Kiwi: lotta al cancro batterico e interventi di sostegno ai coltivatori
L'actinidia chinensis, o kiwi, rappresenta il 22% della produzione frutticola mondiale. I primi cinque Paesi produttori del mondo sono Cina, Italia, Nuova Zelanda, Cile e Grecia. Il kiwi è produzione di notevole importanza per l’Italia, rappresenta, infatti, il 6% della produzione lorda vendibile (PLV) del settore frutticolo del nostro paese. Nel 2012 gli ettari coltivati in Italia sono stati circa 27.000 in calo del 2% rispetto al 2011.
A partire dal 2008 la coltura dell'actinidia (Kiwi) è stata messa in crisi dal pericoloso batterio Pseudomonas syringae pv. actinidiae (PSA). La popolazione batterica di PSA, responsabile dei recenti attacchi epidemici, è stata studiata da numerosi gruppi di ricerca che ne hanno evidenziato le differenze genetiche rispetto ai ceppi isolati negli anni '80-'90 in Italia, Giappone e Corea.
Per poter disporre tempestivamente, e in modo specifico, di strumenti di controllo del patogeno, il Centro di Ricerca in Agricoltura – sezione Patologia Vegetale – di Roma, sostenuto, prima dalla Regione Lazio (Progetto "Cancro batterico dell'actinidia: messa a punto di strategie di difesa") e poi dal MIPAAF (Progetto "INTERACT: Interventi di coordinamento ed implementazione alle azioni di ricerca, lotta e difesa al cancro batterico dell'actinidia") ha intrapreso attività di ricerca volte allo sviluppo di nuovi metodi diagnostici.
Il metodo di diagnosi detto "duplex-PCR" messo a punto da Gallelli e collaboratori, nel 2011, era in grado di rilevare tutti i ceppi di PSA distinguendoli da ceppi di Pseudomonas geneticamente correlati, fornendo la prima metodica veramente specifica per il rilevamento di questo pericoloso batterio. La stessa studiosa e i suoi collaboratori hanno successivamente sviluppato un altro lavoro scientifico che evidenziava l'applicabilità a diverse matrici vegetali di questa metodica.
Recentemente nell'ambito del Progetto INTERACT sono state sviluppate due metodiche in grado di riconoscere specificatamente solo i ceppi di PSA responsabili dei gravi attacchi di cancro batterico dell'actinidia cui si è assistito in questi ultimi anni (denominata Psa-V in Nuova Zelanda). Grazie all'ausilio di queste nuove metodiche viene fornito un ulteriore strumento a supporto delle attività di controllo e prevenzione della malattia, permettendo un più accurato controllo fitosanitario del materiale di propagazione e/o di commercializzazione. Inoltre queste metodologie rappresentano uno strumento valido per lo sviluppo di ulteriori approfondimenti sulla biologia ed epidemiologia di questa pericolosa popolazione batterica.
In questo contesto di difficoltà per i frutticoltori alcune regioni stanno assumendo provvedimenti di controllo e prevenzione e anche di sostegno economico per le aziende del settore.
La Regione Emilia Romagna ha stanziato fondi per la prevenzione della batteriosi del kiwi e aperto un bando per risarcire le aziende che stanno attuando le prescrizioni del Servizio fitosanitario: esse potranno presentare la domanda a partire dal 19 agosto 2013 e fino al 13 settembre 2013, a condizione che abbiamo estirpato entro il 31 luglio 2013. Possono chiedere i contributi esclusivamente le piccole e medie imprese iscritte all’anagrafe delle aziende agricole della Regione Emilia-Romagna – in regola con i versamenti contributivi, previdenziali e assistenziali – che nel periodo 1 ottobre 2012 – 31 luglio 2013 hanno effettuato estirpazioni di appezzamenti di piante di actinidia colpite da PSA, prescritte e constatate dal Servizio fitosanitario. I contributi previsti sono definiti per tipologia, età dell’impianto e superficie estirpata. I contributi sono riconosciuti nei limiti delle risorse finanziarie disponibili. In sede di approvazione della variazione al Bilancio regionale, eventuali ulteriori risorse che si rendessero disponibili andranno ad incrementare lo stanziamento iniziale di trecentomila euro.
La Regione Lombardia, dal novembre 2011, ha adottato un provvedimento per "Misure di emergenza per la prevenzione, il controllo o l'eradicazione della batteriosi dell'actinidia causata da Pseudomonas Syringae pv. actinidiae" che prevedeva il divieto fino al 31 dicembre 2012 di attuare nuovi impianti di actinidia in tutto il territorio della regione Lombardia al fine di prevenire la diffusione del cancro batterico.
La Regione del Veneto, nel 2012, oltre ad aver vietato per un anno i nuovi impianti, ha stabilito le modalità di indennizzo per espianti e partecipa a progetti di ricerca per l'individuazione di fattori naturali di resistenza e la selezione delle varietà potatrici.
Anche altre regioni come il Lazio, hanno stanziato fondi per risarcire i coltivatori.
Nella particolare emergenza climatica del 2013 il Ministero della Salute ha approvato un provvedimento d'urgenza per consentire l'uso di un fitofarmaco biostimolante per un periodo di 120 giorni dall'emanazione del decreto, quale fattore di aumento della resistenza delle piante all'attacco batterico.
Fonti: CRA-PAV Roma,
Uffici stampa regioni Veneto, Lombardia, Lazio, Emilia Romagna
Syngenta, Coldiretti