Una Desiree resistente alla peronospera
Ricercatori inglesi, coordinati dal professor Jonathan Jones del Sainsbury Laboratory, Norwich Research Park (Norwich, UK) hanno pubblicato di recente i risultati della loro ricerca sulla selezione di una nuova patata resistente alla peronospora (Phytophthora infestans). L’articolo, comparso sul Philosophical Transactions of the Royal Society B a metà febbraio di quest’anno, descrive la selezione in laboratorio di una patata, cv "Desiree" , incrociata con i geni di una patata selvatica sudamericana, la Solanum venturii.Quest’ultima varietà presenta una resistenza innata a Phytophthora infestans.
La ricerca iniziata tre anni fa aveva lo scopo di trovare un’alternativa all’impiego troppo massiccio di fitofarmaci nella coltivazione delle patate, principalmente necessari per combattere la peronospora. La peronospora è un microrganismo della famiglia degli oomyceti, che attacca principalmente le piante di patate e pomodori. Le piante infettate subiscono dei danni all’apparato fogliare con conseguente riduzione della fotosintesi e quindi dell’accumulo di sostanze di riserva nel tubero. La peronospora è una delle malattie più devastanti anche a causa della persistenza nel terreno e della capacità di superare le difese naturali delle colture.
Per sconfiggere questo oomyceto si ricorre ad un uso, a volte necessariamente massiccio, di fitofarmaci. Ma i fitofarmaci presentano costi ambientali non sostenibili, un impatto economico non marginale e ripercussioni non trascurabili sulla salute umana.
Per diminuire l’uso di fitofarmaci il gruppo di ricerca ha concentrato la propria attenzione sulle cultivar patogeno-resistenti senza però perdere di vista le caratteristiche organolettiche e produttive.
Come detto sopra la soluzione proposta dai ricercatori inglesi viene dall’incrocio di due patate: la prima, Desiree, comunemente coltivata in tutta Europa, e una seconda, Solanum venturii, presente in Sudamerica come specie selvatica. Questa varietà presenta resistenza genetica alla peronospora; i ricercatori hanno individuato nel gene Rpi-vnt1.1 la causa della resistenza. Una volta individuato il gene responsabile, i ricercatori hanno provveduto alla sua estrazione e quindi alla sua introduzione nella varietà comune Desiree.
La scelta della modificazione genetica, invece della metodologia tradizionale a incroci successivi, è principalmente dettata dalla velocità ed efficacia del metodo. Infatti i tempi lunghi necessari con gli incroci normali possono consentire anche al patogeno di adattarsi alla nuova varietà rendendo così inutili gli sforzi di ricerca e selezione.
Le patate normalmente coltivate possiedono circa 750 geni di resistenza, ma nella maggior parte delle varietà la peronospora è in grado di superarli.
La patata ottenuta è a tutti gli effetti una Desiree, soltanto con una resistenza naturale alla Phytophthora infestans.
La sperimentazione è durata tre anni ed è avvenuta sui campi sperimentali del John Innes Centre, istituto di ricerca sulle piante di Norwich.
Un risultato particolarmente significativo è stato ottenuto nel 2012, quando, date le condizioni ambientali particolarmente favorevoli alla propagazione della peronospora, non si è provveduto ad inoculare il patogeno ma si è osservata la normale diffusione. All’inizio di agosto, il 100% delle patate non modificate erano infette, invece tutte le piante modificate sono risultate resistenti al patogeno fino al termine della sperimentazione. Inoltre si è ottenuto un secondo risultato molto importante: la resa delle piante modificate è risultata nettamente maggiore rispetto a quelle non modificate (da 6 a 13 kg di tuberi per blocco nel primo caso contro una resa variabile da 1,6 a 5 kg nel secondo).
Questa patata non è ancora disponibile sul mercato in quanto la normativa vigente in materia di specie modificate geneticamente richiede un’autorizzazione specifica della Comunità Europea. La ricerca è stata finanziata dal Consiglio di Ricerca per le Biotecnologie e Scienze Biologiche del Regno Unito e da imprese private.
Per saperne di più:
Philosophical Transactions of the Royal Society B
Sainsbury Laboratory, Norwich Research Park (Norwich, UK)