Chiamami adulto. Come stare in relazione con gli adolescenti

Chiamami adulto
Come stare in relazione con gli adolescenti
Matteo Lancini
Raffaello Cortina
Libro in brossura Pagine 224
Prezzo di copertina € 15,20
Pubblicazione 03/2025
ISBN 9788832857443
Parole chiave: adulto, adolescente, relazione.
Le parole richiamano concetti, significati immediati e/o mediati dall’esperienza di ciascuno di noi. Questo testo consente a genitori, docenti, ma viene spontaneo pensare anche ad allenatori, coach di diversi sport nei quali si cimentano i nostri adolescenti, di riflettere sul ruolo dell’adulto.
Viviamo in un periodo di repentini cambiamenti di cui noi adulti siamo responsabili. L’autore porta qualche esempio partendo sempre dalle parole. Il ministero della Pubblica Istruzione, che comprendeva la parola pubblica, ora è Ministero dell’Istruzione e del Merito, pubblica non c’è più. Sembra poco? No, non è poco, pubblica significa di tutti e merito significa valutazione individuale dei risultati che uno alunno/alunna raggiunge. Basta un numero? E’ un cambiamento etico e sociale, ci si sofferma sull’individuo anziché sulla comunità. E il ministero di Grazia e Giustizia? E’ sufficiente Giustizia, senza Grazia, sembra quasi venga tolta la possibilità che ci sia la comprensione del reato e dei motivi che hanno spinto l’individuo ad agire contro le regole. L’adulto è il responsabile di questi che non sono solo cambiamenti “nominali” ma sostanziali. L’adulto ovvero un adolescente cresciuto, fatto, maturo, vive di relazioni, le crea, le usa per superare il sé come soggetto individuale. E l’adolescente? Chi sta crescendo, chi cerca la sua strada per dare voce al suo sentire, come e con chi si relaziona? Che ruolo hanno gli adulti di riferimento? Di detective, di controllori? Di sanzionatori? O restano passivi a lasciarli crescere? Quante volte un adolescente si rifugia nel gruppo, buono o cattivo che sia:”tanto i miei non hanno tempo e non mi ascoltano!” Un numero sempre maggiore di adolescenti manifestano ansia, insicurezza, sfiducia in loro stessi e nel futuro. Gli episodi di violenza verso gli altri e verso se stessi sono sempre più frequenti e vengono diffusi attraverso la cassa di risonanza dei social. La scuola pubblica, come accennato sopra, ha come mandato il merito! Ma quale merito il voto finale? I giovani hanno bisogno di relazioni aperte, franche! Non basta il test superato, non basta un numero. Servono relazioni autentiche anche nell’apprendimento. Si può stare a scuola insieme senza qualcuno in cattedra. Ad esempio lavorando in cooperative learning, dove ciascuno ha un ruolo e fornisce il proprio contributo per raggiungere il risultato comune nelle discipline, nella capacità di relazione, nella scoperta del proprio io.
Il ruolo di esperti come il Prof. Lancini è molto importante all’interno della scuola. I docenti soprattutto della Primaria mostrano grande sensibilità e, spesso, crescono attraverso i corsi di formazione, come insegnanti e come persone. Quante volte al termine di un corso di formazione sono state appianate ostilità e controversie. E quante volte i docenti si sono messi intorno a un tavolo per parlare serenamente della situazione di quel bambino con i riccioli neri che “sembra proprio ingestibile” o di quella ragazzina riconosciuta talent ma che non parla mai? Il superamento della conflittualità porta alla soluzione di problemi che il docente individualmente non è in grado di affrontare.
Nel gruppo familiare o nei gruppi tra pari le relazioni sono fondamentali per lo sviluppo della personalità, per il senso del sé, per l’autostima. In questa società dominata dal narcisismo dove l’individuo viene prima di tutto, prima del bene comune, il rischio maggiore è correre da soli, soffrire da soli, costruire legami affettivi incerti, virtuali, confondere l’amore con il sesso o la negazione dello stesso.
Mettersi in relazione è essenziale nella cerchia familiare più o meno allargata. Un adulto genitore deve trovare modo di rapportarsi, confrontarsi uscire dal Sé per immedesimarsi negli altri. L’adulto si trova a riflettere sulle relazioni che è in grado di tessere con l’adolescente. Facciamo leggere qualche pagina di Lancini a nostro figlio/a o nipote, e poi chiediamo se questo autore fornisce risposte, suggerisce una “posologia” per superare incertezze e ansie. Nella migliore delle ipotesi risponderebbe “Ni”
Tuttavia qualsiasi adulto può trovare spunti per riflettere sul proprio comportamento nei diversi ambiti della vita sociale, relazionale, familiare, lavorativa. Il messaggio più esplicito è saper STARE, stare nelle relazioni che vale per qualsiasi adulto così come per l’adolescente. E’ scientificamente provato che Stare in relazioni vive, concrete favorisce il benessere psicofisico dell’essere umano.
Concludiamo con una importante riflessione. Per chi è in grado di analizzare il proprio comportamento l’autore suggerisce di “moderare” l’uso dei Social perché non si può predicare bene e razzolare male! Vietare l’uso di Smartphone, dei Social o della rete ai figli e alla figlie che poi vedono gli adulti di riferimento sempre collegati e attivi su FB li rende poco credibili. Forse è meglio aiutarli a usare la rete, partendo dall’adulto stesso (genitori, nonni, zii) e usarla in modo critico e consapevole per non caderci dentro come tanti pesciolini privi di voce!
Alberta