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Mora e lampone contro l’infiammazione gastrica

I piccoli frutti sono al centro di una ricerca che vede la collaborazione dell’Università degli Studi di Milano con la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige. Ad agosto su PLOS One sono stati pubblicati i risultati ottenuti su mora e lampone.
Gli esperimenti si sono svolti in parte presso le strutture di San Michele all’Adige e in parte a Milano. In particolare, la coltivazione, l’isolamento e la caratterizzazione dei principi attivi sono state curate dalla Fondazione Edmund Mach sotto la guida del prof. Fulvio Mattivi, mentre la parte biologica, con le sperimentazioni in vitro e in vivo, è stata realizzata presso il Laboratorio di Farmacognosia dell’Università degli Studi di Milano, diretto dal prof.Mario Dell'Agli.
Le more (varietà Lochness) e i lamponi (varietà Tulameen) sono state coltivate presso i campi sperimentali di Vigalzano (TN) di proprietà della fondazione stessa. Le varietà sono state selezionate semplicemente in base alla loro diffusione e commercializzazione.
Questi piccoli frutti contengono ellagitannini, antiossidanti presenti in pochissimi alimenti. Infatti oltre a more e lamponi, si trovano in fragole, nelle parti non edibili dei melograni e in alcune varietà di uva e noci. L’estrazione e la caratterizzazione degli ellagitannini è stata possibile grazie all’impiego di strumentazione all’avanguardia come la piattaforma di metabolomica di proprietà della Fondazione E. Mach. La piattaforma metabolomica consiste in un insieme di strumentazioni sofisticate in grado di analizzare nel dettaglio e in velocità i composti bioattivi presenti negli alimenti. Questa piattaforma è in grado di realizzare in pochi mesi, con livelli di accuratezza elevatissimi,analisi che prima richiedevano alcuni anni.
L’estratto è stato testato per le sue presunte proprietà antinfiammatorie ed antiossidanti presso l’Università di Milano. La sperimentazione ha visto una prima fase in vitro, su cellule, e una seconda in vivo, su topo.
Si è quindi scoperto che a livello gastrico le condizioni di acidità e gli enzimi gastrici non sono in grado di idrolizzare gli ellagitannini. Questi antiossidanti sono invece idrolizzati nell’intestino con il rilascio di acido ellagico. Ma è proprio a livello gastrico che si sono riscontrati i benefici, ovvero quando gli ellagitannini non hanno subito nessuna modifica strutturale. In questo contesto, infatti, sono in grado di proteggere lo stomaco da lesioni (ulcere e gastrici) provocate dall’etanolo.
L’effetto anti-ulcera misurato in laboratorio risulta essere più elevato per le more rispetto ai lamponi. Questo è imputabile al fatto che la concentrazione di ellagitannini è più elevata nelle more (343 mg/100 g di frutta fresca) che nei lamponi (155 mg/100 g di frutta fresca).
In conclusione, si può dire che una dose stimabile attorno ai 150 g/dì di more e/o lamponi, ovvero il quantitativo normalmente presente nelle vaschette in commercio, è sufficiente per contrastare problemi di infiammazione gastrica. La stima è ovviamente approssimativa, in quanto dipende dal tipo di piccolo frutto e dal suo grado di maturazione.
I risultati di questo studio hanno aperto la strada a ulteriori ricerche. In particolare si studia la fragola, che di fatto è il piccolo frutto maggiormente consumato in Europa, e si vuole investigare sulle proprietà degli ellagitannini per le ulcere provocate da Helicobacter pylori.

Per saperne di più:
PLOS One
Fondazione Edmund Mach
Università di Milano