Dalla Bee City al Bosco delle Api: un modello per la tutela delle api, la rigenerazione urbana e il coinvolgimento delle comunità locali
di Alessandro Campiotti
Foto di Jason Leung
Il 20 maggio 2024 si è celebrata la Giornata mondiale delle Api con lo slogan “Bee engaged with youth” (le api impegnate con i giovani), che sottolinea quanto sia importante il coinvolgimento delle nuove generazioni per la promozione del ruolo degli impollinatori e dell’apicoltura ai fini della sostenibilità ambientale.
Tale iniziativa è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite alla fine del 2017 dopo la pubblicazione del Rapporto di valutazione tematico su impollinatori, impollinazione e produzione alimentare pubblicato nel 2016 dalla Piattaforma intergovernativa sulla biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES). Il Rapporto ha posto l’attenzione sull’impatto delle attività antropiche, e dei cambiamenti climatici ad esse associate, sulla biosfera, con particolare attenzione al pericolo dell’estinzione di massa di molte specie vegetali e animali, tra cui gli insetti impollinatori. Il crescente declino delle popolazioni impollinatrici minaccia l’esistenza di molti ecosistemi e pone il problema della sicurezza alimentare su scala locale e globale nel medio e lungo periodo, generando il pericolo di vere e proprie crisi socio-ecologiche.
Recenti studi scientifici confermano questa tesi, segnalando diminuzioni crescenti della biomassa globale di insetti impollinatori e delle specie vegetali che dipendono dall’impollinazione entomofila. Secondo recenti dati del Wwf il 40% delle specie di insetti impollinatori al mondo è a rischio estinzione. Va ricordato, infatti, che gli impollinatori sono responsabili di circa il 35% della produzione agricola globale, fornendo un contributo fondamentale alla resilienza degli ecosistemi nei confronti dei cambiamenti climatici e alla sicurezza alimentare del genere umano. Tra i principali impollinatori c’è l’Apis mellifera, comunemente conosciuta come ape europea o ape domestica, di cui nel 2019 si stimavano circa 81 milioni di alveari nel mondo, ognuno contenente da 30.000 a 80.000 api in base al periodo stagionale.
Il fenomeno naturale dell’impollinazione genera a livello di mercato agricolo globale un valore economico pari a circa 577 miliardi di dollari ogni anno. Il declino degli impollinatori causerebbe scenari socioeconomici preoccupanti a causa della minore produzione agroalimentare, a cui seguirebbe un aumento dei prezzi dei beni stessi. In un’ottica di medio periodo, questa situazione causerebbe condizioni di carenze alimentari, con impatto negativo soprattutto sulla salute dei ceti più svantaggiati.
I principali fattori che contribuiscono alla diminuzione delle api sono la perdita di habitat naturali, l’eccessiva urbanizzazione, l’uso intensivo di pesticidi, la pratica della monocoltura, il crescente avvento di specie aliene invasive e di parassiti. I cambiamenti climatici in atto, inoltre, causano un’alterazione dei normali cicli fenologici delle piante, modificando i tempi stagionali di fioritura e causando disorientamento negli impollinatori, che hanno maggiori problemi a procurarsi il nutrimento.
Tra le possibili soluzioni per intervenire concretamente sul fenomeno della diminuzione degli insetti impollinatori, sarebbe fondamentale una graduale transizione dall’agricoltura convenzionale ad una gestione integrata o biologica dell’agro-ecosistema, per favorire la riduzione o l’eliminazione totale dei prodotti chimici di sintesi, accoppiata all’adozione di avvicendamenti colturali benefici per suolo, piante e insetti. Tuttavia, gli interventi da attuare non si limitano al solo ambiente rurale ma interessano anche le città, dove strategie di rigenerazione urbana basate sulla Natura (NbS) sono sempre più presenti nei piani di azione locale di comuni e città ai fini di massimizzare la produzione di servizi ecosistemici.
A rafforzare concretamente questo cambiamento di paradigma, negli ultimi anni, è stata la nascita di numerosi movimenti civici, in Italia e all’estero, che operano per attuare pratiche di rigenerazione urbana con l’obiettivo di conservare il capitale naturale, creare nuovi habitat e sensibilizzare l’opinione pubblica. Tra gli esempi più virtuosi c’è quello di Toronto (Canada), dove dal 2016 è stato avviato il progetto Bee City (Città delle Api), che ha consentito alla cittadinanza di eleggere dei rappresentati nei comuni a sostegno della salvaguardia della natura e delle api. A Roma, nel 2020, Greenpeace ha promosso il progetto “Bosco delle Api” per la tutela della biodiversità, con la creazione di un sistema agroforestale multifunzionale costituito da specie arboree ed erbacee, arricchito da una vasta presenza di essenze officinali prelibate per gli impollinatori. Il progetto è stato replicato a Cremona, dove il Bosco delle Api è diventato un vero e proprio luogo di biomonitoraggio per attività didattiche e iniziative culturali in favore della sostenibilità ambientale.
Per approfondire
Marshman, J.; Blay-Palmer, A.; Landman, K. Anthropocene Crisis: Climate Change, Pollinators, and Food Security. Environments 2019, 6, 22. https://doi.org/10.3390/environments6020022.
Il declino delle api e degli impollinatori (ISPRA 2020).
Rapporto di valutazione tematico su impollinatori, impollinazione e produzione alimentare, pubblicato nel febbraio 2016 daIl’IPBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services).
World Bee Day 20 May 2024 (United Nation 2024).