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Piccoli frutti. Aumentarne la produzione è un investimento redditizio

Il Centro Ricerche Produzioni Vegetali (CRPV) il 16 ottobre 2014 ha organizzato a Bettola (PC) un convegno sulla fattibilità di coltivazione dei piccoli frutti sulle colline piacentine. La realtà ambientale piacentina non è molto diversa da tante altre realtà collinari, quindi le soluzioni trovate per questa zona bene si adattano anche ad altre zone.

La possibilità di coltivare piccoli frutti risulta economicamente vantaggiosa in quanto, nonostante il calo dei consumi per frutta e verdura in generale, il consumo dei piccoli frutti continua a crescere e la produzione attuale non riesce a soddisfare la richiesta del mercato interno; infatti ben il 70% delle vendite di questi frutti è di importazione.
In Italia si sta diffondendo in diverse regioni la coltivazione del mirtillo, specie di quello gigante americano, in quanto esistono varietà che sopportano bene anche il clima caldo.
Attualmente la regione leader della produzione è il Trentino, seguito dal Piemonte e quindi dalla Lombardia. Le zone con una maggior concentrazione di coltivazioni sono Sondrio e la Valtellina, in cui sono ben 50 gli ettari coltivati a piccoli frutti. I più coltivati sono lamponi e mirtilli e in entrambi i casi rappresentano il 40% delle coltivazioni,  mentre il restante 20% è coltivato a more e ribes.
Durante il convegno sono state analizzate diverse realtà, e sebbene sia chiaro che la produzione è possibile, ci sono diversi aspetti che devono essere approfonditi e migliorati.

I vantaggi di iniziare questo tipo di coltivazione sono riassumibili in:

  • possibilità di sfruttare terreni difficili e attualmente non coltivati;
  • investimenti iniziali bassissimi;
  • alta domanda da parte del mercato.

Tuttavia, prima di iniziare questo tipo di coltivazione è utile tenere presente che:

  • la manodopera incide per il 70% sulle spese;
  • i piccoli frutti richiedono un terreno acido;

La Drosophila suzukii può essere un problema visto che è attratta anche dai piccoli frutti.

Nelle colline piacentine, grazie alla Misura 411, Azione 7 del PSR, diverse aziende hanno incominciato negli ultimi anni a produrre e commercializzare piccoli frutti. Nella maggior parte sono le aziende familiari a  coltivare questi frutti su terreni agronomicamente difficili da gestire. La vendita in genere è diretta e vista l’alta richiesta tutto il prodotto viene venduto.
Dai dati presentati dalla Cooperativa Agrifrutta di Peveragno (Cuneo) si vede che la coltivazione del lampone può avvenire tra i 300 e i 900 metri, in questo modo si ha la possibilità di dilazionare la produzione. Inoltre, la presenza di un terreno non idoneo (ad esempio quello calcareo tipico dell’appennino) può essere ovviata mediante la coltivazione in vaso.
Anche i dati di produzione sono interessanti, infatti i piccoli frutti entrano in produzione molto velocemente, durano in genere 8 anni di piena raccolta (il mirtillo può anche arrivare anche a 20) e le rese per 1.000 m2 in media sono:

  • lampone: 8-12 q;
  • mora: 15-20 q;
  • ribes: 10-15 q;
  • mirtillo: 12-15 q.

Dai dati emersi dal convegno si nota quindi un inizio promettente, tuttavia sono emerse anche le difficoltà riscontrate e quindi individuate le linee di azione futura.
Risulta infatti necessario potenziare:

  • l’assistenza tecnica soprattutto sul tipo di terreno maggiormente idoneo;
  • la ricerca di nuove varietà con caratteristiche migliori al nostro clima e con periodo di commercializzazione più lungo;
  • la catena del freddo per incrementare la commercializzazione.

Per saperne di più: Atti di "Piccoli Frutti  nuove oppotunità per le colline Piacentine".
I documenti del convegno di Bettola il 16 ottobre 2014 sul tema: 

L’intervento Carli

Gli altri interventi in allegato

Centro Ricerche Produzioni Vegetali