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Progetto REFERTIL: pronta la bozza sulla standardizzazione del biochar

Biochar e compost sono fertilizzanti e ammendanti naturali che derivano dalla degradazione di materiale organico. Entrambi i processi infatti, portano alla possibile riutilizzazione di azoto, potassio e fosforo da parte delle piante e, avendo un alto contenuto di materia organica, risultano essere dei buoni ammendanti per il suolo. La differenza sostanziale tra i due prodotti sta nella tipologia di processo di degradazione a cui viene sottoposto il materiale organico.
Il biochar si ottiene sottoponendo la materia organica a un trattamento di pirolisi, ovvero a una combustione ad alta temperatura (450-600°C) e in assenza d’aria, mentre nel compost la materia organica viene degradata a temperature di 45-70°C.
L’Unione Europea ha finanziato un progetto all’interno del settimo programma quadro che vuole sviluppare un sistema avanzato e completo per il trattamento dei rifiuti organici e il recupero dei nutrienti con impatto zero sul livello delle emissioni, dando vita a un ciclo virtuoso di elementi nutritivi sicuri, economici, ecologici, forniti al terreno con fertilizzanti e ammendanti, standardizzati, a base di compost combinato a biochar.
Il progetto, denominato REFERTIL, a cui partecipa anche l’Italia con Agroinnova (Università di Torino) e il Comune di Grugliasco, ha avuto inizio il primo di ottobre 2011, ha durata quadriennale e un budget totale di tre milioni di Euro.

I partner del progetto hanno lavorato per riuscire ad ottenere un prodotto standardizzabile e omogeneo, condizione necessaria per poter essere impiegato in maniera produttiva in campo agricolo. Infatti, soltanto attraverso una standardizzazione e omogeneizzazione del prodotto si può conoscere esattamente il suo valore di fertilizzazione e quindi fornire indicazioni precise sul suo utilizzo. Al tempo stesso si rende possibile la formulazione di leggi e norme adeguate all’impiego del biochar stesso.
I progressi effettuati finora hanno portato alla formulazione di una bozza sulla standardizzazione del biochar da sottoporre agli Stati membri.

La produzione di biochar prevede l’impiego di materiale organico, come rifiuti organici urbani, residui agricoli e agroindustriali, successivamente sottoposto a un processo avanzato di carbonizzazione, utile ad aumentarne il valore aggiunto, quindi ad una trasformazione energeticamente efficiente, e infine ad un processo integrato di compostaggio per recuperare gli elementi nutritivi. Anche le ossa di animali da macello possono essere impiegate, e in questo caso si parla di biochar ABC (Animal Bone bioChar). Quest’ultimo tipo di biochar risulta essere particolarmente ricco di fosforo.
I prodotti che si ottengono sono di alta qualità e potranno essere utilizzati per ridurre l’impiego di fertilizzanti di sintesi in agricoltura. In questo modo si promuove la sostenibilità ambientale, ecologica ed economica delle filiere produttive, si riduce l’impronta ambientale negativa delle città e si contribuisce alla mitigazione dei cambiamenti climatici.

A beneficiare dei risultati del progetto saranno soprattutto gli agricoltori titolari di piccole e medie aziende agricole, anche di tipo biologico, che potranno accedere a prodotti sicuri, a basso impatto ambientale e biologici.
Il progetto può determinare anche un indotto positivo sull’occupazione in quanto, per ottimizzare costi e impatto ambientale, si prevede una produzione a livello regionale dove produttori di materia organica e fruitori del prodotto finale si alleano in associazioni e/o cooperative. Si dovrebbero creare così dei nuovi posti di lavoro “verde” a supporto di un’economia a basse emissioni di carbonio.

Per saperne di più:
Progetto REFERTIL  (EN)
CommNet (EN)
Agrinnova
Progetto REFERTIL Comune di Grugliasco