2.4.1 I consigli di CropLife

La necessità oggettiva di ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura, ha spinto anche i centri di ricerca privati a cercare soluzioni che inglobassero nel loro interno una visione di agricoltura sostenibile.

Le soluzioni proposte da CropLife International sono le seguenti:

Attuare un’agricoltura conservativa.
L’agricoltura conservativa, ovvero senza o con minima preparazione del terreno, mantiene il terreno più fertile in quanto il suolo non lavorato conserva l’umidità, la materia organica e i nutrienti. Aiuta, inoltre, a evitare fenomeni di erosione, mentre il mancato utilizzo di macchinari evita l’accentuazione di fenomeni di compattamento del terreno e l’emissione di ulteriori quantitativi di gas serra.

Impiegare varietà resistenti al caldo.
La ricerca in questo settore è avanzata e quindi sono disponibili sul mercato varietà di piante che tollerano il caldo. In Florida (Stati Uniti) si sono sperimentate varietà di mais, grano e riso con risultati molto interessanti.

Utilizzare colture tolleranti alla siccità.
Tra gli eventi estremi, quello della siccità si qualifica il più grave in quanto l’acqua è essenziale per la crescita delle piante. La ricerca biotecnologica sta lavorando su varietà che non solo si dimostrano più resistenti alla siccità, ma che presentano anche una maggiore efficienza idrica.

Effettuare una corretta protezione delle colture.
Il cambiamento climatico sta cambiando la tipologia e la distribuzione delle popolazioni di infestanti. L’agricoltore deve quindi adattarsi ai cambiamenti e intervenire correttamente per rispondere in modo adeguato.

Minimizzare l’impiego di azoto
L’azoto contribuisce ad aumentare le rese delle colture ma se impiegato in maniera eccessiva o scorretta, può essere dannoso per l’ambiente (falde acquifere, terreni circostanti). Anche in questo campo, sono disponibili varietà di colture a maggiore efficienza di azoto, in grado cioè di mantenere invariate le rese anche in presenza di una diminuzione della quantità di azoto disponibile.


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