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Gestire le aree perifluviali e aumentare la biodiversità a favore dell’ambiente e dell’agricoltura: i risultati di un progetto in Toscana

Un articolo di Daniele Vergari pubblicato lo scorso 20 luglio su Georgofili INFO,
il  Notiziario di informazione dell'Accademia dei Georgofili.


"In questi mesi l’università degli Studi di Firenze, nello specifico i Dipartimenti di Biologia e di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari e Ambientali e Forestali (DAGRI) e il Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno, hanno dato vita ad un progetto che prevede il recupero di aree perifluviali con due finalità principali: aumentare la biodiversità delle aree perifluviali nel reticolo di competenza del Consorzio e creare un habitat più consono per gli insetti impollinatori e, in particolare, per le api selvatiche.
La sperimentazione, che durerà almeno tre anni, è la prima di questo tipo in Europa, in particolare perché i ricercatori si impegnano a valutarne gli effetti, mettendo a disposizione uno sforzo scientifico ingente, sia sul campo che in laboratorio, grazie al coordinamento della Prof.ssa Francesca Romana Dani e di Oana Catalina Moldoveanu, dottoranda presso il dipartimento di Biologia aiutata da Martino Maggioni, tesista di Laurea magistrale.
La presenza di api selvatiche si è molto ridotta negli ultimi anni e sono necessari ancora studi specifici che ne rivelino la presenza nei nostri ambienti. “In Europa ci sono ben 2.000 specie e solo in Italia” – afferma la professoressa Dani – “dove le biodiversità tendono ad essere più numerose, ne abbiamo quasi 1.100. Riuscire ad avere dati sui trend di popolazione diventa complicatissimo. Per molte specie addirittura non abbiamo nessun dato. Bisogna fare molta attenzione quindi prima di affermare che ci sono specie in via di estinzione. Va detto anche che, studiando le informazioni di alcune specie più conosciute, il fenomeno della diminuzione è evidente e innegabile. Questa è causata da vari fattori, quali i cambiamenti nell’uso del suolo, dalla riduzione di aree aperte dovuta all’espansione delle aree urbanizzate e, paradossalmente, dall’abbandono delle superfici coltivate e conseguente crescita di una copertura arbustiva e arborea che le api non amano, perché a loro servono spazi aperti con fioriture”.
Il progetto di collaborazione nasce dal tentativo del consorzio di aumentare le proprie attività sperimentali tentando di conciliare le esigenze di manutenzione del reticolo idraulico affidato all’Ente con una maggiore attenzione alla conservazione dell’ambiente, alla biodiversità. Nel nostro piccolo cerchiamo di cambiare paradigma: i Consorzi gestiscono un complesso reticolo idraulico sul territorio composto da fiumi, torrenti, canali e casse di espansione, ma anche da aree limitrofe sulle quali potremmo adottare una serie di iniziative a favore della biodiversità, della conservazione del suolo e della sua fertilità, della cattura della CO2 dell’infiltrazione dell’acqua e così via, con un grande beneficio a favore della collettività. Il primo progetto era nato con il dipartimento DAGRI della scuola di Agraria (UNIFI) con la collaborazione del Dott. Marco Napoli e prevedeva la semina di prati di trifoglio in una cassa di espansione nei pressi di Signa per favorire la conservazione della fertilità del suolo e migliorarne la qualità ambientale. Il successo di quel primo progetto del 2021 ha permesso di stringere relazioni anche con il dipartimento di Biologia e realizzare queste sperimentazioni su diverse miscele di prati vista la fioritura troppo breve del trifoglio…".
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