III 2.3 Le linee guida sulla valutazione del rischio

III.2.3 Le linee guida sulla valutazione del rischio

Le modalità di valutazione del rischio delle emissioni sono da ricondurre al Regolamento (CE) n. 1107/2009 relativo all’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari.
Le linee guida forniscono orientamenti su come e quando effettuare la valutazione delle emissioni nel suolo, nelle acque di superficie, nelle falde acquifere e nell’aria. Inoltre vengono esaminati gli elementi che andrebbero utilizzati negli scenari di esposizione per la valutazione del rischio, sia per le coltivazioni in terra sia per quelle senza terra.
L’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) il 18 dicembre 2013 ha pubblicato la nuova procedura sulla valutazione del rischio che consente di determinare in tempi brevi eventuali rischi, con la conseguente possibilità di dare rapidamente l’allarme.

La nuova procedura prende in considerazione tutti i tipi di rischi possibili e li suddivide in tre categorie:

  • intenzionali di origine industriale;
  • non intenzionali di origine industriale;
  • di origine naturale, ovvero dovuti a sostanze che in qualche modo entrano nella catena alimentare attraverso l’ambiente.

Mentre molto si conosce sulle sostanze di origini industriali, non sempre sono conosciuti i dettagli delle sostanze naturali o industriali ma non intenzionali, tuttavia in tutti e tre i casi è necessario prevederne la tossicità.

La novità di queste nuove procedure consiste nell’utilizzazione di modello di software capace di integrare i dati sulla sorgente del rischio con quelli relativi alle sostanze chimiche incriminate, quali i comportamenti ambientali e la tossicità potenziale. Qualora non ci siano dati precisi, questi ultimi possono essere simulati in base alla struttura e alle proprietà chimico-fisiche della sostanza stessa.

Il funzionamento del modello di valutazione del rischio

Il modello messo a punto dall’EFSA comincia con la semplice integrazione dei dati sulla sorgente del rischio con i dati relativi alle sostanze chimiche incriminate, quali i comportamenti ambientali e la tossicità potenziale. Qualora non ci siano dati precisi, questi ultimi possono essere simulati in base alla struttura e alle proprietà chimico-fisiche della sostanza stessa.
La procedura continua con una serie di passaggi successivi atti a meglio identificare il problema e le sue potenzialità tossico-nocive, tipo: quantità di inquinante, provenienza, persistenza nell’ambiente, capacità di bioaccumulo, usi dispersivi, tossicità e comparto ambientale interessato (acqua, suolo e biota).
Per meglio determinare la presenza di una reale pericolosità per la salute umana, la procedura continua in modo molto articolato, prevedendo delle immissioni di dati a multistadio dove ogni risposta risulta essere il punto di partenza per il passaggio successivo. A seconda delle esigenze i dati possono essere inseriti in modo preciso oppure dando dei criteri di selezione. Nel primo caso si ottiene un risultato preciso applicabile al caso in esame, mentre nel secondo si ottengono previsioni su diversi possibili scenari.
I modelli computazionali impiegati per le previsioni sono strumenti in silico; questi modelli sono utilissimi per prevedere il destino ambientale della sostanza in esame. Le previsioni vengono quindi integrate con i dati presenti nelle banche dati delle sostanze potenzialmente dannose: eChem Portal e QSAR Toolbox.
La capacità di basarsi su modelli computazionali in silico permette al sistema si essere applicato anche su sostanze di cui si hanno scarse informazioni. I modelli utilizzati, infatti, sono in grado di prevedere, entro un certo limite, la tossicità e il destino ambientale di sostanze anche scarsamente note. Questa caratteristica rende possibile il prevedere stati di allerta potenziali e quindi consentire agli enti preposti di prendere provvedimenti adeguati.
Questa procedura ha comunque bisogno di essere affinata e testata sul campo, possibilmente in un progetto pilota prima di poter essere impiegata su vasta scala. L’utilizzo del database, infatti, è ancora complesso per un uso di massa.

Per maggiori dettagli:
EFSA
eChem Portal
QSAR Toolbox


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