Pomodoro Siccagno: strategia intelligente per valorizzare la biodiversità e ridurre il consumo idrico

di Vincenzo Matteliano (da Georgofili INFO)

Nel panorama agricolo in rapida evoluzione, l’adattamento alle mutevoli condizioni climatiche è diventato imperativo. Il cambiamento climatico ha portato a un aumento delle temperature globali, alterando i regimi delle precipitazioni e rendendo sempre più frequenti gli eventi meteorologici estremi. In questo contesto, l’agricoltura è chiamata a rivedere le sue pratiche per garantire un processo virtuoso che porti alla risoluzione di queste problematiche.
Una delle sfide più pressanti è rappresentata dalla siccità, che colpisce vaste aree agricole, mettendo a rischio la produzione alimentare e la sostenibilità ambientale. In risposta a questa sfida, l’utilizzo di varietà resistenti alla siccità si configura come una strategia chiave per preservare la produzione agricola e mitigare gli impatti del cambiamento climatico.
Ed è quello che hanno fatto gli agricoltori della cooperativa Rinascita Valledolmo dell’entroterra siciliana per la coltivazione del pomodoro.
Il pomodoro, una coltura versatile, offre una biodiversità ricca di risorse genetiche, una vera risposta alle sfide della siccità in un mondo in rapido cambiamento climatico. La diversità genetica del pomodoro diventa cruciale per la creazione di varietà più resistenti e adattabili agli ambienti aridi.
In questo contesto gli agricoltori siciliani coltivano il pomodoro senza apporto di acqua, un metodo di coltivazione che prende il nome di “siccagno”. Una innovazione del tutto rivoluzionaria. Questo tipo di coltivazione necessita di varietà resistenti alla siccità, e grazie a un produttore di Villalba che conservava delle sementi antiche della varietà autoctona “Pizzutello”, oggi presidio Slow Food, si è dato vita alla coltivazione del pomodoro in assenza di apporto irriguo.
Il “Pizzutello” si distingue per alcune caratteristiche chiave. La sua efficienza nell’uso dell’acqua, radici più profonde e tolleranza al calore lo rendono ideale per affrontare le sfide climatiche.
Questa coltivazione innovativa si basa su pratiche agronomiche oculate, rotazioni triennali e l’uso di varietà locali. La piantumazione, coltivazione e raccolta a mano minimizzano le operazioni meccaniche, riducendo le emissioni di CO2 e preservando la fertilità del suolo.
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