II 3.5 Aspetti agronomici dell’impiego delle acque reflue

II.3.5 Aspetti agronomici dell’impiego delle acque reflue

I sistemi colturali adottati, intesi come la combinazione fra la successione delle specie vegetali e le tecniche impiegate per la loro conduzione, possono infatti dimostrarsi più o meno idonei all’utilizzazione degli effluenti e differentemente capaci di valorizzarne lo specifico apporto di nutrienti, di acqua e di sostanza organica.

Tutte le scelte operate dall’agricoltore possono quindi risultare importanti se in grado di influenzare direttamente e/o indirettamente il movimento del refluo o la sua utilizzazione da parte delle piante. È anche vero però che la definizione di alcuni comportamenti agronomici (avvicendamento, sistemazioni idraulico agrarie, lavorazioni del terreno, ecc.) sembra rivelarsi particolarmente delicata in considerazione della pesante interazione che dimostrano con i fenomeni che modulano il destino ambientale degli effluenti.
La convenienza nell’adottare un comportamento agronomico rispetto ad un altro deve essere valutata in senso relativo rispetto sia al tipo di refluo considerato (composizione, stagionalità di produzione, ecc.), sia alla coerenza che tali scelte tecniche presentano nei confronti dell’intera organizzazione del sistema aziendale in cui vengono ad essere calate. Bisogna porre molta attenzione all’avvicendamento e alla tecnica colturale.

Le modalità di distribuzione del refluo (dose, epoca, tecnica di distribuzione e stoccaggio) giocano un ruolo determinante sulla efficacia e sulla correttezza dell’impiego degli effluenti in agricoltura a prescindere dalle condizioni ambientali (difficilmente modificabili, almeno nel breve periodo) e delle caratteristiche del sistema colturale adottato (più facilmente mutabili attraverso la tecnica colturale).

L’impiego delle acque reflue appare agronomicamente e tecnicamente possibile ed ambientalmente desiderabile. Non si tratta però di una operazione scevra da rischi e difficoltà; particolare attenzione deve essere posta alla scelta dei luoghi, delle dosi, dei tempi e delle modalità di distribuzione dei reflui. Comportamenti errati e/o troppo disinvolti possono infatti produrre inconvenienti che, in alcuni casi, risultano più gravi del problema di cui si voleva trovare la soluzione.

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