RICERCA-AZIONE e abbandono dei rifiuti

Per affrontare sistematicamente il problema dell’abbandono dei rifiuti sono necessarie metodologie che uniscano la ricerca intesa come reperimento dati e l’azione intesa come adozione di strategie mirate a disincentivare l’abbandono. La raccolta e l’analisi dei dati permettono la messa in atto di provvedimenti nella direzione della sostenibilità. Questo tema è stato affrontato giovedì 30 gennaio 2025 a Piazzola sul Brenta, nella splendida Villa Camerini, durante il workshop di WASTEREDUCE: “Abbandono di rifiuti e aree protette”. Buone prassi sviluppate e azioni migliorative nel Medio Brenta.

L’attività è inserita nel quadro generale dell’Interreg Italia – Croazia della durata di poco più di due anni promosso dalla Commissione Europea. Il progetto, finanziato con € 1.657.742,23, ha preso avvio nel febbraio 2024 e dovrebbe concludersi nel luglio 2026.

Sono coinvolte le aree protette di due stati, Italia e Croazia che si specchiano nello stesso mare, l’Adriatico. E, come verrà più volte sottolineato dai relatori, raccoglie non solo le acque di fiumi importanti ma anche i rifiuti sempre più abbondanti. I tre siti pilota sono il Bacino Medio Brenta nel territorio regionale Veneto, la costa occidentale istriana e Sakarun Bay in Croazia.

I tre territori, insieme, offrono una prospettiva unica sul tema della gestione dei rifiuti e una eterogenea copertura spaziale in ambienti terrestri, fluviali e costieri, rendendo originale e innovativo l’approccio di WASTEREDUCE.

Il leader di progetto è IPTPO Institute of Agricolture and Tourism Hrvatska. Tra gli otto partner di progetto ci sono Agenzie regionali, aziende multiservizi, dipartimenti universitari, che operano nel nord-est italiano e Istituzioni pubbliche di protezione della natura della regione istriana.

Dialogo, condivisione, informazione, formazione sono alcune delle parole chiave che guidano i relatori. La collaborazione con la Regione Veneto e con ARPAV è fondamentale e costante ma si deve lavorare con tutti i “portatori d’interesse” a partire dal singolo cittadino/turista per arrivare a quanti hanno responsabilità di governo.

Il progetto intende migliorare, sia nelle aree protette croate che italiane, le politiche e le pratiche di gestione dei rifiuti esistenti, agendo sulla sensibilizzazione e sul comportamento dei visitatori nelle zone naturali protette riducendo, nel contempo, i costi ambientali e socioeconomici associati ai rifiuti.

Dialogo, condivisione, informazione, formazione sono alcune delle parole chiave che guidano i relatori. La collaborazione con la Regione Veneto e con ARPAV è fondamentale e costante ma si deve lavorare con tutti i “portatori d’interesse” a partire dal singolo cittadino/turista per arrivare a quanti hanno responsabilità di governo.

Il progetto intende migliorare, sia nelle aree protette croate che italiane, le politiche e le pratiche di gestione dei rifiuti esistenti, agendo sulla sensibilizzazione e sul comportamento dei visitatori nelle zone naturali protette riducendo, nel contempo, i costi ambientali e socioeconomici associati ai rifiuti.

L’aspetto socio economico relativo all’abbandono dei rifiuti è molto elevato: i rifiuti “costano!” Emblematico l’intervento on-line della Sindaca di Cavallino tre Porti: “i rifiuti che arrivano dall’entroterra rischiano di far chiudere le spiagge! L’asportazione con macchine di notevoli quantità di plastiche e altri RUR, modificano il profilo costiero, pensiamo alla duna litoranea del Cavallino”.

Va sottolineato che la regia regionale sui flussi di RUR, Rifiuti Urbani Residui, prevede una tariffa unica di conferimento della frazione stessa e incentivi economici che premiano i territori virtuosi.

L’importanza della formazione nelle scuole, fin dalla Primaria, è stata evidenziata da diversi relatori.

“Siamo tutti cittadini e cittadine di uno stesso territorio e allo stesso tempo dello stesso pianeta: dobbiamo imparare a rispettarlo e a usarne le risorse in modo sostenibile, tale obiettivo può essere raggiunto solamente formando persone consapevoli della propria terra e del periodo storico in cui vivono”

L’organizzazione e realizzazione di proposte innovative per creare nuovi modi di finanziare la natura è la mission di Etifor, azienda spin off dell’Università di Padova. Oltre a essere responsabile delle attività di progetto portate avanti nel Medio Brenta insieme a Etra, il ruolo di Etifor, è principalmente quello di sviluppare una strategia partecipativa transfrontaliera che miri alla riduzione dei rifiuti in tutte e tre le aree di interesse, adattandola alle loro specifiche caratteristiche ed esigenze.

La strategia include: strumenti istituzionali e di policy, valutazione del costo ambientale, valutazione del costo sociale dei rifiuti, strategie innovative di finanziamento.

    I rappresentanti dell’Università di Trieste sottolineano la necessità di ridimensionare la pressione esercitata dalle attività umane sulle aree protette e sui siti Natura 2000. Vengono proposte soluzioni per ridurre la dispersione nell’ambiente di rifiuti e lo sviluppo di sinergie transfrontaliere atte a monitorare e identificare le aree critiche in cui l’accumulo dei rifiuti richiede uno sforzo gestionale puntuale. Il dipartimento di Biologia Ambientale dell’Università triestina procede attraverso, osservazioni e raccolta dati sul campo. Tra agosto e ottobre 2024, con la collaborazione di tutti i partner, si sono svolte 2 giornate di osservazione e ricerca nei tre siti pilota con i seguenti step: rilevazione punti di accumulo dei rifiuti con satelliti e droni, classificazione rifiuti con tecniche di machine learning, (statistica computazionale), analisi delle osservazioni sul campo in relazione all’accumulo dei rifiuti rilevazione opinioni e valutazione visitatori e stakeholder.

    La stessa Università nell’ambito di studio definito Environ-mental help somministra specifici questionari direttamente ai visitatori oppure on-line, per valutare le seguenti variabili psicologiche: intenzioni, atteggiamenti, controllo percepito, consapevolezza delle conseguenze. I grafici relativi alle tre aree interessate vengono condivisi durante il workshop e sono disponibili al link dell’Università

    Attraverso i feedback, forniti dai dati raccolti ed elaborati, vengono indirizzate le nuove politiche di gestione dei rifiuti da parte degli enti preposti e partner del progetto che, secondo le attese, si dovranno tradurre in azioni concrete per ridurre, mitigare ed evitare l’inquinamento da rifiuti delle nostre riserve naturali, dei nostri fiumi e dei nostri mari. Risultato non secondario sarà anche aumentare l’attrattività delle riserve naturali per i visitatori, migliorando così il valore dell’offerta turistica dei territori coinvolti.

    Sono intervenute altre realtà non specificatamente partner che, tuttavia, hanno fornito elementi importanti di riflessione sul ruolo insostituibile delle associazioni di volontariato che promuovono le giornate ecologiche con la raccolta di rifiuti sia lungo le aste fluviali che in parchi pubblici. In questo ambito operano associazioni di volontariato come “Sile nostro” nato per la pulizia dell’asse del Sile dai rifiuti galleggianti. La fruibilità delle aree naturalistiche nel Parco Naturale Regionale del fiume Sile è migliorata tramite la collaborazione tra Open Mind, che raccoglie, e Contarina che trasporta e avvia a smaltimento quanto raccolto.

    Durante il workshop pomeridiano, ai tavoli di dialogo e confronto vengono poste molte domande. Perché si abbandonano rifiuti indifferenziati in un luogo dove turisti e residenti hanno passato ore piacevoli in mezzo alla natura? Perché una percentuale elevata di cittadini residenti non hanno mai ritirato i contenitori per il conferimento?

    Perché non si è in grado, a livello istituzionale, di porre in atto strategie per individuare quanti consapevolmente o meno si comportano in modo scorretto? I dati raccolti dall’ Università di Trieste forniscono elementi utili: la ricerca delle cause e dei responsabili è il primo passo.

    Alcune aziende multiservizi mettono a disposizione della cittadinanza applicazioni digitali che permettono di comunicare e localizzare l’abbandono di RUR.

    Ai tavoli del workshop permane una domanda: ma si riesce davvero a raggiungere tutti?

    Le persone ai margini della società, le persone non integrate, le persone anziane che non conoscono le tecnologie, abituate a bruciare nella stufa anche i rifiuti di plastica, vengono raggiunte? Qui il ruolo degli amministratori locali e della Polizia Urbana è determinante. Ma non è da meno il contributo del mondo del volontariato che, in questo caso, è fondamentale come sottolineato dal responsabile del Bacino della Priula. Ne è esempio la citata associazione Sile Nostro, i canoisti raccoglitori di plastiche nella corrente! Tutti tasselli importanti per comporre un puzzle complesso come quello dell’abbandono dei rifiuti. C’è molto da fare e questo progetto Interreg può davvero dare un contributo per il coinvolgimento di tutti!

    Foto di Alberta Vittadello

    Di seguito i link relativi a ciascun Partner e a tutte le realtà locali che sono intervenute

    https://www.arpa.veneto.it/servizi/progetti-e-cooperazione/programmazione-2021-2027/wastereduce.

    https://www.consigliobacinobrenta.it/hh/index.php?jvs=0&acc=1

    https://www.etraspa.it/area-stampa/comunicati-stampa/wastereduce-insieme-una-migliore-gestione-dei-rifiuti-nelle-aree

    https://www.etifor.com/it/chi-siamo/team

    https://portale.units.it/it/notizie/gestire-meglio-i-rifiuti-nelle-aree-protette-al-il-progetto-interreg-wastereduce

    https://contarina.it/cittadino/chi-siamo/contarina

    https://www.acegasapsamga.it/servizi/ambiente/app-il-rifiutologo

    https://www.priula.it/https://opencanoe-openmind.com/missione/progetto-pulizia-sile/