“Sponge cities”: città più verdi, sostenibili e resilienti
di Alessandro Campiotti
Le città occupano appena il 3% della superficie terrestre, ma consumano il 75% delle risorse del pianeta. L’idea di sponge city (città spugna) rinnova i tradizionali canoni di pianificazione urbana, purché si proceda di pari passo ad una riduzione del consumo di suolo.
In un’intervista di qualche anno fa il celebre architetto Renzo Piano definiva la città come “ una stupenda emozione dell’uomo…anzi come l’invenzione dell’uomo ”, eppure, nel corso del tempo, quell’emozione ha assunto sempre più una valenza di carattere negativo. A livello globale le città occupano appena il 3% della superficie terrestre, ma sono responsabili del 75% del consumo di risorse materiali, del 70% del consumo energetico e dell’80% delle emissioni di gas climalteranti, contribuendo fortemente al riscaldamento globale. Numerosi studi prevedono che, entro il 2050, il 70% della popolazione mondiale risiederà nelle città che diventeranno luoghi sempre più caotici, energivori, inquinati e difficili da gestire. Un recente rapporto pubblicato dall’Agenzia europea dell’Ambiente (AEA) mette in guardia sui rischi legati ai cambiamenti climatici, con particolare attenzione a siccità, inondazioni, inquinamento idrico e atmosferico, sottolineando la necessità di agire al più presto per mitigare gli effetti di tali fenomeni, e in questo modo tutelare l’ambiente e la salute umana. Una possibile risposta a questi problemi fu concettualizzata in Cina all’inizio degli anni 2000, e si riferisce ad un nuovo paradigma di città, definita sponge city (città spugna). Si tratta di concepire lo sviluppo urbano in funzione di quattro proprietà principali – naturale, sociale, economica e tecnica – realizzando una pianificazione che massimizzi la presenza di spazi verdi e promuova quei servizi ecosistemici legati alla gestione delle acque, con l’obiettivo di mitigare i fenomeni di allagamento e inondazione causati dalle sempre più frequenti “bombe d’acqua”. Negli ultimi anni, numerose città europee hanno avviato progetti di rigenerazione urbana basati sul concetto di sponge city, da Parigi a Madrid, da Londra ad Amsterdam, da Milano a Copenaghen. A questo proposito, sono stati realizzati interventi di devamping (depavimentazione), dove il tradizionale asfalto è stato sostituito da coperture vegetali o da innovativi asfalti porosi, drenanti e ad alto albedo (capacità di riflettere la luce), per aumentare la permeabilità superficiale e ridurre l’assorbimento di energia solare. Al contempo sono stati progettati nuovi parchi urbani secondo la logica del rain garden (giardino della pioggia), caratterizzati da leggere depressioni per favorire il drenaggio e il deflusso delle acque piovane; sullo stesso concetto sono sorte le water square (piazze d’acqua), per migliorare la raccolta idrica all’interno di serbatoi sotterranei, e in questo modo consentirne il riutilizzo per l’irrigazione e la pulizia delle strade. Ulteriori interventi hanno riguardato la realizzazione di tetti e pareti verdi, per ridurre l’incidenza delle piogge, promuovere la biodiversità animale e vegetale, abbassare la concentrazione di CO2 atmosferica, migliorare l’efficienza energetica degli edifici e contribuire al contenimento del fenomeno “isola di calore”. Tuttavia, va sottolineato che l’attuazione di tali interventi di rigenerazione urbana dovrebbe correre di pari passo ad una decisa riduzione del consumo di suolo, che in Italia viene cementificato alla velocità di 2,4 metri al secondo, con numerose conseguenze negative sugli ecosistemi naturali, sulla sicurezza alimentare e sulla sostenibilità della città. Pertanto, solo un’azione parallela su questi due binari, condivisa da amministratori e cittadini, consentirà di migliorare l’efficacia degli interventi adattativi, promuovere lo sviluppo urbano sostenibile e rendere le città sempre più verdi, sostenibili e resilienti.
Per approfondire
Ali Hamidi, Bahman Ramavandi, George A. Sorial, Sponge City — An emerging concept in sustainable water resource management: A scientometric analysis, Resources, Environment and Sustainability, Volume 5, 2021, 100028, ISSN 2666-9161, https://doi.org/10.1016/j.resenv.2021.100028;
European Environmental Agency (EEA),
I rischi climatici per la salute posti dalle inondazioni, dalla siccità e dalla qualità dell’acqua richiedono un intervento urgente, 2024,
https://www.eea.europa.eu/it/highlights/i-rischi-climatici-per-la;
Ma J, Liu D, Wang Z. Sponge City Construction and Urban Economic Sustainable Development: An Ecological Philosophical Perspective. Int J Environ Res Public Health. 2023 Jan 17;20(3):1694. doi: 10.3390/ijerph20031694. PMID: 36767061; PMCID: PMC9914648.
Foto di intestazione: Redazione
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