Una voce dal Profondo
di Paolo Rumiz
Feltrinelli Editore
Anno 2023
Pagine 288
Prezzo: € 18 (cartaceo) € 9,99 (e-book)
“Partire con Paolo Rumiz per uno dei suoi viaggi presuppone avere con sé una valigia vuota. Non tanto fisica, ma metaforica. Perché sicuramente la riempirete delle tante notizie, curiosità, aneddoti, riflessioni e immagini con cui lo scrittore triestino forgia i suoi libri. E il termine “forgia” non l’ho scelto a caso. In quest’ultimo reportage, Una voce dal Profondo, Rumiz, a guisa di Efesto, utilizzando il magma della materia vulcanica, che si trasfonde in calore letterario, plasma e modella, pagina dopo pagina, un viaggio che porta il lettore direttamente agli Inferi. Per poi risalire a veder le stelle. La voce del profondo che, da figlio della terra carsica Rumiz conosce bene, l’ha chiamato e si è congiunta all’etica del viandante, alla natura del viaggiatore, alla curiosità del giornalista, all’empatia del divulgatore.
L’assunto che dà vita al libro è sentire la voce della Terra, ascoltare i suoni che provengono dall’interno, farsi consapevoli che viviamo sulla parte più esterna di un mondo in perenne movimento e che tendenzialmente ignoriamo. O tendiamo a ignorare finché uno scossone non ci fa improvvisamente ricordare che passeggiamo sulla schiena di un drago. Vulcani, crateri, grotte, terremoti, squarci, faglie, necropoli, miniere, cunicoli, canali, voragini, valli, fratture, varchi: leggere questo libro vuol dire addentrarsi nel mondo di Sotto.
Ero figlio di una terra che trema. Le appartenevo e volevo vederci dentro. Entrarci, con la lampada di Aladino. (p. 23)
Entrare dentro, sotto, implica venire a patti con un mondo diverso, regolato da movimenti di ere, che, si fanno un baffo della nostra misera scansione in anni. Le faglie che sotto si muovono si dicono attive se mostrano tracce di scorrimento tra i due blocchi negli ultimi 40mila anni, un battito di ciglia nella storia geologica, un periodo talmente breve che lascia presupporre che un terremoto potrebbe ancora verificarsi. Per questo si dicono attive. Va da sé che la vita di un essere umano, per quanto longevo, per la geologia è totalmente irrilevante…”.
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