Erba verde è il nostro letto
di Marina Milani
Marina Milani Erba verde è il nostro letto Editore: 8TTO Edizioni, Milano – 22 ottobre 2024 412 pagine in brossura Narrativa contemporanea ISBN 978-88-31263-50-4 Prezzo di copertina € 20,00 |
Passato e presente si uniscono proiettandosi verso il futuro. Questo volume coinvolge il lettore nella storia di una famiglia, cinque generazioni, gli avi di Jonas tra XVIII e il XIX secolo.
Il nipote e protagonista Jonas, tra tante difficoltà, prova a pensare al suo futuro e a quello del pianeta: appartiene alla generazione degli FFF Friday for Future. L’incipit ci porta a Davos il 20 gennaio 2020 per il Meeting annuale del World Economic Forum (WEF), un’organizzazione no profit svizzera, che raccoglie l’élite imprenditoriale e politica mondiale. E’ proprio quell’elite che viene contestata in modo pacifico e propositivo. In tale occasione intorno a Greta Tumberg si raccolgono migliaia di giovani che a piedi o in treno raggiungono la località svizzera per far sentire la loro voce; la loro preoccupazione per il futuro sempre più compromesso dalle attività dell’uomo. Tra i giovani che si incontrano e si riconoscono nell’impegno individuale per salvare il pianeta ce ne sono due che diventano i protagonisti principali di una trama che tiene il lettore attento dall’inizio alla fine.
Jonas Lyrer, ha vent’anni e ama le piante più dei suoi simili. Le piante almeno non sono depresse e nevrotiche, veste con gli scarponi da montagna e la bandana in testa. Vive a Bergamo e raggiunge Davos di nascosto dal padre, cui sottrae la carta di credito, la sua famiglia è di origine svizzera. Stella, raggiunge Davos a piedi con il suo cane, è italiana ma vive in Svizzera.
Cosa faranno da grandi? Lo sanno già? Forse sì, Stella vuole scrivere, Jonas vuole isolarsi dalla società, colpa (o merito) del bisnonno Hasso, insigne botanico che esplorò il Borneo e creò i più antichi vivai di Bergamo. La storia del bisnonno Hasso e della sua famiglia è raccontata nelle memorie e nei documenti della famiglia. Jonas recupera le vecchie lettere conservate in soffitta e le condivide via mail con Stella. Ne nasce un testo appassionato e appassionante che ci immerge nella natura del Borneo e in quella della bergamasca. Grazie alla serra fortemente voluta dal trisavolo, la famiglia si arricchisce diventa una delle più importanti famiglie di Bergamo, acquistano e ristrutturano la villa che tuttora è abitata dai discendenti. Hasso è un “controcorrente” non aderirà mai al fascismo e sarà sempre anticonformista. Patrimonio socio-culturale e scientifico che Jonas fa suo. Si occupa infatti della grande serra e delle memorie dei suoi progenitori.
Questi ingredienti stimolano Stella che inizia a scrivere un romanzo “Solarpunk” che, attraverso le memorie del trisavolo ribelle di Jonas, tocca tutti i temi sociali, come la diversità di genere: la famiglia Lyrer ha un figlio omossessuale, amato e stimato dai parenti ma costretto a rifugiarsi in Svizzera, siamo negli anni 30 del secolo scorso. La prozia utilizza un piano della villa per ospitare un centro dedicato alle donne maltrattate, povere e sole. Durante la seconda guerra mondiale, ospitano nella casa di famiglia una coppia di ebrei. Tutti sopravvivono alle ristrettezze e anche al rastrellamento nazista, forse proprio perché quella villa è avvolta dagli alberi o forse perché gli abitanti sono svizzeri e parlano tedesco.
Dopo Davos, Jonas sente di amare sempre più quelle grandi farnie, il faggio solitario piantati dal suo avo sulla cresta della collina e le piante ospitate nella grande serra come le palme e le piante carnivore. Finalmente il protagonista trova la sua strada nell’amore per gli alberi che forse sono i viventi che salveranno il pianeta, così usurpato dai sapiens. E l’erba verde sarà letto per Stella e Jonas.
Marina Milani è docente di lettere in un Liceo Scientifico di Pavia. Questo testo è un palese esempio di vicinanza alle nuove generazioni con il valore aggiunto delle radici in senso metaforico e reale. Le nuove tecnologie formano un armonioso connubio con le lettere inviate negli ultimi decenni del 1800 dal Borneo. Lo stile scorrevole permette al lettore di entrare a far parte di questa storia sentendola propria. Nelle note finali è presente la bibliografica da cui prende spunto l’autrice.
Alberta