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Interventi ecocompatilbili contro la mosca della frutta

 

La mosca della frutta causa danni ingenti all’agricoltura, infatti può infestare oltre 300 tipi diversi di colture, spaziando dai frutti coltivati, selvatici o con gheriglio, agli ortaggi. 

Il mese scorso i ricercatori dell’Università di East Anglia (Norwick – UK) in collaborazione con Oxitec (Oxford – UK) hanno pubblicato sul Journal Proceedings of the Royal Society B la loro ricerca per il controllo di tale mosca.  Il metodo, da loro pensato e realizzato, si è dimostrato economico, efficace e rispettoso dell’ambiente. Infatti il rilascio di maschi geneticamente modificati ha portato a una rapida diminuzione della popolazione effettiva, con conseguente immediato beneficio delle colture.

Attualmente il controllo si effettua in uno o più dei modi seguenti:              

  • trattamenti con pesticidi, in genere una miscela;
  • posizionamento di trappole;
  • metodi di controllo biologico;
  • rilascio di insetti sterilizzati (metodo SIT – Sterile Insect Tecnique).

Secondo i dati riportati dall’Università di East Anglia, tra tutte le tecniche attualmente impiegate per il controllo di questo parassita, il SIT è considerato quello più rispettoso dell’ambiente in quanto usa maschi sterili per rendere improduttivo l’accoppiamento tra maschi e femmine in natura.
L’aspetto negativo è che in natura questi maschi modificati non riescono ad accoppiarsi bene come in ambiente protetto, in quanto le radiazioni impiegate per sterilizzarli li rendono più deboli.
Un’alternativa al SIT potrebbe essere una modificazione genetica della mosca in modo che questa sia in grado di generare solo figli maschi. Ed è proprio questa la strada intrapresa dai ricercatori di Oxitec e della East Anglia University, che nel corso della loro ricerca sono riusciti a selezionare mosche maschio non sterili ma geneticamente modificate in grado di generare soltanto maschi. Negli esperimenti effettuati, i ricercatori hanno potuto effettivamente notare un rapido e sostanziale decremento della popolazione femminile che ha portato a una diminuzione della popolazione totale.
Essendo stati geneticamente modificati, i maschi non devono sottostare ad ulteriori trattamenti, ivi compreso quello di sterilizzazione, e quindi sono più sani e robusti di quelli tradizionalmente impiegati nella tecnica SIT.

La sperimentazione è avvenuta in ambiente protetto, in particolare all’interno di una grande serra situata a Creta di proprietà dell’Università di Creta (Grecia). L’ambiente ricreato era il più simile possibile ad una ambiente naturale, e qui sono state effettuate le misurazioni per controllare l’effettiva efficacia del metodo.
In questo sistema chiuso si è potuto notare una drastica diminuzione dopo l’immissione della mosca modificata. I risultati ottenuti lasciano intravvedere interessanti sviluppi per la tecnica di controllo della mosca della frutta, anche perché la tecnica si dimostra economica, efficace e compatibile con l’ambiente.

La modificazione genetica avviene inserendo un gene specificatamente femminile all’interno dell’insetto. Questo gene interrompe lo sviluppo prima che la femmina raggiunga lo stadio riproduttivo. La creazione di mosche geneticamente modificate di solo sesso maschile avviene in ambiente controllato in cui è presente una dieta mancante del repressore chimico necessario alle femmine per sopravvivere. I maschi sopravvissuti vengono così rilasciati nell’ambiente. Al momento dell’accoppiamento, il maschio modificato geneticamente passa naturalmente il gene per l’autolimitazione delle femmine alla propria progenie, impedendo quindi la crescita di esemplari femminili.

Il metodo è in attesa dei permessi necessari per essere testato in campo aperto.

Per saperne di più:
Journal Proceedings of the Royal Society B
University of East Anglia