Parte III Cap. 2 Normativa

Premessa

A seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto ministeriale, è diventato obbligo di legge l’impiego in agricoltura della lotta integrata o di altre forme di agricoltura che prevedano un utilizzo limitato di fitofarmaci.
In virtù della nuova normativa gli agricoltori dovranno utilizzare con maggiore attenzione i fitofarmaci, con l’obiettivo di ridurre significativamente l’uso di agenti chimici in agricoltura, incrementando proporzionalmente l’adozione di sistemi alternativi di difesa delle colture (mezzi agronomici, genetici, igienici, impiego di organismi utili, utilizzo di agrofarmaci selettivi e a minor rischio possibile, dosi ridotte e ridotto numero di trattamenti, etc.).
Il nuovo decreto del 22 gennaio 2014 attua definitivamente la Direttiva 2009/128 e il Regolamento 1107/2009 dell’Unione Europea sull’utilizzo sostenibile dei pesticidi. La riduzione del rischio per la salute umana e per l’ambiente si persegue in questo caso attraverso un quadro di azioni per l’impiego sostenibile dei prodotti fitosanitari, lo sviluppo delle tecniche di agricoltura integrata e di approcci e tecniche alternative a quella tradizionale.

I nuovi obblighi di legge

Il decreto del 22 gennaio 2014 comporta:

  • l’obbligo di sottoporre a ispezione le attrezzature per la distribuzione dei pesticidi;
  • l’adozione di provvedimenti che assicurino un maggiore rispetto dell’ambiente e della salute anche durante le operazioni di manipolazione, stoccaggio, smaltimento delle confezioni e degli imballaggi dei prodotti fitosanitari;
  • l’adozione di provvedimenti orientati alla tutela dell’ambiente acquatico e delle fonti di approvvigionamento di acqua potabile;
  •  l’informazione e sensibilizzazione della popolazione.

Il Piano di Azione Nazionale

L’Italia per il proprio Piano di Azione Nazionale può sfruttare i punti di forza acquisiti nell’applicazione di misure come la difesa integrata, grazie al vantaggio di decenni di applicazione di specifici disciplinari regionali. Le novità italiane riguardano l’adozione e promozione di livelli più avanzati di produzione integrata volontaria, anche con l’impostazione di linee guida più restrittive nella scelta dei prodotti fitosanitari, l’obbligo della riduzione dei volumi d’acqua e l’impegno per le Regioni nel potenziamento delle reti di monitoraggio per fornire informazioni tempestive alle aziende sulla presenza dei parassiti e sulle strategie di protezione.
Per la misura relativa alla Formazione e Informazione l’Italia può utilizzare il sistema di rilascio dei patentini, già esistente. I patentini, ora, diventano obbligatori per tutte le utilizzazioni professionali di agrofarmaci e non solo per quelli classificati come tossici o nocivi. Il passo ulteriore è l’addestramento e la certificazione dei consulenti, figura introdotta dalla Direttiva 128/2009.

In Italia leproblematiche maggiori potranno sorgere nell’adozione delle misure di tutela delle acque, dove mancano specifiche esperienze nella gestione di fasce tampone e nel controllo certificato delle macchine irroratrici. Entro il 2016, infatti, tutte le attrezzature dovranno essere ispezionate almeno una volta; il compito è affidato alle regioni e la mancanza di un ente centrale preposto al coordinamento dell’ attività potrebbe creare altri ritardi.

Il Piano si articola sui seguenti obiettivi:

  • ridurre l’impatto dei prodotti fitosanitari in aree sia agricole sia extra agricole e frequentate dalla popolazione;
  •  promuovere l’applicazione della difesa integrata, dell’agricoltura biologica e di altri approcci alternativi;
  • ridurre i rischi e gli impatti dei prodotti fitosanitari sulla salute umana, sull’ambiente e sulla biodiversità e proteggere gli utilizzatori dei prodotti fitosanitari e la popolazione interessata;
  • tutelare i consumatori;
  • salvaguardare l’ambiente acquatico e le acque potabili;
  • conservare la biodiversità e tutelare gli ecosistemi.


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