III 4.5 Altri strumenti per il biocontrollo

 

Uno strumento di biocontrollo particolare è rappresentato dai baculovirus. Questi virus sono in grado di attaccare lepidotteri, ditteri e imenotteri parassiti delle piante o molesti, e la vasta galassia dei funghi patogenici di insetti compresi nell’ordine Hypocreales.
Esistono più di settecento baculovirus registrati, ma solo una parte di questi sono stati sviluppati e registrati come agenti di biocontrollo. Essi sono considerati sicuri per la salute umana e per gli animali non target anche quando usati in colture alimentari. Gli inconvenienti legati alla lentezza d’azione e alla sensibilità ai raggi ultravioletti possono essere mitigati con appropriate tecniche di distribuzione e usando formulazioni adatte. Le ricerche recenti hanno messo in luce la capacità dei baculovirus di comportarsi come parassiti specie specifici. Possono perciò risultare molto utili nel biocontrollo se la ricerca riuscirà a individuare i genotipi di baculovirus che riconoscono l’ospite specifico, in questo caso un infestante per le colture agricole, da infettare.
Dell’ordine dei funghi Hypocreales sono state considerate le specie del genere Metarhizium, in particolare anisopliae che potrebbe ora comprendere anche M. brunneum e M. robertsii. La relazione dedicata a queste specie fungine ha esplorato la difficoltà della ricerca di campo, della corretta individuazione delle specie fungine utilizzate, a causa del loro numero immenso e dei modi di trasmissione della malattia in natura.
Fonte: IOBC-WPRS, presentazione e relazioni del 14° incontro.


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In allegato:

Convegno IOBC.pdf

III 4.4 I mezzi di controllo biologico

I mezzi di controllo biologico delle avversità delle piante s può avvenire impiegando:

  • prodotti naturali;
  • prodotti di derivazione naturale;
  • microrganismi;
  • macrorganismi;
  • prodotti semiochimici.

I semiochimici sono tutte quelle sostanze (composti chimici) che regolano le interazioni tra gli organismi viventi. Spesso i semiochimici sono in grado di indurre modificazioni comportamentali, talvolta anche di carattere fisiologico o, più raramente, anatomico.

Una caratteristica dei semiochimici è quella di essere attivi nel loro funzionamento a concentrazioni molto basse. I semiochimici sono generalmente classificati nei 2 seguenti gruppi:

1)   feromoni ovvero messaggeri chimici che agiscono tra individui della stessa specie, la cui interazione è detta relazione intraspecifica;

2)   llelochimici ovvero messaggeri chimici che agiscono tra specie diverse, talvolta regni diversi; tale interazione è detta relazione interspecifica.


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III 4.3 Il ruolo delle piante erbacee spontanee

Anche le piante erbacee spontanee, se non sono sottoposte a tagli troppo frequenti, svolgono un ruolo importante nel contenimento di alcuni insetti dannosi. I loro effetti positivi possono essere riassunti nel modo seguente.

  • Fonti di prede e ospiti alternativi per predatori o parassitoidi.

Ad esempio alcune specie, ritenute per lo più infestanti, come l’ortica (Urtica dioica), lo stoppione (Cirsium arvense), il farinaccio (Chenopodium album), il romice (Rumexcrispus) e il cardo dei lanaioli (Dipsacus sylvestris), offrono cibo a un gran numero di predatori durante tutto il periodo primaverile-estivo. Fra gli insetti utili che beneficiano delle specie erbacee, vi sono numerose categorie di insetti predatori, quali Coccinellidi, Antocoridi, Miridi, Nabidi, Crisopidi, Sirfidi, oltre a diverse specie di parassitoidi, quali Braconidi e Mimaridi (questi ultimi parassitoidi di cicaline).

  •  Fonti di polline e nettare, per adulti di parassitoidi (Imenotteri Braconidi e Afelinidi e Ditteri Tachinidi) o predatori, come ad esempio i Ditteri Sirfidi.

Gli adulti di Coccinellidi, quali Hippodamia variegata e Propylaea 14-punctata sono fortemente attirati dalle infiorescenze di carota selvatica (Daucus carota), sulle quali, nei periodi di scarsità di prede, possono nutrirsi di polline come cibo secondario. Anche gli Acari Fitoseidi, predatori di acari dannosi (es. Tetranychus urticae), possono sopravvivere in assenza di prede, sfruttando i pollini accumulatisi sulla vegetazione.

  • Siti di rifugio e svernamento per molti insetti utili.

Molte piante, per le loro particolari strutture vegetative o fiorali, possono fungere da veri e propri siti di svernamento oppure da rifugi temporanei per svariate specie di insetti utili. Le coccinelle, ad esempio, possono svernare su amaranto (Amaranthus retroflexus) e bardana (Arctium minus), mentre i capolini spinosi del cardo dei lanaioli (Dipsacus sylvestris) possono rappresentare, a fine estate, rifugi temporanei particolarmente apprezzati.


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