I 5.1. Il destino di pesticidi e diserbanti sul terreno

I  5.1.    Il destino di pesticidi e diserbanti sul terreno

Sul terreno, oggetto diretto o indiretto del trattamento, confluisce la parte più consistente del pesticida applicato. Qui i pesticidi seguono strade differenti a seconda delle varie interazioni che si instaurano tra pesticida, terreno, piante e fattori climatici.

Una volta giunto nel terreno, il fitofarmaco può essere metabolizzato (degradazione microbica) o trasportato, il che ne determina la persistenza.
Tutti i pesticidi, in tempi più o meno lunghi, vengono metabolizzati e tramite processi degradativi le molecole vengono ridotte a composti semplici quali acqua, anidride carbonica e sali organici.
I meccanismi di degradazione possono essere di tipo biologico (microrganismi presenti nel terreno), fotochimico (ossidazioni dovute dalle radiazioni solari) e chimico (reazioni d’idrolisi in terreno, acqua e piante ).
Il parametro per esprimere la velocità di degradazione è il tempo di dimezzamento (chiamato anche emivita o periodo di semitrasformazione) che indica il tempo necessario per ridurre del 50% la quantità di erbicida immessa in un dato ambiente.
Diversi sono i fattori che influenzano tale parametro tra cui le proprietà chimico-fisiche della sostanza, quantità di microrganismi presenti nel terreno, grado di umidità e temperatura del terreno.
La determinazione della carica residua dei pesticidi nel terreno o dei loro prodotti di metabolizzazione può essere condotta con analisi chimiche e/o biologiche; con le prime è possibile effettuare una valutazione quantitativa del prodotto mentre i test biologici, oltre all’aspetto quantitativo, forniscono elementi inerenti gli effetti dei pesticidi sull’ambiente, come ad esempio la presenza o la quantità di una sostanza in un substrato in base alla risposta di organismi viventi sensibili al pesticida da analizzare.

L’ecotossicità

Gli effetti negativi della persistenza dei pesticidi nei terreni si possono esprimere in termini di “ecotossicologia”. Durante e dopo l’applicazione dei vari prodotti essi possono venire in contatto con organismi diversi da quelli ‘bersaglio’ e quindi interferire in modo più o meno marcato sulla loro vita. Spesso si sono verificati avvelenamenti causati indirettamente dall’applicazione di sostanze che aumenterebbero l’appetibilità di piante tossiche che generalmente non sono consumati dagli animali.
L’uso sistematico di pesticidi potrebbe portare a un radicale cambiamento dell’ambiente naturale, sia per la riduzione della flora e delle piante fornitrici di cibo, sia per l’eliminazione dei rifugi.
Un altro effetto peculiare nella valutazione della ecotossicità dei prodotti è quello sui microrganismi del terreno, che potrebbero subire un’alterazione negativa.
La valutazione sull’attività della microflora è ovviamente fondamentale per i pesticidi a carica residuale per i quali il contatto con il terreno è di lunga durata.  


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