La sfida di 3M. Dal 2019 solo prodotti che dimostreranno di essere sostenibili per l’ambiente

Attenzione a energia, clima, materie prime, salute e sicurezza, acqua e istruzione. La mission di 3M è tradurre la scienza in soluzioni che migliorano la vita delle persone e del pianeta. 
 



3M si conferma azienda leader in tema di sostenibilità: da quest’anno tutti i nuovi prodotti che entreranno nel processo di commercializzazione, rispetteranno il Sustainability Value Commitment, un sistema di valutazione interno all’azienda che permetterà di attestare l’impatto che ogni prodotto avrà sull’ambiente. In quest’ottica, sono tre le principali linee d’azione dell’azienda di St. Paul, delineate dal CEO Mike Roman:

  • “Science for Circular”, modello secondo il quale le soluzioni progettuali utilizzeranno meno materiali, proprio nell’ottica di un’economia circolare;
  • “Science for Climate”, legato a una particolare attenzione per l’innovazione collegata alla “decarbonizzazione” dell’industria;
  • “Science for Community” con l’obiettivo e la speranza di dare un segnale per creare un mondo migliore grazie alla scienza. Un impegno concreto, con 91.000 dipendenti nel mondo, di cui 10.000 dell’area Ricerca e Sviluppo, direttamente impegnati nel rigoroso processo di introduzione di nuovi prodotti che, dalle prime fasi fino allo sviluppo finale e in ciascuna area, dall’elettronica alla salute, rispettino l’ambiente.

L’azienda ha assunto un impegno concreto sul tema delle fonti di energia: la sede centrale di St. Paul, negli Stati Uniti, sarà infatti alimentata esclusivamente da energia ricavata da fonti rinnovabili. L’obiettivo di 3M è che tutte le attività siano alimentate al 100% da fonti rinnovabili, con un obiettivo intermedio, entro il 2025, del 50%. In questo quadro strategico a lungo termine, 3M si unirà infatti a RE100, un gruppo globale che riunisce più di cento aziende impegnate nell’ambito dell’utilizzo dell’energia da fonti rinnovabili.

In qualità di partecipante al Global Compact delle Nazioni Unite, 3M inoltre supporta i 10 principi elencati al suo interno nei settori dei diritti umani, del lavoro, dell'ambiente e della lotta alla corruzione. La mission di 3M è tradurre la scienza in soluzioni che migliorano la vita: l’azienda vanta infatti un impegno di lunga data nella sostenibilità. Con il programma 3P, “Pollution Prevention Pays”, partito negli anni ’70, 3M ha iniziato un cammino che si è tradotto sia in azioni concrete nel rispetto dell’ambiente sia in centinaia di miglioramenti di prodotto e processo, formando così le basi di una la cultura permeata nell’organizzazione, e nel 2015 sono stati stabiliti 14 obiettivi da raggiungere entro il 2025 su energia e clima, materie prime, salute e sicurezza, acqua e istruzione e sviluppo:

Energia e clima

• Migliorare l'efficienza energetica, indicizzata alle vendite del 30%
• Incrementare al 25% del consumo totale di elettricità, la quota di energia rinnovabile (già nel 2018 per il 30% l’energia elettrica è stata ricavata da fonti rinnovabili)
• Garantire che le emissioni di gas serra siano ridotte al 50% rispetto al 2002, come minimo, aumentando le attività (obiettivo raggiunto già nel 2018 con la riduzione del 68%)
• Aiutare i clienti 3M a ridurre le loro emissioni di gas serra di 250 milioni di tonnellate equivalenti di CO2, attraverso l'utilizzo di prodotti 3M

Materie prime 
• Investire per sviluppare materiali e prodotti più sostenibili al fine di aiutare i clienti 3M a raggiungere i loro obiettivi ambientali
• Ridurre gli scarti di produzione, indicizzati alle vendite, di un ulteriore 10%
• Raggiungere lo "zero sprechi" nel 30% dei siti di produzione
• Guidare la supply chain della sostenibilità attraverso la tracciabilità delle materie prime e il controllo delle prestazioni del fornitore

Salute e sicurezza
Fornire formazione a 5 milioni di persone nel mondo sulla sicurezza dei lavoratori e dei pazienti

Acqua 
• Ridurre l'uso globale dell'acqua, indicizzato alle vendite, di un ulteriore 10%

• Coinvolgere il 100% delle comunità in cui opera 3M in zone con problemi idrici in programmi per la gestione condivisa delle risorse idriche

Istruzione e sviluppo
• Investire risorse e prodotti in programmi educativi, comunitari e ambientali
• Partecipazione del 100% ai programmi di sviluppo dei dipendenti per far progredire i singoli e le capacità organizzative
• Raddoppiare le possibilità nella di gestione dei talenti per costruire una forza lavoro diversificata.


Leggi Le attività di sostenibilità di 3M 


Fonte:
Ufficio Stampa 3M – MSL Group

Antonella Di Fatta
antonella.di-fatta@publicisconsultants.it
06.57020338 – 334.7151318

Maria Ginevra Amoruso
mariaginevra.amoruso@mslgroup.com
+39 02 77336476 +39 338 5366407

* Inquinamento indoor: l’impegno di Faber per migliorare la qualità dell’aria di casa

Faber, leader mondiale nella produzione di cappe, da sempre investe in ricerca e innovazione per eliminare i fastidiosi odori in cucina, ma, sempre di più, anche per sviluppare soluzioni e tecnologie che garantiscano il miglioramento della qualità dell’aria indoor.
Se si cucina senza aerare, l’emissione di fumi e di vapori è inevitabile e quindi, senza accorgersene, i residui della combustione permangono nel locale inquinando l’ambiente domestico. La cappa e una sua corretta manutenzione – a cominciare dalla sostituzione periodica dei filtri – sono fondamentali perché garantiscono elevate performance in termini di captazione delle principali sostanze inquinanti e quindi contribuiscono in maniera significativa a migliorare la qualità dell’aria di casa.

La World Health Organization ha stimato che l’80% delle persone che vivono in un’area urbana è esposta ai rischi legati all’inquinamento domestico. Infatti, contrariamente a quanto si è portati a pensare, anche tra le mura di casa veniamo in contatto con un mix di agenti chimici, fisici e biologici che compromettono la qualità dell’aria che respiriamo per molte ore della nostra giornata.
Vivere in un ambiente domestico inquinato impatta sui livelli di concentrazione e sulla qualità del sonno, genera irritazione agli occhi e alle mucose, comporta conseguenze negative sull’apparato respiratorio e nervoso e può portare all’aggravamento di malattie preesistenti, soprattutto nei bambini e negli anziani.
Gli inquinanti derivano principalmente dai materiali usati nella costruzione della casa, dalle vernici delle pareti e dei mobili, dal sistema di riscaldamento e di condizionamento, dai molti prodotti chimici che usiamo, ma, non da ultimo anche dai vapori derivanti dalla cottura dei cibi; questo processo genera infatti emissioni e fumi, oltre a essere fonte d’umidità e di cattivi odori.

Tra i prodotti di punta sviluppati da Faber per monitorare l’inquinamento domestico, meritano una citazione particolare i due concept K-Air e P-Air. La prima è una cappa verticale ‘intelligente’, governabile attraverso lo schermo touch o con una apposita App, che – grazie ad un esclusivo sensore – tiene sotto controllo la temperatura, la percentuale di umidità, la presenza di composti organici volatili (i cosiddetti VOC e COV), di anidride carbonica, di ossido di azoto e di metano nell’ambiente. Inoltre questo innovativo sensore studiato dagli ingegneri Faber attiva la cappa non appena vengono superate le soglie di inquinamento, in primis nello spazio dove si cucina.
P-Air è un purificatore che declina in modo più ‘flessibile’ la tecnologia innovativa di K-Air, dal momento che può essere spostato nei diversi ambienti per controllare i livelli di inquinamento indoor.
 Faber ha sviluppato anche la tecnologia High Hiltering Hood che assicura il 95% di capacità di captazione; grazie a questo sistema, l’aria viene fatta passare attraverso un filtro cilindrico più ampio rispetto a quelli tradizionali mentre il materiale ultrafiltrante, composto da due pannelli dalla diversa porosità e contenenti carbone attivo, blocca sia le particelle più grosse sia quelle più piccole, aumentando ancora di più l’efficacia.
 

*FederBio e Assobioplastiche siglano un’intesa per l’impiego di bioteli in agricoltura biologica

L’accordo prevede l’avvio della sperimentazione delle bioplastiche biodegradabili e compostabili per la pacciamatura nelle coltivazioni biologiche.



FederBio, la Federazione nazionale che da 27 anni tutela e favorisce lo sviluppo dell’agricoltura biologica e biodinamica, e Assobioplastiche, l’associazione che riunisce produttori e trasformatori di materiali biodegradabili e compostabili, hanno firmato una partnership per la promozione della sperimentazione e dell’uso di pacciamature biodegradabili nelle coltivazioni biologiche.

Il protocollo pluriennale nasce con l’obiettivo di diffondere e consolidare l’utilizzo delle pacciamature biodegradabili che rappresentano oggi una risposta importante ai problemi di fine vita dei film plastici tradizionali. Inoltre, l’introduzione dei bioteli rappresenta una risposta significativa ad alcuni dei temi produttivi e ambientali coerenti con i principi e le pratiche dell’agricoltura biologica che richiede grande attenzione alle materie prime utilizzate per la produzione dei film pacciamanti, specialmente assenza di OGM e rinnovabilità.

L’utilizzo dei teli pacciamanti con biodegradabilità e rinnovabilità certificate costituisce una delle principali innovazioni tecniche utili per la conversione di ampie superfici e colture all’agricoltura biologica. In particolare, per poter perseguire questo obiettivo strategico i bioteli dovranno essere biodegradabili secondo lo standard europeo EN 17033, non contenere organismi geneticamente modificati nei formulati utilizzati per la produzione della pacciamatura ed essere costituiti da materie prime rinnovabili in misura pari o superiore al 50% (oltre il 60% dal 2021).

Con l’accordo siglato, FederBio contribuirà attivamente alla comprensione e diffusione delle caratteristiche tecniche e d’impiego delle pacciamature biodegradabili, mentre Assobioplastiche supporterà le richieste di informazioni e di attività di sperimentazione che potranno rendersi necessarie. Il protocollo prevede inoltre il coinvolgimento di uno o più enti scientifici con i quali Assobioplastiche e FederBio definiranno un programma di prove in campo per la verifica delle rese, della produttività delle colture e degli effetti complessivi dell’utilizzo di questa pratica colturale in agricoltura biologica.