4.2. Innovazione nel monitoraggio: il controllo dei particolati areodispersi

Seppure ancora poco diffuso, il monitoraggio dei particolati aerodispersi rappresenta un supporto essenziale per valutare le conseguenze che un qualsiasi fattore biologico, in grado di alterare un equilibrio ambientale, può avere sulle risorse naturali, su uno specifico sistema biologico o sulla conservazione dei prodotti dell’attività antropica. Alla base del monitoraggio ambientale vi sono le conoscenze raggiunte dalla disciplina dell’Aerobiologia, che studia le sorgenti, la dispersione, l’impatto del particolato biologico presente nell’atmosfera ed il suo effetto in ambienti confinati ed aperti. È noto, infatti, che le particelle di origine biologica costituiscono una frazione quantitativamente rilevante del materiale disperso nell’atmosfera; esse sono rappresentate da pollini, componenti fungine, acari, virus, batteri ed alghe. Per quanto riguarda i funghi, in particolare, spore, conidi, ife e propaguli possono essere aerodiffusi e la loro dispersione si mostra variabile al variare delle loro caratteristiche morfologiche, delle caratteristiche ambientali e climatiche.

Spora areodispersa di Alternaria sp.
Fonte: Natura Mediterraneo

Il monitoraggio aerobiologico presenta possibilità di sviluppo e di applicazione rilevanti in diversi settori di indagine. Probabilmente l’applicazione più conosciuta riguarda la determinazione dei calendari delle cariche polliniche aerodiffuse, con finalità relative alla conoscenza qualitativa e quantitativa della vegetazione, ai movimenti di granuli pollinici in grado di interferire fortemente sulle produzioni agrarie e sulle manifestazioni allergiche dell’uomo. Tuttavia, incluse nel termine di Aerobiologia vi sono differenti discipline, ciascuna indirizzata allo studio di uno specifico insieme di organismi viventi aerodispersi. Fra queste, particolare attenzione merita l’Aeromicologia, i cui studi si concretizzano, oltre che nella determinazione della popolazione fungina aerodiffusa in ambienti confinati, nel monitoraggio di parassiti fungini pericolosi per le colture e nello studio del loro ciclo biologico, finalizzato alla protezione dei sistemi agricoli e all’individuazione dei momenti idonei per l’applicazione dei trattamenti di difesa.