Impianto Crotone

Progetto Si.Re.Ja. Prime esperienze di digestione anerobica a secco: potenzialità calabresi di biomasse e FORSU per la produzione di biogas

Abstract 
 


Un progetto di ricerca sviluppato nella Regione Calabria coordinato da Cortea con la partecipazione di partner anche locali, ospitato dalla città di Crotone attraverso il polo energia ed ambiente NET, ha permesso di studiare la disponibilità di biomassa nella Regione Calabria per la produzione di biogas in virtù del grande potenziale derivante dalle attività agricole come i pastazzi di agrumi, la sansa di olive e il letame di bufala.

È stata condotta dapprima una approfondita analisi della disponibilità reale di biomassa, in termini di quantità annue prodotte. Successivamente sono state effettuate le sperimentazioni di fermentazione anaerobica a secco e ad umido, mediante fermentatori a scala di laboratorio, progettati e realizzati ad hoc per mantenere precise condizioni di processo in termini di temperatura (38°C) e umidità (circolazione forzata percolato) durante l’intero periodo di fermentazione, pari a circa 30 giorni.

Le prove hanno evidenziato come la biomassa testata condizioni fortemente i risultati finali, in termini di quantitativo di biogas prodotto rapportato al peso della sostanza secca, come dimostra il range di valori ottenuti che oscillano dai 0,1 m3 gas/kgsostanza secca per la vinaccia fino ai 0,6 m3 gas/kgsostanza secca per il pastazzo di agrumi agli oltre 1,6 m3 gas/kgsostanza secca per il letame di bufala. Il biogas prodotto è stato analizzato mediante analizzatore portatile.

Una considerazione a parte merita la FORSU, la frazione organica del rifiuto solido urbano. La Regione Calabria in questo ambito ha sicuramente potenzialità inespresse, data la concentrazione di grandi centri urbani ed un vasto territorio rurale, e l’impiego di questo materiale suscita molto interesse specie per la produzione di biogas che ne può scaturire, specie in impianti di piccola- media dimensione, a basso impatto sull’ambiente e sul territorio. Alla luce di queste considerazioni sono state condotte approfondite analisi sulla FORSU disponibile per la fermentazione anaerobica.
 


In allegato l’articolo completo,  pubblicato in Procedia Environmental Science, Engineering and Management 3 (2016) (1) 23-31 

 

“Città d’Orti”

Città d’Orti è il progetto comune di LifeGate, Slow Food Italia e Comart per promuovere gli orti nelle aziende e l’agricoltura a misura di cittadino.

L’obiettivo del progetto è  divulgare il modello di agricoltura urbana tramite la diffusione e la promozione di orti domestici, aziendali e urbani.

Si tratta di una “scuola di orti”, nella quale i tre partner dell’iniziativa mettono a disposizione indicazioni e suggerimenti sulle colture più adatte, sulle loro proprietà e benefici nutrizionali e su tempi e modi di coltivazione. Frutto della loro collaborazione è il coinvolgimento diretto delle aziende italiane sul territorio. Mediante appositi moduli formativi, tenuti e organizzati dai referenti dell’ufficio Educazione di Slow Food Italia, i dipendenti possono imparare concretamente come dar vita a un orto, conoscere il ciclo delle stagioni e condividere questa esperienza con bambini e familiari. Inoltre, grazie a LifeGate, è possibile rendere le attività a Impatto Zero tramite il calcolo, la riduzione e la compensazione delle emissioni di CO2, e valorizzare anche il ruolo dell’orto nella diffusione di una cultura dell’alimentazione sana e di qualità.

L’aspetto formativo del progetto è anche online: sul portale di LifeGate è stata infatti creata una speciale sezione (www.lifegate.it/tag/citta-dorti) dove tutti i cittadini interessati a mettere in piedi il loro primo orto trovano le informazioni per creare e curare tale orto in città, dai terreni assegnati dall’amministrazione comunale a consigli sull’organizzazione di orti su balconi e terrazze. Invece le aziende possono trovare tutte le informazioni sul progetto nell’area dedicata ai progetti ambientali: www.lifegate.it/imprese/progetti/lifegate-trees/citta-dorti.

MVmant-taxi on demand

“MVMANT”, un nuovo modello di mobilità sostenibile. Venezia, prima città al mondo a sperimentarlo

Ha preso il via in questi a Mestre (Venezia), il servizio di taxi condiviso “on demand”, grazie alla tecnologia tutta “made in Italy” di “MVMANT”, app altamente innovativa per la mobilità sostenibile. A gestire il progetto in città è la cooperativa artigiana Radiotaxi Venezia Mestre, in partnership con Edisonweb, la società catanese che ha ideato e sviluppato l’applicazione e la relativa piattaforma di gestione premiata in tutto il mondo.

Si tratta di un sistema smart di trasporto pubblico in condivisione e su richiesta, disponibile per tragitti definiti ma adattabile dinamicamente alla domanda. Il cittadino può prenotare e pagare la corsa direttamente tramite il proprio smartphone, conoscendo così sin da subito tratta e relativi costi, che sono contenuti e stabiliti sulla base del chilometraggio effettivo del percorso (0,85 € al kilometro).

Obiettivo del progetto veneziano, che è partito in fase sperimentale con due linee e quattro auto taxi, è coprire principalmente gli spostamenti casa-lavoro e casa-scuola, con un servizio attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 7.30 alle 20.

I percorsi dei taxi sono stati definiti in risposta alle richieste dei quasi mille utenti che, iscrittisi alla piattaforma, in questi mesi hanno partecipato al sondaggio conoscitivo sull’utilità del taxi condiviso a Mestre: oltre l’80% degli intervistati ha dichiarato di essere disposto a rinunciare a un’automobile di famiglia se la propria città offrisse un sistema di trasporto urbano capillare ed efficiente.

Leggi il Comunicato Stampa allegato