Lavorare in agricoltura: possibilità e contributi
A livello europeo sono molte le iniziative per rilanciare l’agricoltura e il lavoro agricolo. Oltre ai progetti ciclicamente finanziati dall’unione europea, si fa spazio all’interno della nuova PAC l’importanza dell’imprenditore agricolo. Si prevedono infatti aiuti ai giovani agricoltori e si fa attenzione al ricambio generazionale.
Studi effettuati evidenziano come la produttività di un’azienda agricola sia legata tanto all’esperienza del lavoratore/imprenditore quanto al suo titolo di studio. Nel seminario tenutosi l’8 maggio 2013 presso l'INEA su "Competitività delle imprese e tutela dei lavoratori in agricoltura", è stata evidenziata la necessità di adeguare le competenze con processi formativi e di innovazione coerenti con la domanda di beni e servizi. L’attuale organizzazione del settore agricolo risulta vincolata dalla possibilità di espansione (limitata dalla disponibilità di terreni) e dalla tipologia del lavoratore che, viste le limitate entrate, è spesso costretto a svolgere altre attività e al tempo stesso non vede la necessità di investire in formazione.
L’occupazione agricola attualmente rappresenta una quota molto limitata sul totale dell’occupazione (vedi tabella) e manca di adeguata qualificazione del lavoro. Quest’ultimo fattore incide moltissimo sulla redditività.
Occupati in agricoltura per posizione e sesso
Anni |
Maschi |
Femmine |
% su totale |
||
|
Dipendenti |
Indipendenti |
Dipendenti |
Indipendenti |
|
1981 |
640 |
1147 |
379 |
594 |
13,3 |
1991 |
450 |
715 |
294 |
364 |
8,4 |
2001 |
298 |
393 |
131 |
195 |
4,6 |
2005 |
293 |
366 |
144 |
145 |
4,2 |
2011 |
282 |
320 |
130 |
118 |
3,7 |
Fonte: Istat, Rilevazione sulle Forze di lavoro – serie storiche
I risultati pubblicati da RICA (vedi tabella) sono molto significativi, anche se altri fattori dovrebbero essere tenuti in considerazione, tra cui l’età e le dimensioni aziendali.
Il titolo di studio aumenta la produttività
I risultati pubblicati da RICA (vedi tabella) sono molto significativi, anche se altri fattori dovrebbero essere tenuti in considerazione, tra cui l’età e le dimensioni aziendali.
Fonte: Elaborazioni su dati RICA
Fonte: Elaborazioni su dati RICA
Il rilancio dell’agricoltura passa anche per il trasferimento della conoscenza, pertanto all’interno della nuova PAC si discute su quali misure adottare per incentivare consulenze, servizi, innovazione e ricambio generazionale.
Si discute inoltre sulla possibilità di destinare il 2% del massimale nazionale più un bonus di 25% sugli aiuti diretti agli agricoltori under 40.
Non è ancora chiaro se il contributo sarà volontario o obbligatorio, ma il ministro dell’Agricoltura De Girolamo ha dichiarato che si batterà affinché il contributo venga reso obbligatorio e ha inoltre annunciato che l'Italia applicherà in ogni caso il bonus del 25%. La maggiorazione del 25% dell'importo del valore medio degli aiuti diretti ai singoli agricoltori è prevista per un periodo di 5 anni, nel caso di imprese agricole condotte da giovani imprenditori. Rientrerebbero nella categoria di giovani agricoltori (under 40) tutti coloro che non abbiano compiuto il 41 anno di età e che siano diventati imprenditori agricoli per la prima volta nei 5 anni precedenti la domanda.
Il ministro intende inoltre affrontare altre problematiche quali l'accesso alla terra e al credito, e dichiara il suo intento di voler intervenire anche a favore della sburocratizzazione. A tale fine, il Ministro intende rivedere la situazione dei terreni demaniali e l’attuale organizzazione dei controlli.
Con un altro recente intervento significativo, la Commissione Europea ha finanziato 22 programmi, per lo più di durata triennale, per promuovere i prodotti agricoli nell’Ue e nei paesi terzi; tra questi uno è italiano.
I programmi prescelti riguardano olio d’oliva, latte e latticini, carne, frutta e verdura fresca o trasformata, prodotti biologici, uova, vini e bevande alcoliche, ortaggi e prodotti di qualità, come quelli con certificazione DOP (denominazione di origine protetta), IGP (indicazione geografica protetta) e STG (specialità tradizionale garantita).
Nella selezione dei progetti sono stati tenuti in considerazione anche gli aspetti informativi e formativi. Pertanto sono stati finanziati programmi che includono campagne di informazione sui pregi dei prodotti dell’Unione, in termini di qualità, igiene e sicurezza alimentare, nutrizione, etichettatura, benessere degli animali o metodi di produzione rispettosi dell'ambiente, e tipologia delle denominazioni. Particolare attenzione è stata data ai progetti che promuovono campagne di formazione/informazione sul consumo di frutta e verdura nei bambini, sul consumo responsabile di alcolici e sui pericoli derivanti dall'abuso di alcol.
l'Italia è capofila di un progetto "Federdoc', la Confederazione nazionale dei consorzi per la tutela delle denominazioni dei vini italiani, e 'Ivsi', l'Istituto per la valorizzazione salumi italiani, per la promozione di vini, carni e insaccati in collaborazione con organizzazioni tedesche e britanniche. Il programma è di durata triennale per un costo complessivo di 1,65 milioni di euro di cui 825 mila sono a carico dell'Ue. Sempre nel settore delle carni e degli insaccati, l'Italia partecipa ad un progetto olandese insieme ad organizzazioni tedesche e francesi. In questo caso il programma triennale prevede un costo globale di 349 mila euro di cui la metà è a carico dell'Europa.
Per saperne di più:
Incentivi per i giovani agricoltori
Discorso del Ministro De Girolami
Sulla qualità della manodopera in agricoltura: http://www.pianetapsr.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/902
Sui progetti finanziati dalla UE: http://europa.eu/rapid/press-release_IP-13-369_it.htm
Sulla politica di qualità dei prodotti agricoli dell'UE: http://ec.europa.eu/agriculture/quality/index_en.htm
Sulla promozione dei prodotti agricoli dell'EU: http://ec.europa.eu/agriculture/promotion/index_en.htm
Fonti: Ansa, Fazi, Commisione Europea, PianetaPSR