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Moria dell’ulivo: pubblicate le indicazioni dell’EFSA

La Commissione Europea ha richiesto all’EFSA (European Food Safety Authority – Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) le indicazioni per combattere la diffusione di Xylella Fastidiosa, causa di una moria di ulivi in Puglia, iniziata lo scorso ottobre. L’EFSA ha analizzato i vettori e gli ospitanti di questo batterio, nonché la modalità di importazione e diffusione del batterio stesso.
Quello della Puglia risulta essere il primo caso certificato di X. Fastidiosa in Europa. Le prime piante ad essere colpite sono state vecchi ulivi centenari che hanno dimostrato dei sintomi riconducibili alla X. Fastidiosa. I sintomi possono variare a seconda della pianta, ma sono riconducibili ad un mancato apporto di sostanze nutritive ed acqua. In particolare possono essere presenti bruciature marginali delle foglie, afflosciamento fogliare, avvizzimento dei rami, arresto della crescita ed eventuale morte della pianta stessa. La X. Fastidiosa è particolarmente insidiosa perché alcune piante, anche se infette, non dimostrano alcun sintomo.
X. Fastidiosa è presente nei continenti americano e asiatico, mentre in Europa ci sono stati in precedenza solo 2 casi segnalati ma mai certificati, uno in Kosovo e uno in Francia.

La X. Fastidiosa è un batterio patogeno, Gram negativo, aerobico appartenente alla famiglia Xanthomonadaceae. Al momento sono state catalogate 4 sottospecie: ssp. fastidiosa, ssp. pauca, ssp. multiplex e ssp. Sandyi. La temperatura di crescita ottimale è di 26-28°C e le colonie si formano nei canali di trasporto delle linfa impendendo così il normale movimento della linfa stessa.
Potenziali vettori della X. Fastidiosa sono tutti gli insetti che si nutrono di linfa grezza. Tuttavia non tutti gli insetti di questo tipo sono portatori del batterio. Le sputacchine (Philaenus spumarius) e le cicaline (Cicadella Viridis) risultano essere dei vettori, mentre tutti gli insetti che si nutrono di ninfa grezza sono da considerarsi solo vettori potenziali. Le cicaline e le sputacchine si sviluppano dalle uova con 5 stadi da ninfe e uno stadio da adulto con sviluppo di ali. Le ninfe prendono nutrimento dalle radici, mentre gli adulti dalle parti fuori suolo. Il vettore nutrendosi da piante infette si contamina e può immediatamente trasmettere il batterio a piante sane. Il batterio rimane nell’apparato alimentare e non infetta l’intero insetto vettore. Di fatto si riproduce nell’apparato pre-cibarium (parte anteriore dell’intestino). Questo comporta la perdita dell’infezione con la muta e quindi l’insetto deve essere reinfettato per veicolare nuovamente il batterio.

Secondo gli esperti dell’EFSAla diffusione della X. Fastidiosa avviene principalmentetramite piante infette o spostamento di vettori infetti. Si crede che il trasporto di legno, frutta e fiori recisi abbia poco peso nella diffusione del batterio dato che questi substrati non risultano essere di interesse per gli insetti vettori. Invece la maggior possibilità di contagio è ritenuta essere il trasporto di piante per la messa in dimora e di insetti vettori contagiati.
Le piante che possono veicolare la X. Fastidiosa sono di tutti i tipi: arboree e erbacee, coltivazioni e granaglie, vegetazione naturale e coltivazione marginali. Inoltre piante infette possono superare le ispezioni perché possono non presentare alcun sintomo o essere in quiescenza. Purtroppo, il batterio non muore nemmeno durante la quiescenza della pianta, anche se le radici sono conservate a 4°C.
La velocità e la temperatura media nei trasporti determinano l’arrivo a destinazione anche degli insetti contaminati vivi. Infatti tempi lunghi di trasporto (oltre le 2-3 settimane), le basse (<5°C) o le alte temperature (>30°C) renderebbero difficile la crescita e la vita degli insetti vettori.
La diffusione della X. fastidiosa da parte degli insetti vettori è marginale dato che questi volano per corte distanze (ca. 100mt).

Secondo gli esperti dell’EFSA allo stato attuale non esiste una strategia specifica per combattere la X. Fastidiosa, ma dato che le principali fonte di infezione in Europa sono, come si è detto, il commercio e la movimentazione delle piante, bisogna concentrare la prevenzione proprio attivando la sorveglianza sulle piante da messa a dimora e sugli insetti infetti presenti nelle partite di vegetali, con un approccio basato su sistemi integrati.

L’indagine dell’EFSA proseguirà in modo più ampio e organico, sì da arrivare a una valutazione completa del rischio per i paesi UE

Per saperne di più:
EFSA

Per maggiori dettagli sulla X. Fastidiosa e sulle modalità di prevenzione consultare  il documento in allegato.