L’agricoltura urbana per città più resilienti e sostenibili

Nel 2025 oltre la metà della popolazione mondiale vivrà nelle città. La vertiginosa crescita demografica comporterà un’urbanizzazione senza precedenti, con enormi conseguenze in termini ambientali e di approvvigionamento alimentare. Da alcuni anni a questa parte, la FAO ha individuato nell’agricoltura urbana una "via d’uscita alla povertà alimentare", soprattutto nei Paesi in via di sviluppo dove, nei prossimi anni, stando alle stime, si concentrerà buona parte della popolazione mondiale.


Una vertiginosa crescita demografica

Secondo le stime delle principali Agenzie internazionali (UNP, FAO, OECD), nel 2025, oltre il 50% degli 8 miliardi di persone (previsti) che abiteranno il pianeta, vivrà in aree urbane. I tassi di urbanizzazione più elevati interesseranno le città dell’America Latina, dell’Asia e dell’Africa. Stando alle stime, entro il 2025, il mondo assisterà ad un boom senza precedenti di “megacittà”, cioè città con oltre 10 milioni di abitanti: Pechino avrà una popolazione di 23 milioni di abitanti, Tokyo di 37 milioni, Manila (Filippine) arriverà a 16, New Delhi (India) supererà i 28, New York – Newark sfiorerà i 21, Città del Messico, che già oggi rappresenta il principale agglomerato urbano del mondo, arriverà 25, mentre Dhaka (Bangladesh) quasi a 21 (Figura 1).

 

Figura 1. Le città con una popolazione di oltre 10 milioni di abitanti nel 2010 e le stime di crescita demografica al 2025 (fonte: Nazioni Unite, 2018)

 

L’agricoltura urbana può essere la soluzione

Da alcuni anni a questa parte, la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) ha individuato una "via d’uscita alla povertà alimentare" nell’agricoltura urbana, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo dove, nei prossimi anni, stando alle stime, si concentrerà buona parte della popolazione mondiale. La crescita demografica comporterà un’urbanizzazione senza precedenti, con enormi conseguenze in termini ambientali e di approvvigionamento alimentare. Nelle città dei Paesi in via di sviluppo, l’agricoltura urbana potrebbe rappresentare una soluzione alla povertà, non solo alimentare, ma anche economica e sociale. Essa avrebbe tutte le potenzialità per garantire l’accesso sicuro al cibo alle famiglie povere e a basso reddito e rispondere alle necessità alimentari di anziani, donne e bambini. Il fenomeno dell’agricoltura urbana non si sta diffondendo solo nelle città dei Paesi in via di sviluppo. Anche nei Paesi cosiddetti "occidentali", la sicurezza alimentare rappresenta una prerogativa e l’agricoltura urbana ha trovato l’interesse da parte delle amministrazioni locali, delle associazioni e dei cittadini. A Montreal (Quebec), ad esempio, il 44% dei cittadini è coinvolto nella produzione di cibo nei parchi municipali, nei terreni privati, nei cortili, nei balconi, nei tetti o in uno dei tanti orti comunitari realizzati dall’amministrazione locale. Negli Stati Uniti, invece, dove, stando alle stime, almeno 30 milioni di persone non possono permettersi l’acquisto di una quantità di cibo sufficiente al loro fabbisogno alimentare, l’agricoltura urbana, nelle città dove viene praticata, ha dei risvolti di carattere sociale: essa contribuisce, infatti, a migliorare la dieta alimentare delle classi più povere, spesso iperproteica, povera di vitamine e fibre e basata, nella generalità dei casi, sui cosiddetti "cibi spazzatura" (junk foods).

 

Il caso di Detroit, negli Stati Uniti

Un esempio virtuoso di come l’agricoltura urbana possa trasformare una città industriale in una città verde è quello offerto da Detroit, capoluogo della contea di Wayne, nello Stato del Michigan (Stati Uniti). Conosciuta per decenni come la capitale americana dell’industria e dell’auto, dopo la crisi automobilistica che ha portato alla chiusura degli stabilimenti delle tre principali aziende che operavano in città, cioè Ford, Chrysler e General Motors, ha subito un calo del 40% della popolazione e accumulato un debito di oltre 20 miliardi di dollari. A Detroit era diventato persino impossibile trovare prodotti alimentari freschi. Oggi, grazie all’avvio di progetti di agricoltura urbana e messa a verde degli stabilimenti industriali abbandonati, Detroit si sta miracolosamente rigenerando. Dal 2000 ad oggi, gli orti urbani (Figura 2) hanno contribuito alla produzione annuale di centinaia di tonnellate di prodotti vegetali freschi per le famiglie, per i ristoranti e i locali della città, portando Detroit ad essere considerata ormai la capitale della rivoluzione verde americana.

 

Figura 2. Agricoltura urbana a Detroit, negli Stati Uniti (foto: Detroit Metro Times)

 

I molteplici benefici dell’agricoltura urbana

L’agricoltura urbana non rappresenta solo un modello di “filiera corta” (a km 0), ma contribuisce anche al miglioramento del clima urbano e, di conseguenza, al benessere dei cittadini. Le piante, grazie all’energia solare e ai sali minerali fornitegli dall’acqua e dal suolo, trasformano la CO2 in ossigeno per l’ambiente e in zuccheri e amidi necessari per la loro stessa vita (fotosintesi clorofilliana). E i benefici non sono solo dal punto di vista ambientale, ma anche sociale ed economico. In Italia, l’agricoltura urbana è un fenomeno in rapida crescita. Secondo le valutazioni della Coldiretti, condotte sui dati del rapporto dell’Istat Ambiente Urbano 2017, le aree verdi destinate alla realizzazione di orti pubblici, nelle città capoluogo, si estendono per quasi 2 milioni di metri quadrati. Insomma, l’agricoltura urbana rappresenta ormai una realtà consolidata a livello globale. Essa rappresenta uno strumento efficace contro la povertà e lo scarso accesso al cibo, oltreché una strategia di sviluppo sostenibile e di tutela ambientale a disposizione delle amministrazioni locali. L’agricoltura urbana contribuisce inoltre a migliorare il comfort estetico delle città e a creare servizi di inclusione per le persone affette da difficoltà fisiche e psichiche. Essa rappresenta poi un’ottima soluzione contro lo stress che colpisce buona parte della popolazione nelle grandi città del mondo e uno strumento didattico per l’educazione delle nuove generazioni. Data la sua multifunzionalità, l’agricoltura urbana può essere considerata una soluzione efficace per migliorare la resilienza, la sostenibilità, la biodiversità e la qualità della vita delle città.