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La salvaguardia dei suoli al centro dell’azione del Green Deal europeo

L’Unione europea punta a ridurre le emissioni provocate da un uso poco virtuoso del suolo agricolo con azioni di rimboschimento, “pozzi” di assorbimento del carbonio, la riduzione del 50 per cento di pesticidi chimici e del 20 per cento di fertilizzanti entro il 2030, il ricorso all’agricoltura di precisione e a quella biologica e la piantumazione di circa tre miliardi di nuovi alberi nei prossimi vent’anni


Carbonio e sostanza organica nel suolo

Con il Green Deal l’Unione europea si propone di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Tra le misure più rilevanti al fine di raggiungere tale obiettivo, oltre alle strategie per la biodiversità  (Biodiversity Strategy 2030), l’agricoltura e l’agroalimentare (Farm to Fork) e il clima (European Climate Law), l’Unione ha posto tra i suoi obiettivi primari anche la strategia per la salvaguardia dei suoli. La sostanza organica del suolo, composta per circa il 60 per cento da carbonio organico, è una componente essenziale del suolo e del ciclo globale del carbonio. Nonostante rappresenti in percentuale solo una piccola parte del suolo (costituisce generalmente una percentuale compresa tra l’1 e il 5 per cento), controlla molte delle proprietà chimico-fisiche-biologiche del suolo e risulta l’indicatore chiave del suo stato di qualità. La sostanza organica, infatti, favorisce l'aggregazione e la stabilità delle particelle del terreno, entrambe importanti ai fini della riduzione dell'erosione, del compattamento e della formazione di croste superficiali nei suoli. Inoltre, la presenza di sostanza organica nel suolo contribuisce a immobilizzare la CO2, oltre a migliorare la fertilità del suolo e l'attività microbica che contribuisce alla disponibilità di elementi come azoto, carbonio, potassio e fosforo per le piante. In generale, il contenuto di carbonio organico dovrebbe essere superiore all'1 per cento nei suoli agrari per favorire l’assorbimento di elementi nutritivi da parte delle piante (Figura 1).

 

Figura 1. Quantità di carbonio presentenei suoli europei (Fonte: Aksoy E, Yigini Y, Montanarella L. 2016).

 

Il ciclo del carbonio

La fotosintesi è il fenomeno attraverso il quale le piante legano la CO2 atmosferica alla produzione di biomassa vegetale. Quando la biomassa non viene raccolta, rimanendo sul terreno, si attivano una serie di processi microbiologici che decompongono le matrici organiche che consentono alla CO2 di essere rilasciata nuovamente nell'atmosfera, ad eccezione di una piccola parte del carbonio che viene convertita in materia organica stabile (humus) del suolo. I suoli poco drenati rilasciano fino a 40 tonnellate di CO2 per ettaro all'anno, mentre i suoli adibiti al pascolo e quelli forestali sono in grado di sequestrare fino a 80 milioni di tonnellate di carbonio; i suoli seminativi, invece, sequestrano dalle 10 alle 40 milioni di tonnellate di carbonio organico ogni anno (Figura 2).

 

Figura 2. Ciclo del carbonio e della sostanza organica (Fonte: LIFE08ENV/IT/000428-manuale di buone prassi contro il degrado del suolo).

 

Interventi per aumentare il carbonio organico dei suoli agrari

In media il 45 per cento dei suoli minerali in Europa ha un contenuto di carbonio organico basso o molto basso (0-2 per cento) e il 45 per cento ha un contenuto medio (2-6 per cento). Per aumentare il sequestro di carbonio organico e per valorizzare i processi di rimozione della CO2 dall’atmosfera da parte delle piante, il Green Deal europeo punta all’adozione di pratiche di lavorazione dei suoli poco profonde e meno invadenti sui terreni di coltivazione e pratiche di gestione agraria sostenibili come la conversione della terra arabile in prato, l’incorporazione di paglia, i sovesci e le colture di copertura. A questo proposito contribuiscono anche la distribuzione di ammendanti organici come il compost ottenuto da matrici organiche ligneo-cellulosiche e il biochar, che è un carbone vegetale ottenuto dalla trasformazione termochimica di materiali organici, con un processo termochimico non superiore ai 300 °C, in assenza o comunque con poco ossigeno (pirolisi). Il biochar, oltre a svolgere la funzione di ammendante organico, è anche un formidabile sink di carbonio, dato che i materiali ligneo-cellulosici utilizzati sono ottenuti da piante che hanno assimilato l’anidride carbonica dall'atmosfera mediante il processo di fotosintesi. Favorire l’aumento degli stock di carbonio organico nei suoli coltivati e invertire le perdite di carbonio ​​(stimate in 0,5 per cento all'anno) è uno degli obiettivi del Green Deal europeo sul fronte dell’agricoltura. Inoltre, a supporto dell’obiettivo “neutralità climatica entro il 2050”, la Commissione europea ha sollecitato gli Stati membri a bilanciare le emissioni provocate da un uso poco virtuoso del suolo agricolo con azioni di rimboschimento, “pozzi” di assorbimento del carbonio, la riduzione del 50 per cento di pesticidi chimici e del 20 per cento di fertilizzanti entro il 2030, il ricorso all’agricoltura di precisione e per il 25 per cento a quella biologica, e la piantumazione di circa tre miliardi di nuovi alberi nei prossimi vent’anni.  


Per approfondire:

  • Ece Aksoy, Yusuf Yigini, Luca Montanarella. Combining Soil Databases for Topsoil Organic Carbon Mapping in Europe. Published: March 24, 2016. PLoS ONE 11(3): e0152098.
  • https://doi.org/10.1371/journal.pone.0152098.
  • LIFE08 ENV/IT/000428. Manuale di buone prassi contro il degrado del suolo.
  • fao.org/soils-2015.
  • FAO. Biochar – A Strategy to Adapt/Mitigate Climate Change? Set #1 – Technical Factsheets – DRAFT.
  • Bruno Biavati e Claudia Sorlini. Microbiologia generale e agraria. Feltrinelli ed. 2012.

 

Foto d’intestazione: Carlo Alberto Campiotti