Ecologia della parola

“Ecologia della Parola”


Liberare le parole dagli stereotipi in cui le abbiamo racchiuse. Questo lo scopo. Massimo Angelini riporta nel volume, senza pretese strettamente filologiche o letterarie, un certo numero di relazioni o conversazioni tenute in ambienti socialmente e culturalmente più disparati, sull’uso di parole quotidiane incrostate e cristallizzate dall’abitudine.

Stimolati a ripercorrere l’etimologia, a partire proprio dal significato originario di "parola" che procede da "parabola", scopriamo che l’errata scelta di non ripeterci ci porta a usare sinonimi che alterano il significato e imbrigliano il nostro pensiero. La parabola, dice Angelini, racconta in modo obliquo e, attraverso una similitudine, lascia a chi ascolta lo spazio per arrivare da solo alla comprensione vivendo il significato non come punto di arrivo passivo di una spiegazione, ma come il risultato attivo di una conquista. “La parola, intesa come parabola apre all’altro e lascia lo spazio per aggiungere nuove parole…, non mette confini, ma allude a qualcosa che va oltre se stessa. È creativa,….si addice al dialogo e pure alla poesia…”. Ben diverso è TERMINE che chiude, conclude, definisce. La parola lascia lo spazio alla libertà, il termine non tollera fraintendimenti. Bisogna saper distinguere.
La maggior parte delle parole quotidianamente usate hanno subito una involuzione simile, l'abitudine ha incatenato la loro dinamicità. Angelini ce ne fa scoprire il significato primario. Dietro il sapere c’è il sale, dietro la cultura l’aratro, dietro il grazie il dono….
Riflettere sull'ecologia della parola può aiutarci a essere più consapevoli su dove stare noi stessi: nello spazio aperto della parola o nel confine del termine?

Etta Artale