06_002_kiwi

I risultati delle ricerche del C.R.A. sulla batteriosi del kiwi

L’Italia è il secondo produttore mondiale di kiwi (actinidia), tuttavia dal 2008 i coltivatori di kiwi devono confrontarsi con una nuova fitopatia provocata da un batterio (Pseudomonas syringaepv. Actinidiae – PSA), che sta provocando danni gravissimi in tutte le maggiori aree di produzione.

La massima virulenza appare sulle varietà di frutto a polpa gialla, appartenenti tutte alla specie Actinidia chinensis; a questa specie appartengono anche genotipi con frutto a polpa verde ma non sono attualmente commercializzati. Il frutto più noto, quello a polpa verde, appartiene alla varietà Hayward, che è la più estesamente coltivata al mondo e appartiene alla specie A. deliciosa. Anche Hayward e altre varietà della stessa specie appaiono suscettibili alla batteriosi ma in forma meno grave.
I ricercatori italiani, in questo periodo, hanno condotto numerose ricerche tra cui due grandi progetti finanziati dal MiPAAF:

•INTERACT: "Interventi di coordinamento ed implementazione delle azioni di ricerca, lotta e difesa al cancro batterico dell’Actinidia (Psa)".

•ARDICA:     "Azioni di ricerca e difesa al cancro batterico dell’Actinidia (Psa)".

I due progetti sono strettamente collegati tra loro e sono stati condotti dal C.R.A. – Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura.
I progetti si sono conclusi a fine giugno e a luglio a Caserta sono stati presentati i risultati ottenuti.

Le ricerche hanno portato a:

aumentare le conoscenze di base sul batterio e sull’interazione batterio –pianta;

• definire tecniche agronomiche utili per contrastare la diffusione e ridurre la pericolosità del patogeno;

migliorare le tecniche diagnostiche;

impostare uno specifico piano di miglioramento genetico per l’individuazione di germoplasma di actinidia tollerante o resistente alla malattia.

Durante il convegno sono stati illustrati i risultati ottenuti che riguardano:

• Il sequenziamento e l’annotazione del genoma e delle proteine dei ceppi del patogeno, la sua capacità di competizione ambientale e la sua resistenza nei confronti dei mezzi di contrasto comunemente impiegati. L’avvenuto sequenziamento dei ceppi batterici del PSA, apre ora nuove e favorevoli prospettive per il contrasto e la prevenzione della malattia.

• L’origine dell’attuale popolazione del patogeno. Questo patogeno, che risulta essere molto aggressivo e diffuso, non ha origine dalla precedente popolazione, risalente in Italia a circa 20 anni fa, ma è stato invece introdotto con buona probabilità nel nostro Paese mediante materiale infetto a lungo periodo di latenza.

• I fattori scatenanti. I notevoli danni prodotti, anche a livello economico, sulle coltivazioni sono stati favoriti dalla concomitanza di fattori scatenanti, quali forti gelate e notevole contiguità degli impianti di actinidia lungo ampie superfici. Dagli studi è emerso che i principali fattori predisponenti la malattia sono gelate e forte piovosità, e i periodi più a rischio sono autunno-inverno e inizio primavera. Queste conoscenze hanno portato all’individuazione del momento più opportuno per i trattamenti di difesa della piante riducono al massimo la possibilità di diffusione nei e tra i frutteti.

• Correlazione batteriosi e chimica del suolo. È stata accertata una chiara correlazione tra composizione chimica del suolo e la predisposizione alla batteriosi; tale relazione risulta differente per il kiwi giallo e il kiwi verde. Sono state quindi proposte forme di allevamento della pianta che, aumentando la circolazione dell’aria all’interno della chioma e riducendo il volume di legno colonizzabile dal batterio, riducono significativamente l’incidenza della malattia.

• Forme di lotta. Sono stati individuati alcuni nuovi composti chimici e di origine biologica in grado di ridurre efficacemente la severità e l’incidenza della malattia in pieno campo.

Per saperne di più:

Risultati della ricerca
ARDICA
Ente CRA