smaltimento-raee

Emilia Romagna, boom di rifiuti tecnologici trasformati in risorse


I dati di Cobat presentati nella tappa di Ravenna di Panorama d’Italia
Nel 2015 +31% di raccolta di batterie esauste, bene anche i RAEE.

Si è tenuto il 30 giugno scorso a Ravenna, nell’ambito del tour Panorama d’Italia, il convegno: “Economia circolare in Emilia Romagna: riciclo, legalità e best practice”, organizzato da Cobat – Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo e dal settimanale Panorama nell’ambito della tappa di Ravenna di Panorama d’Italia, un tour in dieci città italiane organizzato dal settimanale Panorama per scoprire le eccellenze della Penisola con eventi, incontri e dibattiti,

Sono 18 mila le tonnellate di rifiuti tecnologici raccolte in Emilia Romagna nel 2015. L’equivalente, sulla bilancia, di 700 container a pieno carico. Una quantità che arriva quasi ad eguagliare il risultato complessivo di Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Si tratta di smartphone, tablet, elettrodomestici e batterie che Emiliani e Romagnoli hanno deciso di buttare e che, grazie a un circolo virtuoso che dall’isola ecologica porta agli impianti di riciclo, sono stati trasformati in nuove materie prime da reimmettere nel ciclo produttivo.

“Nel 2015 Cobat – spiega Michele Zilla, direttore generale del consorzio – ha raccolto e avviato al riciclo in Emilia Romagna oltre 16 mila tonnellate di pile e batterie esauste. La stessa sorte è toccata a circa 1.500 tonnellate di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (noti anche con l’acronimo RAEE), categoria che oltre ai dispositivi elettronici include anche i moduli fotovoltaici, sempre più presenti sui tetti della regione e che necessitano di particolari procedure di trattamento per evitare il paradosso di un’energia pulita che sporca l’ambiente quando diventa rifiuto”.

Nel dettaglio, nel 2015 l’Emilia Romagna si conferma in termini assoluti la seconda regione italiana per raccolta delle batterie per automobili, preceduta solo dalla Lombardia, in netta crescita (+31%) rispetto all’anno precedente.

L’attività di Cobat è l’ultimo anello di una lunga catena chiamata economia circolare, ha spiegato Giancarlo Morandi, presidente del consorzio. “I produttori fabbricano beni” -ha detto – “li compriamo, li utilizziamo, li rompiamo oppure ne vogliamo di nuovi. E quindi decidiamo di disfarcene, portandoli nella più vicina isola ecologica comunale. Poi entra in gioco Cobat, che raccoglie quei prodotti, li porta in impianti adeguatamente attrezzati e li restituisce all’industria sotto forma di nuove materie prime”.

In Emilia Romagna, il Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo conta su tre Punti Cobat – aziende autorizzate alla raccolta e allo stoccaggio distribuite in maniera omogenea su tutto il territorio, che raggiungono le isole ecologiche e le imprese di piccoli e grandi comuni – e su un impianto specializzato nel trattamento dei RAEE.

Il contributo dell’economia circolare al tessuto produttivo dell’Emilia Romagna è tuttavia costantemente minacciato dalla criminalità. Le cronache recenti mettono l’Emilia Romagna al centro di attività di traffico illecito di rifiuti, come illustrato durante il convegno da Alfonso Scimia, Commissario Capo del Corpo Forestale dello Stato di Ravenna, e Giuseppe Bennardo, comandante del Nucleo Operativo Ecologico (NOE) dei Carabinieri di Bologna.

Al convegno è intervenuta anche Serena Righi, docente di Analisi del Ciclo di Vita presso l’Università di Bologna, per spiegare come, anche alla luce delle ultime indicazioni del Pacchetto europeo sull’Economia Circolare, il dialogo tra il mondo della produzione e quello del riciclo sia fondamentale per creare beni sempre più riciclabili.

 “Il ricorso a soggetti non autorizzati per la gestione dei rifiuti – spiega Michele Zilla, direttore generale di Cobat – non genera risparmio. E non si tratta solo delle sanzioni su chi commette gli illeciti. Il problema è l’impatto sul sistema: queste attività creano una turbativa di mercato, che altera i reali costi di gestione dei rifiuti, penalizza le imprese che rispettano la legge e, soprattutto, porta a gravi danni ambientali.”

 

 

amianto_lastra usurata

Lombardia regione martire dell’amianto. Il punto sulle inchieste in corso

 

È Broni, in provincia di Pavia, la città italiana con la maggiore incidenza sulla popolazione di morti per amianto. Sede per sessant’anni degli impianti della Fibronit, azienda leader nella produzione di cemento-amianto, ha una incidenza di morti per amianto dell’82% rispetto alla popolazione, più alta di quella di Casale Monferrato.

È comunque tutta la Lombardia la regione maglia nera d’Italia per numero di mesoteliomi, il tumore sentinella dell’amianto: circa 5mila casi in quindici anni, ovvero circa un terzo del numero dei mesoteliomi registrati a livello nazionale con 801 casi sospetti registrati nel 2014 dal Registro Mesoteliomi Regione Lombardia. Se si contano poi anche i tumori polmonari e le altre patologie asbesto correlate (tumori agli organi delle vie respiratorie e tratto gastro intestinale, asbestosi e complicanze cardiocircolatorie) dovute all’esposizione al materiale killer, il numero dei morti in Lombardia è quello di una vera carneficina: circa 20mila dal 1 gennaio 2000 al 21 dicembre 2014, con un trend di crescita costante, con un’incidenza quindi tra i 1.300 e i 1.400 decessi l’anno.

Durante una recente conferenza stampa il presidente dell’Ona (Osservatorio Nazionale Amianto) l’avvocato Ezio Bonanni, ha fatto il punto della situazione in merito alle numerose questioni giudiziarie aperte nella città di Milano e nella Regione Lombardia e in particolare sul processo ATM  e sulle questioni discarica Cava Manara e Case popolari.

Per conoscere i dettagli leggi il comunicato stampa allegato

 

colazione sana

La colazione in estate? Leggera e digeribile. Le 10 regole dell’esperto per non sbagliare

In ufficio o in vacanza, su una spiaggia o in rifugio alpino, la colazione gioca un ruolo fondamentale per tutti. È importante partire con il piede giusto. Oggi gli Italiani sembrano averlo capito, come emerge da una recente indagine dell’Osservatorio DOXA/AIDEPI “Io comincio bene”. Nove italiani su dieci fanno la prima colazione e il numero di chi la salta passa negli ultimi due anni dal 14% al 9%.

Ma in estate come cambia il primo pasto della giornata? “Le parole chiave sono leggerezza e digeribilità” – consiglia Valeria del Balzo, biologa nutrizionista. Una colazione adeguata deve fornire l’energia necessaria per iniziare la giornata. Il giusto mix è composto da cereali, che apportano zuccheri a lento rilascio, latte o yogurt, e un frutto. Se in inverno abbiamo bisogno di calorie per affrontare il freddo, d’estate è importante non eccedere, fare attenzione agli alimenti grassi ed avere un buon apporto di liquidi.”

Su www.iocominciobene.it ci sono le regole firmate dalla professoressa Valeria Del Balzo, con tanti consigli utili e qualche avvertenza:

1.       Mai saltare la colazione. La regola numero 1, valida tutto l’anno, lo è ancora di più in estate. Con il caldo è fondamentale un primo pasto della giornata che assicuri un buon apporto di liquidi per scongiurare il rischio disidratazione.

2.       Per iniziare la giornata con sprint puntate sulla freschezza… anche delle bevande. Spazio dunque a latte fresco, con o senza caffè. Chi ha problemi di digestione può optare per un latte delattosato. Il latte contiene infatti acqua, proteine, grassi, zuccheri, vitamine e sali minerali. Bene anche lo yogurt. Per chi proprio di latte non ne vuol sentir parlare, si può scegliere un succo di frutta senza zuccheri aggiunti o un tè.

3.       Provate i cereali da colazione (fiocchi di mais e d’avena, muesli, cereali integrali o con l’aggiunta di frutta secca o frutti rossi) apportano zuccheri non solo semplici, ma anche complessi, che contribuiscono a modulare meglio la risposta dell’insulina.  Con i cereali, inoltre, si corre meno il rischio di eccedere con le quantità: generalmente ci si limita infatti a servirsene qualche cucchiaio,  mentre con una torta è più facile esagerare.

4.       Non  solo fiocchi di mais. Bene anche tutti gli altri cereali, come biscotti, pane, fette biscottate o prodotti da forno. La colazione tipica italiana è infatti quella che risponde meglio all’esigenza di bilanciare apporto energetico, limite calorico e soddisfazione del gusto. Anche in estate potete, dunque, continuare a consumare i vostri prodotti preferiti.

5.       Mai senza frutta. Apporta fibre, Sali minerali, vitamine, polifenoli, come antiossidanti, e acqua. L’estate è il momento migliore per introdurre questa buona abitudine. Se durante il resto dell’anno al mattino fatichiamo a lavarla, sbucciarla e consumarla con calma, in vacanza se ne possono apprezzare tutti i vantaggi.

6.       Occhio ai buffet. Sontuosi e ricchi di ogni leccornia ci accolgono al risveglio in hotel o villaggi e siamo tentati di assaggiare … tutto! E se resistere al richiamo di torte fragranti, croissant o marmellate di ogni colore è impossibile, cercate di contenervi e limitarvi. Assaggiate un dolce al giorno,  ad esempio, vi aiuterà a sentirvi soddisfatti ma senza eccedere. Abbondate con la frutta,  sfruttando l’ampia scelta che avete di fronte, non mixate dolce e salato e non scegliete alimenti troppo ricchi di grassi. Bacon e uova strapazzate lasciatele alla turista americana.

7.       Se siete in vacanza al mare attenzione a non appesantirvi troppo. Per voi è ancora più importante preferire una colazione digeribile e leggera. Se amate il salato optate per pane e pomodoro, che richiede un tempo di digestione non eccessivamente lungo.

8.       Se siete appassionati di montagna e il vostro programma prevede lunghe camminate e alcune ore in movimento, potete concedervi una colazione più ricca, con una fetta di dolce in più o del cioccolato.

9.       Se la vostra vacanza è invece in una città d’arte, non cadete nell’errore di una colazione-pranzo, con una grande abbuffata al mattino. Non cedete alle lusinghe dei pantagruelici buffet degli hotel: non è corretto saltare i pasti ed è meglio evitare di appesantirsi con una digestione laboriosa.

10.   Prendete il giusto tempo. Se siete in vacanza, il momento della prima colazione, abitualmente troppo spesso consumato di fretta prima di essere fagocitati dagli impegni giornalieri, può diventare un prezioso momento di condivisione per tutta la famiglia. Un’occasione ideale per sperimentare nuovi cibi, introdurre abitudini salutari e riappropriarsi del proprio tempo, soprattutto se fate parte di quella schiera di italiani che ingurgitano un caffè al volo prima di correre in ufficio.


 

“Io comincio bene” è una campagna sostenuta da AIDEPI (Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane), primo polo associativo del settore alimentare nazionale, che vive sul blog www.iocominciobene.it.  L’obiettivo è promuovere il valore della “buona” prima colazione attraverso la condivisione di storie, curiosità, informazioni che vedono protagonista il primo pasto della giornata, fondamentale per una corretta alimentazione.