cantine vitivinicole, infatti, l’architettura bioclimatica rappresenta non solo un modo per migliorare la qualità degli spazi funzionali, ma anche una straordinaria opportunità di comunicazione commerciale. Inoltre, l’impiego delle nuove tecnologie e, più in generale, di processi produttivi innovativi nel comparto vitivinicolo rappresentano una soluzione efficace per diminuire i costi di energia e avviare una vera e propria transizione in chiave green del settore, contribuendo così all’affermazione di un’agricoltura con il minor impatto possibile sul territorio e in sintonia con le richieste di qualità e sostenibilità dei consumatori. 

 

Figura 2. Cantine bioclimatiche in Italia

 


Foto d'intestazione: cantina del Feudo Disisa a Grisì (Monreale)