Nasce l’Agenda urbana per lo Sviluppo Sostenibile delle città
Pubblicata da ASviS e Urban@it, l’Agenda urbana nasce con l’obiettivo di portare avanti delle politiche urbane per “rendere le città più inclusive, sicure, resilienti e sostenibili”, come previsto anche dall’Obiettivo 11 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Secondo l’ASviS, qualità dell’aria, povertà ed esclusione sociale, sicurezza delle abitazioni rappresentano le principali problematiche delle città italiane.
Cosa prevede l’Obiettivo 11 dell’Agenda 2030
Le città rappresentano oggi circa il 3% della superficie terrestre. Nonostante occupino una parte limitata del pianeta, sono responsabili del 60-80% dei consumi di energia e del 75% delle emissioni di CO2 a livello globale. Nel 2015, il 54% della popolazione mondiale, circa 4 miliardi di persone, viveva nelle città e, secondo la FAO, saranno almeno 5 miliardi entro il 2030. Tuttavia, oltre 800 milioni di persone nel mondo vivono ancora in baraccopoli e il loro numero è in costante aumento. Secondo le Nazioni Unite, il 95% dell’espansione urbana prevista per i prossimi anni si registrerà soprattutto nei paesi che oggi vengono considerati “in via di sviluppo”.
L’Obiettivo 11 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile prevede, entro il 2030, di incrementare il numero di aree urbane sostenibili e inclusive a livello globale, garantendo a tutti la disponibilità di alloggi adeguati e sicuri e l’accesso ai servizi di base e ad un sistema di trasporti efficiente e sostenibile. Prevede, inoltre, entro lo stesso arco temporale, di diminuire in modo sostanziale le perdite economiche dirette rispetto al prodotto interno lordo globale causate da calamità naturali, comprese quelle legate all’acqua, e la protezione dei poveri e delle persone che si trovano in situazioni economiche tali da renderli più vulnerabili a tali fenomeni. Con l’Obiettivo 11, le Nazioni Unite si impegnano poi a ridurre notevolmente l’impatto ambientale negativo pro-capite della città, con particolare attenzione alla qualità dell’aria e alla gestione dei rifiuti urbani, e a fornire l’accesso universale a spazi verdi e pubblici sicuri e inclusivi per tutti.
Il Patto dei Sindaci (Covenant of Mayors), che coinvolge 300 Comuni dell’Unione europea, prevede di diminuire le emissioni di CO2 entro il 2020.
Figura 1. Target di riduzione delle emissioni di CO2 in 300 Comuni dell’Unione europea
L’Obiettivo 11 prevede, inoltre, l’attuazione di politiche integrate e piani tesi all’inclusione, all’efficienza delle risorse, alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici, alla resilienza ai disastri, promuovendo una gestione olistica del rischio dei disastri a tutti i livelli, in linea con l’Accordo di Sendai per la riduzione del rischio di disastri 2015-2030. A questo proposito, un sondaggio realizzato nel 2014 su200 città europee ha evidenziato che solamente il 65% delle città (in Europa) ha sviluppato e messo in atto un piano ambientale per adattarsi ai cambiamenti climatici. In particolare, soltanto il 25% delle 200 città-campione ha messo in atto un piano di adattamento e/o di mitigazione ai cambiamenti climatici (Reckien et al.2014)con infrastrutture verdi per ridurre i rischi di emissioni di gas serra, inquinamento e alluvioni (Figura 2).
Figura 2. Infrastrutture verdi nelle aree metropolitane in Europa
Nasce l’Agenda urbana per lo Sviluppo Sostenibile
Portare avanti delle politiche urbane per “rendere le città e gli insediamenti umani più inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili”, come previsto dall’obiettivo 11 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, e individuare le principali sfide dei prossimi anni sulle quali orientare l’azione delle autorità pubbliche (Governo, Regioni, Comuni). Con questo obiettivo nasce l’Agenda urbana per lo Sviluppo Sostenibile (Figura 3), pubblicata mercoledì scorso dall’ASviS (Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile) e dal Centro nazionale per le politiche urbane (Urban@it).
Figura 3. Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile – "Obiettivi e proposte”
L’Agenda urbana, spiega un comunicato stampa dell’ASviS, mostra come i sindaci possano trarre ispirazione dall’Agenda 2030 per affrontare in modo coordinato le principali problematiche sofferte dalle nostre città, dalla lotta alla povertà all’efficienza energetica, dalla mobilità sostenibile all’inclusione sociale.
Per l’Italia, l’Agenda illustra gli indicatori Eurostat sul “grado di urbanizzazione” e sottolinea come i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030, insieme ai 12 temi prioritari dell’Agenda urbana per l’Unione europea (“Patto di Amsterdam”, 30 maggio 2016) e agli obiettivi della Strategia nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (approvata dal Cipe – Comitato interministeriale per la programmazione economica il 22 dicembre 2017), potrebbero contribuire a sviluppare le azioni necessarie per lo sviluppo sostenibile. Infatti, le amministrazioni delle città, specialmente delle città metropolitane, potrebbero fare riferimento agli obiettivi e ai contenuti riportati in questi documenti sulla sostenibilità economica, sociale e ambientale come quadro di riferimento per gestire politiche più innovative, superando le logiche settoriali che spesso caratterizzano gli interventi realizzati sul territorio dai vari soggetti coinvolti.
Le principali problematiche delle città italiane secondo l’ASviS
L’Agenda urbana si propone come strumento-guida per il Governo, le amministrazioni locali e le organizzazioni della società civile che operano e agiscono per rendere migliori le nostre città. In particolare, essa indica alcuni punti per cui l’Italia si posiziona agli ultimi posti nella classifica dei paesi europei, in primis, la qualità dell’aria (richiamata nell’Obiettivo 3 dell’Agenda 2030). Inoltre, l’ASviS sottolinea che, nel 2015, il 20,1% della popolazione urbana italiana è stata esposta a concentrazioni eccessive di polveri sottili, soprattutto PM2,5 e PM10 (Figure 4 e 5). Tra i paesi europei, l’Italia riporta, purtroppo, anche il più elevato numero di morti premature correlate al PM2,5 (quasi 60 mila ogni anno) e ad altri inquinanti atmosferici come ozono e biossido d’azoto.
Figura 4. Concentrazione di PM10 nelle città europee
Figura 5. Concentrazione di PM2.5 nelle città europee
Sulla qualità dell’aria, l’Agenda propone come obiettivo per le aree urbane (in Italia) il non superamento del limite massimo stabilito dall’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) pari a 2,5 µg/mc entro il 2025. Un obiettivo che può essere raggiunto, secondo l’Agenda, realizzando una serie di azioni concrete sul settore dei trasporti e degli impianti di riscaldamento delle abitazioni, promuovendo, al contempo, infrastrutture verdi nelle città.
Per quanto riguarda poi la povertà e l’esclusione sociale, che costituiscono l’Obiettivo 1 dell’Agenda 2030, la situazione italiana resta critica rispetto a quella media europea. Attualmente, in Italia, ci sono circa 4,5 milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà (meno di 1000 euro lordi mensili), la maggior parte delle quali vive nelle città (dati ISTAT, 2014). L’Agenda si propone come obiettivo principale per le aree urbane la riduzione di 1,7 milioni di persone in condizioni di povertà entro il 2025, da realizzare sia attraverso politiche sociali da parte delle istituzioni, mirate al potenziamento della qualità dei servizi in tutte le regioni d’Italia, sia con lo sviluppo del welfare locale e l’elaborazione di un Piano nazionale di lotta alla povertà e all’esclusione sociale.
Per quanto riguarda la sicurezza delle abitazioni (richiamata nell’Obiettivo 11 dell’Agenda 2030), l’ASviS sottolinea che, nel 2015, l’11,3% della popolazione italiana urbana viveva in condizioni di grave disagio abitativo, a fronte di una media europea pari al 5,2%. L’obiettivo proposto dall’Agenda è quello di portare sotto il 4% il numero di persone che soffrono il disagio abitativo entro il 2030, attraverso l’elaborazione di un Piano strategico per le città italiane a dieci anni. Inoltre si propone l’evoluzione dell’esperienza dei bandi per le periferie, una Strategia nazionale per la rigenerazione urbana e le periferie per quanto riguarda gli aspetti sociali, di sicurezza e di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente, potenziando il Piano casa (legge n. 80 del 2014) e attuando l’accordo Governo–Anci per l’accoglienza dei rifugiati.
Fonti per approfondire:
- Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile;
- “Agenda urbana per lo Sviluppo Sostenibile – Obiettivi e Proposte”;
- Agenda urbana per l’Unione europea;
- UN-Habitat for a better urban future;
- Dati ISTAT, 2014;
- “Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile”;
- L’Utopia sostenibile”, Enrico Giovannini (Laterza, 2018).