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Lieviti inattivi preservano l’aroma del vino novello

Ricercatori dell’Università di Madrid hanno scientificamente provato che l’impiego di preparazioni di lieviti inattivi ricchi in glutatione possono preservare l’aroma dei vini giovani durante lo stoccaggio. Questa tecnica, già in uso anche in assenza di una base scientifica, si presenta come un’alternativa eco-sostenibile rispetto al più tradizionale impiego di solfiti.

L’aroma fresco, fruttato e floreale dei vini novelli (bianco e rosé) può sparire velocemente durante lo stoccaggio a causa del processo di ossidazione. Oltre all’aroma, alle volte, il colore stesso subisce delle variazioni a causa della formazione di polimeri di tonalità arancione e marrone. Inoltre, in taluni casi, questo stesso processo di ossidazione può portare alla produzione di altri aromi, tipici di vini invecchiati, pertanto assolutamente poco desiderabili in vini freschi e giovani.

Per minimizzare il problema è possibile aggiungere dei composti antiossidanti in grado di posticipare l’ossidazione e quindi il deterioramento aromatico del vino.
La pratica enologica più diffusa prevede l’aggiunta al vino di antiossidanti chimici quali i solfiti, tuttavia questo tipo di composti può causare diversi sgradevoli effetti collaterali in alcuni consumatori. Pertanto, i produttori di vino stanno cercando delle soluzioni alternative sostenibili ed efficaci.
L’impiego di lieviti inattivi di origine enologica è una pratica già diffusa tra alcuni produttori, ma fino ad ora era priva di un qualsiasi fondamento scientifico.

I lieviti inattivi sono lieviti non vitali privi di capacità fermentative. I lieviti impiegati per stabilizzare il vino sono di origine enologica, pertanto si presentano come un alternativa naturale e sostenibile all’aggiunta di additivi chimici.

La ricerca condotta dai ricercatori del CIAL e UPM è stata svolta in collaborazione con una cantina di Navarra (Spagna). In questo luogo i ricercatori hanno studiato l’effetto delle preparazioni di lievito inattivato ricche in glutatione nell’aroma del vino rosè della varietà Garnacha e, allo stesso tempo, hanno studiato lo stesso vino trattato con i metodi tradizionali.
Per riconoscere e valutare odori e sapori del vino, alla ricerca hanno partecipato anche 12 sommelier in veste di giudici. Questi giudici hanno testato i vini durante il periodo della ricerca ed hanno riassunto i loro giudizi in tabelle tali da poter essere poi rielaborate ed analizzate dai ricercatori.
I test erano di tipo triangolare e determinavano differenze sensoriali tra il vino trattato e quello di controllo durante il periodo di vita del vino (1, 2, 3 e 9 mesi). Da un punto di vista sensoriale, i vini hanno dimostrato avere le stesse caratteristiche fino al nono mese di stoccaggio.

Per la valutazione delle caratteristiche qualitative e quantitative, i giudici hanno condotto un’analisi sensoriale di tipo descrittivo dove hanno valutato l’intensità di alcune delle caratteristiche principali di questi vini: l’aroma (fragola, pesca, banana, floreale, lievito) e il sapore (acidità).

Dalla ricerca sono emersi i seguenti risultati: i vini a cui era stato aggiunto il lievito inattivo hanno dimostrato mantenere meglio l’aroma fruttato, soprattutto per fragola e banana, e, al tempo stesso, diminuire la percezione aromatica di tutti i processi collegabili all’ossidazione.

Da questo studio pertanto emerge chiaramente come l’impiego di lieviti inattivi ricchi in glutatione sia di fatto una valida alternativa all’impiego di solfiti nei vini novelli.

Per saperne di più:
Università Politecnica di Madrid

International Journal of Food Properties

Instituto de Investigación en Ciencias de la Alimentación (ES); (EN

 

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Robotica protagonista anche in agricoltura

La robotica è entrata di prepotenza nell’agricoltura ed esistono robot capaci di svolgere autonomamente diverse mansioni. Di fatto la robotica risponde all’esigenza di risparmiare costi di manodopera  per poter mantenere quello del prodotto dentro determinati parametri. Inoltre, i robot sono spesso molto versatili e  in grado di svolgere le mansioni oltre che raccogliere dati e informazioni utili a supporto delle decisioni future.

Al 13° Congresso Internazionale sulla Robotica, IAS 13 – Intelligent Autonomous Systems, tenutosi a Padova dal 15 al 19 di luglio 2014, hanno partecipato diversi  centri di ricerca e aziende sia per far conoscere i risultati delle loro ricerche sia per avere un feedback dagli operatori di settore.

Alcuni progettisti presenti si sono limitati ad illustrare la parte informatica e le innovazioni ottenute in campo dall’intelligenza artificiale, senza portare reali applicazioni. Attualmente, molti dei risultati presentati possono essere applicati a diverse esigenze ed è solo con il feedback da parte degli operatori del settore che è possibile ottimizzare e delineare con precisione il prodotto finale.

Un valido esempio è dato dal progetto portato avanti da ricercatori spagnoli (Università di Zaragoza) e inglesi (Università di Lincoln). Di recente era stato messo a punto un robot in grado di controllare la deriva durante trattamenti con nebulizzazione del prodotto in agricoltura, ma che ha dimostrato dei limiti in quanto il terreno agrario non è liscio ed uniforme. La nuova applicazione presentata in questa conferenza invece tiene conto anche di questo fattore e quindi è in grado di aggiustare il getto anche in funzione del tipo di terreno.
Per ottenere questo risultato i ricercatori hanno integrato il metodo precedente con informazioni provenienti da mappe 3D del suolo. Una volta sul terreno le informazioni vengono rielaborate e adattate alla esatta localizzazione.

La parte di interesse specifico per l’agricoltura si è concentrata nella giornata di venerdì 19, dove esponenti di diverse nazioni hanno illustrato alla platea le proprie innovazioni nel settore.

I ricercatori dell’Università di Padova hanno presentato un sistema per la ricarica in autonomia della batteria di robot agricoli elettrici. Il sistema è composto da una stazione di ricarica wireless ad alta potenza (può caricare fino a 4 kW) e da un supporto indipendente fornito di telecamera e di cercatore a raggi laser. La ricarica avviene senza l’impiego di cavi, è sufficiente che le due spirali (la prima posta sul robot e l’altra al supporto) siano allineate. Migliore è l’allineamento, più veloce ed efficace è la ricarica.

I ricercatori della UNSW Australia (School of Mechanical and Manufacturing Engineering) hanno presentato un nuovo modello per il monitoraggio e la previsione della resa dei vigneti. Questo sistema di navigazione si può applicare su robot che si muovono sul terreno e non ha bisogno di un sistema GPS di alta precisione.

Ricercatori tedeschi (Università di Hannover e Bosch) hanno presentato un robot per il controllo visivo dello stelo della pianta. Questo permette una mappatura del terreno molto precisa e necessaria in un’ottica di agricoltura di precisione specie per piante piccole. Gli esperimenti presentati sono stati svolti su piantine di carote.

Ricercatori austriaci (Università Tecnologica di Vienna) hanno presentato una sistema di identificazione ad infrarossi in grado di identificare la posizione e il tipo di pianta e ne individua i bisogni grazie ad una elaborazione dei dati raccolti mediante un’integrazione con i dati di tipo probabilistico presenti nella memoria del robot.

Maggiori dettagli e informazioni sui progetti presentati sono visibili nei pdf allegati.

Per saperne di più:
IAS 13
Atti Convegno IAS 13
University of Lincoln

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Interventi ecocompatilbili contro la mosca della frutta

 

La mosca della frutta causa danni ingenti all’agricoltura, infatti può infestare oltre 300 tipi diversi di colture, spaziando dai frutti coltivati, selvatici o con gheriglio, agli ortaggi. 

Il mese scorso i ricercatori dell’Università di East Anglia (Norwick – UK) in collaborazione con Oxitec (Oxford – UK) hanno pubblicato sul Journal Proceedings of the Royal Society B la loro ricerca per il controllo di tale mosca.  Il metodo, da loro pensato e realizzato, si è dimostrato economico, efficace e rispettoso dell’ambiente. Infatti il rilascio di maschi geneticamente modificati ha portato a una rapida diminuzione della popolazione effettiva, con conseguente immediato beneficio delle colture.

Attualmente il controllo si effettua in uno o più dei modi seguenti:              

  • trattamenti con pesticidi, in genere una miscela;
  • posizionamento di trappole;
  • metodi di controllo biologico;
  • rilascio di insetti sterilizzati (metodo SIT – Sterile Insect Tecnique).

Secondo i dati riportati dall’Università di East Anglia, tra tutte le tecniche attualmente impiegate per il controllo di questo parassita, il SIT è considerato quello più rispettoso dell’ambiente in quanto usa maschi sterili per rendere improduttivo l’accoppiamento tra maschi e femmine in natura.
L’aspetto negativo è che in natura questi maschi modificati non riescono ad accoppiarsi bene come in ambiente protetto, in quanto le radiazioni impiegate per sterilizzarli li rendono più deboli.
Un’alternativa al SIT potrebbe essere una modificazione genetica della mosca in modo che questa sia in grado di generare solo figli maschi. Ed è proprio questa la strada intrapresa dai ricercatori di Oxitec e della East Anglia University, che nel corso della loro ricerca sono riusciti a selezionare mosche maschio non sterili ma geneticamente modificate in grado di generare soltanto maschi. Negli esperimenti effettuati, i ricercatori hanno potuto effettivamente notare un rapido e sostanziale decremento della popolazione femminile che ha portato a una diminuzione della popolazione totale.
Essendo stati geneticamente modificati, i maschi non devono sottostare ad ulteriori trattamenti, ivi compreso quello di sterilizzazione, e quindi sono più sani e robusti di quelli tradizionalmente impiegati nella tecnica SIT.

La sperimentazione è avvenuta in ambiente protetto, in particolare all’interno di una grande serra situata a Creta di proprietà dell’Università di Creta (Grecia). L’ambiente ricreato era il più simile possibile ad una ambiente naturale, e qui sono state effettuate le misurazioni per controllare l’effettiva efficacia del metodo.
In questo sistema chiuso si è potuto notare una drastica diminuzione dopo l’immissione della mosca modificata. I risultati ottenuti lasciano intravvedere interessanti sviluppi per la tecnica di controllo della mosca della frutta, anche perché la tecnica si dimostra economica, efficace e compatibile con l’ambiente.

La modificazione genetica avviene inserendo un gene specificatamente femminile all’interno dell’insetto. Questo gene interrompe lo sviluppo prima che la femmina raggiunga lo stadio riproduttivo. La creazione di mosche geneticamente modificate di solo sesso maschile avviene in ambiente controllato in cui è presente una dieta mancante del repressore chimico necessario alle femmine per sopravvivere. I maschi sopravvissuti vengono così rilasciati nell’ambiente. Al momento dell’accoppiamento, il maschio modificato geneticamente passa naturalmente il gene per l’autolimitazione delle femmine alla propria progenie, impedendo quindi la crescita di esemplari femminili.

Il metodo è in attesa dei permessi necessari per essere testato in campo aperto.

Per saperne di più:
Journal Proceedings of the Royal Society B
University of East Anglia