III 1.3 Interazione principio attivo e pianta da trattare

Nella scelta dell’antiparassitario ha fondamentale importanza la scelta del rapporto fra principio attivo e pianta da trattare. Di solito si distingue:

  •  principio attivo di copertura: si tratta di composti che non penetrano nella pianta, bensì restano all’esterno. Un esempio tipico di questo genere di azione è quello dei composti del rame. È chiaro che in questi casi risulta importante agire preventivamente e favorire il contatto fra il principio attivo e il patogeno che si vuole colpire.
  • principio attivo citotropico: si tratta di principi attivi che riescono a penetrare nei primi strati di cellule e naturalmente hanno il vantaggio di poter colpire il patogeno anche dopo un certo tempo dall’infezione.
  • principio attivo translaminare: hanno la capacità di passare da una pagina all’altra della foglia. Questo modalità di penetrazione rende decisamente più sicuri i trattamenti contro patogeni che attaccano le foglie.
  • principio attivo sistemico: ha la possibilità di penetrare nei tessuti della pianta e traslocare all’interno di essa in modo da colpire il patogeno dall’interno. Sono quindi efficaci in casi difficili: infezioni fungine avvenute da più ore, tracheomicosi, presenza di insetti ad apparato boccale succhiatore pungente che non sono facilmente attaccabili per contatto (esempio tipico: le cocciniglie).

Di fatto, bisogna tenere presente che tutti i principi attivi possono essere in qualche modo sistemici e che la traslocazione avviene secondo flussi preferenziali. Nella maggior parte dei casi la traslocazione avviene dal basso vero l’alto, seguendo le trachee che trasportano la linfa grezza dalle radici verso le foglie (sistemici acropeti). Solo poche molecole sono sistemiche basipete, cioè vanno preferenzialmente dall’alto verso il basso e alcune molecole come il phosetyl alluminio presentano una traslocazione bidirezionale.
Nello scegliere l’antiparassitario sistemico è quindi necessario intersecare le informazioni sulla posizione dell’infezione con il metodo di irrorazione utilizzato e quindi scegliere il principio attivo anche in base al tipo di traslocazione necessaria.


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