* L’impegno di Favini in ricerca e innovazione

La partecipazione di Favini a un progetto di ricerca per l’upcycling di carte ecologiche
Un’economia sempre più circolare è uno degli obietti del progetto CirCo (Circular Coffee), al quale partecipa Favini con l’Istituto di Scienze e Tecnologie Molecolari del CNR, l’Università di Milano, Eurac Research e il produttore di cosmetici Intercos.


Si tratta di un progetto di ricerca integrata sulle biotecnologie industriali e sulla bioeconomia e, in
particolare, sul possibile riutilizzo dello scarto industriale della tostatura del caffè per la produzione di carta.
Già dal 2012, il reparto Ricerca & Sviluppo di Favini realizza Crush una gamma di carte 
ecologiche che riusa creativamente (upcycling) i residui agro industriali della lavorazione di agrumi, uva, ciliegie, lavanda, mais, olive, kiwi, nocciole e mandorle in sostituzione parziale della cellulosa.

Il mercato del caffè, uno dei più fiorenti a livello mondiale, e la lavorazione del prodotti genera differenti tipologie e una notevole quantità di scarti, tra i quali la pellicola argentea (silverskin). Il progetto mira a trasformare i materiali residui da problema, per i produttori, a opportunità da cogliere per l’economia e per l’ambiente. 

Ad esempio, la pellicola argentea (coffee silverskin), scarto della lavorazione italiana del caffè, rappresenta fino al 2 per cento del peso totale del chicco di caffè ovvero, solo in Italia, 7.500 tonnellate all’anno, solo parzialmente utilizzate come fertilizzante o come combustibile. 
Favini, insieme ai partner, grazie a questa ricerca intende approfondire ulteriormente il proprio know-how in materia di riutilizzo di sotto-prodotti e in particolare del silverskin. La contaminazione di idee tra enti, oltre ad aziende di settori diversi, come Intercos, che sviluppa e produce prodotti cosmetici, può aiutare a rendere l’economia sempre più circolare, migliorare i processi produttivi e il grado di sostenibilità ambientale. Puntando sulla riconversione dei processi da convenzionali a circolari, è possibile attuare infatti un cambiamento importante, in grado di ottimizzare l’utilizzo delle risorse naturali rinnovabili e di valorizzare gli scarti di produzione. 


Secondo gli amministratori della società, la partecipazione a questo progetto di ricerca consente a Favini di mettere a disposizione l’esperienza maturata nel campo e aprirsi a una proficua contaminazione di idee. L’azienda da anni utilizza i sottoprodotti della lavorazione della filiera del agri-food per produrre carta. Crush, arriva a sostituire fino al 15% di cellulosa vergine con residui agro-industriali, senza intaccare la qualità del prodotto e riducendone l’impronta ecologica.


QUI il comunicato dove annunciava l'inizio del progetto con CNR