Ricercatori statunitensi identificano l’odore che attrae le cimici
I ricercatori del Servizio di Ricerca Scientifica (Agricultural Research Service – ARS) del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) sono riusciti a isolare, decodificare e quindi sintetizzare i segnali chimici di richiamo della cimice Halyomorpha halys. I risultati ottenuti sono stati pubblicati a giugno 2014 sul Journal of Natural Products.
La scoperta è di notevole valore scientifico in quanto apre la strada alla possibilità di creare trappole veramente efficienti ed efficaci contro questo insetto che provoca danni ingenti a moltissime colture. Questa cimice, infatti, è un insetto di origine asiatica che si è diffuso in moltissime regioni. Ha una dieta molto varia, al momento si contano ben 300 piante diverse che possono subire l’attacco della cimice. Oltre al fastidio che può provocare all’interno di abitazioni e giardini, a subire danni ingenti sono soprattutto le colture di mele, pesche, mais e soia.
I risultati di questa ricerca sono frutto di una collaborazione tra diversi Enti di ricerca negli Stati Uniti e a Taiwan.
Per riuscire a trovare il ferormone giusto, i ricercatori hanno analizzato i componenti degli odori emessi dalla cimice. Tra tutti i composti analizzati, sono stati notati due ferormoni particolarmente interessanti, emessi solo dai maschi adulti.
Questi due ferormoni sono stati identificati, caratterizzati e quindi riprodotti in laboratorio. Successivamente questi composti sono stati testati come agenti attrattivi e, visti i risultati promettenti, i ricercatori hanno proceduto con la preparazione di trappole contenenti al loro interno i due ferormoni. Sono state testate trappole contenenti i due composti da soli, come pure trappole contenti miscele dei due ferormoni.
I risultati ottenuti hanno dimostrato che in effetti i ferormoni individuati possiedono delle forti capacità attrattive verso altre cimici senza far differenza di sesso o stato di maturazione dell’insetto. Infatti attraggono indistintamente maschi, femmine e ninfe.
Dalla conta degli esemplari catturati emerge inoltre che i richiami sono più efficaci quando i due ferormoni sono miscelati tra loro rispetto a quando sono impiegati singolarmente.
Questa scoperta risulta di particolare rilievo vista la comprovata inefficace azione delle trappole finora in commercio.
Infatti, proprio poco prima della scoperta dei ricercatori di ARS, altri ricercatori avevano pubblicato su Environmental Entomology un articolo riportante i dati raccolti con un’altra ricerca mirante a verificare la bontà delle trappole in commercio. In questa ricerca, alcuni scienziati dell’Università del Maryland (USA) hanno messo alla prova l’efficacia delle trappole per cimici sui campi di pomodoro.
Per misurare l’efficacia di dette trappole, queste ultime sono state posizionate soltanto in alcuni dei campi selezionati per la ricerca, mentre altri campi non sono stati trattati in alcun modo al fine di poter essere impiegati come riferimento per la ricerca.
Gli esperimenti effettuati hanno dimostrato che le trappole attraevano sicuramente le cimici, le quali sono arrivate in gran numero sui campi grazie ai richiami delle esche, ma, una volta sui campi, preferivano i pomodori alle esche. Risultato: i campi forniti di trappole avevano molte più cimici dei campi non trattati e privi di trappole. Di conseguenza i campi con le esche hanno subito danni maggiori rispetto a quelli senza.
Per saperne di più:
USDA
Journal of Natural Products
Environmental entomology