III 5.3 Un fungo patogeno per la lotta biologica alle zecche

Le zecche rappresentano un problema per gli allevatori di pecore in quanto portatrici della febbre ricorrente delle zecche (TBF – Tick-Borne Fever), una febbre alta che abbassa il sistema immunitario. Pertanto gli animali affetti da TBF possono essere colpiti anche gravemente da malattie che comunemente sono ben tollerate. Negli ultimi decenni la concentrazione di zecche è aumentata soprattutto nelle zone temperate dell’emisfero nord.

Ricercatori norvegesi stanno sperimentando l’impiego di un fungo patogeno, il Metarhizium, per il controllo biologico delle zecche. Questo fungo era già noto con il nome di Entomophthora anisopliaeed è un fungo che vive abitualmente nel suolo in tutto il mondo e causa malattie in vari insetti agendo come parassitoide. È un fungo mitosporico con riproduzione asessuata. Il Metarhizium viene già impiegato per il controllo biologico di elateridi, oziorrinchi, grillotalpa e di altri coleotteri terricoli.
La novità consiste nel determinare la sua possibilità di impiego anche nel controllo biologico delle zecche e si fonda proprio sulla possibilità di diffondere in natura grandi quantità di questo fungo, la cui azione biologica risulta essere nella lotta alle zecche una importante alternativa a quella del controllo chimico.
La sorte che attende le zecche colpite dal fungo è terribile: il fungo si deposita sulla cute dove incomincia a germinare; successivamente penetra all’interno e si diffonde in tutto il corpo, producendo durante la sua crescita sostanze tossiche e letali per la zecca. Il fungo quindi continua a proliferare fino a riempire tutto il corpo,poi fuoriesce sulla cute e vi forma nuove spore in grado di diffondersi poi su altre zecche.

Il prodotto a base di Metarhizium, si chiama BIPESCO 5 ed è incluso nell’elenco dei pesticidi ammessi nell’Unione Europea. 


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III 5.2 Antimicotico naturale per combattere funghi patogeni

Le infezioni fungine sono un problema per l’agricoltura, la zootecnia, la conservazione delle derrate alimentari e la salute umana. Molto spesso i miceti sviluppano una resistenza nei confronti dei prodotti antimicotici più comunemente usati; è quindi necessario trovare alternative per il loro controllo in tutti i settori suindicati.

Il gruppo di ricerca spagnolo ha formulato un nuovo prodotto antifungino di origine naturale completamente atossico per i mammiferi, utilizzabile sia in agricoltura sia nell’industria alimentare.
La base di questo nuovo preparato è il Chitosano, un biopolimero non tossico, biocompatibile e biodegradabile, con proprietà antibatteriche, antivirali e antimicotiche. Il chitosano si ottiene dalla chitina, sostanza presente nelle parti dure del corpo di invertebrati (gusci di gamberetti, aragoste, granchi …). La formulazione innovativa a base di Chitosano e additivi antifungini messa a punto dai ricercatori risulta essere altamente efficace nel controllo delle malattie fungine, in particolare di ceppi resistenti agli antimicotici. La composizione, sviluppata e brevettata dal Gruppo di Ricerca dell’Università di Alicante in Patologia Vegetale, si basa sull’uso combinato di Chitosano, o oligosaccaride di Chitosano (COS), con agenti antifungini e additivi che influenzano sinergicamente la crescita di una grande varietà di funghi patogeni.
Gli esperimenti hanno dimostrato un notevole effetto sinergico della combinazione di Chitosano (o COS), altri antifungini e un inibitore del gene ARL1, nell’inibire la crescita di funghi filamentosi e di lieviti. In particolare, Chitosano o COS bloccano il ciclo cellulare nei lieviti provocando uno stress ossidativo con morte cellulare e inibizione della crescita.
I risultati finora ottenuti fanno infatti sperare che in tempo breve questo preparato potrà essere impiegato nel settore agricolo nel controllo di malattie causate da funghi patogeni come Botrytis cinerea e Fusarium oxysporum.


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III 5.1 Esempio pratico di lotta biologica alla piralide del mais

Le tavolette contenenti l’imenottero sono distribuite da De Sangosse Italia Srl e fabbricate da BIOCARE e devono essere applicate a mano sulle foglie del mais.

Un modo innovativo, rapido ed efficace per la distribuzione meccanica è stato sviluppato di recente e commercializzato con il nome di tecnologia Trichosafe®. In questo caso la distribuzione è affidata ad un apposito lanciatore pneumatico montato frontalmente o posteriormente a un "trampolo" agganciato a sua volta al trattore.
Dal lanciatore vengono eiettati degli ovuli che non sono altro che dei contenitori di alcuni centimetri di diametro che ospitano al loro interno uova di Trichogramma a diversi stadi di maturazione (7 nella formulazione adottata). L’ovulo garantisce la protezione delle uova dalla luce ed è adeguato a sopportare la cinetica di lancio.
Trichosafe® è in grado di diffondere 100 ovuli ad ettaro contenenti uova fertili di Trichogramma.

Il Trichogramma brassicae è un insetto imenottero parassitoide le cui femmine depongono l’uovo all’interno dell’uovo di lepidotteri come l’Ostrinia nubilalis (piralide del mais) per poi nutrirsi della larva del lepidottero ospitante. I trichogrammi sono della stessa famiglia delle vespe, sono completamente inoffensivi e misurano circa 0.5 mm, infatti si parla di micro vespe.

Da ogni ovulo si schiuderanno e prenderanno il volo in 7 ondate successive e programmate (circa 1 ogni 4 giorni, in 28 giorni) tanti individui di Trichogramma brassicae che parassitizzeranno le uova di Ostrinia nubilalis e di altri lepidotteri parassiti, deponendo il proprio uovo all’interno delle uova del lepidottero, presenti in quell’arco di tempo sulle pagine inferiori delle foglie di mais.

Il numero di femmine di Trichogramma introdotte con questo prodotto risulta essere ottimale e addirittura superiore rispetto alla norme stabilite dall’Organizzazione Internazionale per la Lotta Biologica (OILB).

 BIOCARE infatti garantisce un’immissione di 220.000 femmine di trichogramma brassicae a ettaro.
Sono previsti 2 trattamenti con caratteristiche differenti: il primo, detto G1, per la piralide di prima generazione, il secondo, G2, per la piralide di seconda generazione.

Il trasporto e lo stoccaggio degli ovuli ha gli stessi limiti delle tavolette già in uso. Il trichogramma infatti è sensibile alla temperatura, all’umidità e al fumo. Si consiglia infatti di applicarlo entro 3-4 giorni dall’acquisto e nel frattempo cercare di mantenerlo tra i 10-15°C con umidità pari al 70% e di limitare al massimo i trasporti in auto.

Il lanciatore, sicuro e di uso semplice, rappresenta un’evoluzione importante per aumentare la possibilità di biocontrollo dei danni da piralide, spesso ingenti sia riguardo alla quantità che alla qualità e alla salubrità degli alimenti, anche zootecnici, prodotti da mais.
La tecnologia Trichosafe® infatti consente di intervenire in anticipo, rispetto alla soglia normalmente individuata per il trattamento "chimico" e di "coprire" un periodo di sviluppo della piralide molto superiore e difficilmente confrontabile con altre tecnologie.
Trichosafe® inoltre non ha tempi di carenza, non presenta residui sulle colture, è utilizzabile in agricoltura biologica ed è uno strumento che ben si inserisce nei programmi di difesa integrata.

Nell’ allegato  qui sotto si possono trovare le “Prove di contenimento della piralide mediante l’impiego di Trichogramma brassicae effettuate dall’Azienda Regionale per i settori Agricolo, Forestale e Agroalimentare della Regione Veneto.

 


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