parete verde

NBS: soluzioni naturali per città più resilienti e sostenibili

Il G20 organizzato dall’Italia ha sottolineato gli effetti positivi delle NBS (Nature-based Solutions) per la resilienza urbana, la qualità dell’ambiente e il benessere dei cittadini  


Il VI Rapporto dell’IPCC, il Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, ha sottolineato che l’aumento della temperatura globale di 0,9 °C, registrato a partire dal periodo della seconda rivoluzione industriale, è all’origine dei cambiamenti climatici. Le conseguenze sull’ambiente in termini di aumento di eventi metereologici estremi come inondazioni, siccità, tempeste e di diffusione di malattie tropicali sono evidenti. Un notevole contributo all’aumento delle emissioni globali di gas serra, principale causa del cambiamento climatico, deriva dalle città. Le città, sebbene occupino solamente il 3 per cento della superficie globale, consumano il 75 per cento delle risorse naturali e dell’energia, producono circa la metà dei rifiuti e sono responsabili del 60 per centodelle emissioni di gas serra. Secondo stime delle Nazioni Unite, entro il 2050 la popolazione mondiale raggiungerà quota 9 miliardi di individui e di questi due terzi vivranno nelle città. Perciò, le città devono essere al centro delle iniziative di contrasto al cambiamento climatico. La pandemia di Covid-19, in particolare, ha evidenziato l’importanza di riqualificare e riprogettare gli spazi urbani, da quelli abitativi a quelli commerciali e di lavoro. È emersa soprattutto la necessità di sviluppare proposte di pianificazione urbana dei quartieri in accordo con il modello della interconnessione residenziale noto come “città dei 15minuti”. Si tratta di un concetto di urbanizzazione che prevede per i cittadini la possibilità di soddisfare buona parte delle loro esigenze personali (spesa, tempo libero, cultura, ecc.) a breve distanza dalla propria abitazione, muovendosi a piedi o in bicicletta. Le stime attuali ci dicono che almeno il 75 per cento delle infrastrutture che ci saranno nel 2050 devono ancora essere realizzate per soddisfare le esigenze imposte dai nuovi stili di vita urbani (Balfour Beatty, 2016).In accordo a questo nuovo modello urbano assume particolare importanza l’integrazione di soluzioni basate sulla natura, le NBS (Nature-based Solutions), per la riqualificazione e la rigenerazione delle città. Le NbS includono foreste urbane, zone umide, cinture verdi e parchi all'interno e intorno alle città, nonché infrastrutture verdi come tetti e pareti verdi, corridoi ecosistemici e infrastrutture blu e ibride. Le soluzioni basate sulla natura creano resilienza e riducono il rischio di disastri offrendo notevoli vantaggi: adattamento e mitigazione del clima; acqua e aria pulite; strade più fresche; e l'accesso a spazi pubblici verdi per la ricreazione e il benessere fisico, mentale e spirituale.Il termine “NBS” è stato utilizzato per la prima volta nei primi anni ‘2000 e in seguito ha conosciuto un’ampia diffusione con il significato generale di "promozione delle sinergie tra natura, società ed economia" (Somarakis et al. 2019). A questo proposito, la valorizzazione dei sistemi vegetali sugli edifici come soluzione naturale per migliorare le condizioni microclimatiche ed energetiche delle città, trova sempre maggiore considerazione a mondiale. Secondo il rapporto della GlobalAbc (Global Alliance for Buildings and Construction), l’aumento di vegetazione sul territorio e nelle città rappresenta una tecnica di raffreddamento passivo potenzialmente in grado di generare un risparmio del 25 per cento dell'energia usata per il raffreddamento. La ricerca ha dimostrato che gli alberi urbani possono ridurre i costi di condizionamento dell'aria degli edifici tra il 20 e il 50per cento, riducendo anche le emissioni di gas serra associate al raffreddamento meccanico. Anche la Commissione europea ha espresso sostegno al "Manifesto NbS per il clima", proposto nell'agosto 2019 al vertice dell'azione per il clima delle Nazioni Unite 2019. Anche il G20, organizzato dal Governo italiano, ha sottolineato l’importanza delle NBS come opportunità per l’economia e la resilienza delle città oltre che per il benessere dei cittadini. Il coinvolgimentodelle istituzioni, del mondo della ricerca, dei cittadinie delle associazioni ambientaliste è fondamentale per accelerare la transizione ecologica attraverso le infrastrutture verdi come elemento innovativo delle aree urbane.


Per approfondire:

  • BulkeleyH. 2020. Nature-based Solutions for Climate Mitigation, analysis of EU-funded projects.
  • M. A. Rahman and A.R. Ennos (2019) What we know and don’t know about the cooling benefits of urban trees. https://www.forestresearch.gov.uk/news/what-do-we-know-about-how-trees-cancool-our-towns-and-cities/.
  • Future Infrastructure Need. www.balfourbeatty.com/media/164183/infrastructure-2050.pdf. Balfour Beatty, 2016.
  • A working paper for the G20.Smart, Sustainable and Resilient cities: the power of nature-based solutions. G20 Italia, 2021. https://www.g20.org/wp-content/uploads/2021/07/G20_NbS-Cities_06.pdf
  • www.unep.org/explore-topics/cities-and-lifestyles.

 

Foto d'intestazione: Montmartre, Parigi (www.ecowave.it)

industria

L’IPCC lancia l’allarme: collasso climatico se non si contiene aumento temperature

Se non si metteranno in atto tutte le misure necessarie a contenere l’aumento della temperatura globale entro la soglia limite di 1,5 °C si andrà incontro all’aumento di eventi metereologici estremi come ondate di calore, inondazioni, periodi di siccità, carenza idrica, incendi boschivi, tifoni e trombe d’aria


Uno scenario preoccupante

Secondo il VI rapporto scientifico dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), la temperatura globale sta aumentando più rapidamente del previsto e ci stiamo avvicinando alla soglia limite di 1,5 °C di aumento oltre la quale l’andamento e l’intensità delle temperature potrebbero portare a situazioni disastrose, con ricadute negative sullo scioglimento dei ghiacciaie sull’innalzamentodellivello del mare. Il rapporto sottolinea che gli effetti del riscaldamento globale interesseranno gli ecosistemi, le persone e le economie di tutte le regioni dell’Unione europea (Figura 1).

 

Figura 1. Ripartizione delle regioni biogeografiche dell’Unione europea (modificato da EEA Report No 12/2020) 

 

Se non si metteranno in atto misure di contrasto efficaci a livello europeo, difficilmente si potranno evitare le ondate di calore, le inondazioni, i periodi di siccità, la carenza idrica, gli incendi boschivi, i tifoni e le trombe d’aria, che con sempre maggiore frequenza e intensità si abbattono in Europa. Nella regione boreale, le proiezioni suggeriscono un aumento della temperatura superiore alla media, in particolare in inverno, un aumento delle precipitazioni annuali e dei flussi fluviali, meno neve e maggiori danni da tempeste invernali con eventi di precipitazioni intense e un aumento delle inondazioni urbane. Nella regione atlantica, le zone costiere basse saranno colpite da forti tempeste invernali e inondazioni costiere a causa dell'innalzamento del livello del mare e di mareggiate potenzialmente più forti, con i paesi del Mare del Nord particolarmente esposti. Per la regione mediterranea si prevedono diminuzione delle precipitazioni e un aumento delle temperature, in particolare in estate, con una diminuzione delle risorse idriche. Gli incendi boschivi e gli impatti negativi del calore sulla salute e sul benessere umani aumenteranno, insieme alla propensione alle malattie trasmesse da vettori. Nella regione continentale, oltre alla riduzione delle precipitazioni estive, potrebbero aumentare il rischio di siccità, i rischi per la salute e la domanda di energia in estate. Minacce specifiche si verificheranno nelle zone costiere (innalzamento del livello del mare e possibile aumento delle mareggiate) e nelle regioni montuose (aumento delle temperature, diminuzione del manto nevoso, aumento del rischio degli insediamenti da alluvioni e inondazioni fluvialia causa della topografia, frane e cadute di massi). 

 

Legislazione europea contro il cambiamento climatico

Il 9 luglio 2021 è stato emanato il Regolamento (UE) 2021/1119, che sancisce l’obiettivo principale della neutralità climatica al 2050 e l’obiettivo intermedio della riduzione delle emissioni nette di gas serra di almeno il 55 per cento al 2030 (rispetto ai livelli del 1990). Il regolamento europeo include anche l’aumento degli assorbimenti di carbonio, in modo tale che le emissioni nette di gas a effetto serra, ossia le emissioni al netto degli assorbimenti, siano ridotte in tutti i settori dell’economia: industria, trasporti, edilizia, agricoltura, riscaldamento e raffrescamento, gestione e smaltimento dei rifiuti, uso del suolo e silvicoltura. A questo proposito, come riportato nella Comunicazione del 20 maggio 2020 “Dal produttore al consumatore per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente”, saranno ricompensati gli agricoltori che nell’ambito dei settori dell’agricoltura, della silvicoltura e dell’uso del suolo adotteranno iniziative finalizzate alla riduzione delle emissioni di gas serra e all’assorbimento di carbonio. Il regolamento sull'uso del suolo, il cambiamento dell'uso del suolo e la silvicoltura ha previsto quale obiettivo per gli Stati membri dell’Ue rimozioni nette di gas serra di 310 milioni di tonnellate di CO2eq entro il 2030, per evitare il disboscamento non sostenibile e proteggere le aree ad alto valore di biodiversità.


Per approfondire:

  • Una strategia "Dal produttore al consumatore" per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell'ambiente. COM(2020) 381 final.
  • Urban adaptation in Europe: how cities and towns respond to climate change. EEA Report No 12/2020.
  • REGOLAMENTO (UE) 2021/1119 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIOdel 30 giugno 2021che istituisce il quadro per il conseguimento della neutralità climatica e che modifica il regolamento (CE) n. 401/2009 e ilregolamento (UE) 2018/1999 («Normativa europea sul clima»). Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 243/1.

 

Foto d’intestazione: Carlo Alberto Campiotti

bosco

Le bioenergie al centro della transizione energetica sostenibile

La produzione e l’uso di energia sono responsabili annualmente di oltre il 75 per cento delle emissioni di gas serra a livello europeo. Per accelerare la transizione verso un sistema energetico sostenibile la Commissione ha proposto l’obiettivo “40 per cento di energia rinnovabile entro il 2030” (rispetto ai livelli del 2005)


Oltre il 75 per cento delle emissioni annuali di gas serra nell’Unione europea sono dovute alla produzione e all’uso di energia fossile. Con l’obiettivo di accelerare la transizione ecologica e raggiungere la neutralità climatica del sistema energetico, l’Ue ha fissato nella COM(2021) 557 final l’obiettivo del 40 per cento di energia rinnovabile entro il 2030 (Figura 1).  

 

Figura 1. Riduzione di emissionigas serra al 2030 per gli Stati membri dell’UE (Fonte: QANDA/21/3543).

 

Per raggiungere gli ambiziosi obiettivi sono stati previsti obiettivi specifici per incrementare l'uso delle energie rinnovabili nei settori che fino ad ora non erano stati inclusi nell’EU Emissions Trading System (EU ETS) e che sono attualmente responsabili di circa il 60 per cento delle emissioni di gas serra a livello europeo: trasporti, riscaldamento e raffrescamento, edifici e industria. La Commissione ha ritenuto che la bioenergia potrebbe svolgere un ruolo chiave nel conseguimento degli obiettivi in materia di energia. Ciò, considerando che può essere utilizzata per il riscaldamento nell'industria e negli edifici, nei trasporti e nella produzione di elettricità. È possibile utilizzare un'ampia gamma di materiali: i prodotti della silvicoltura, i residui dell'agricoltura, i rifiuti organici solidi e liquidi (compresi i rifiuti solidi urbani e le acque reflue) e le colture coltivate appositamente per l'energia. Tuttavia, l’Ue ha stabilito una serie di regole per produrre e utilizzare in modo sostenibile ed efficiente la biomassa per produrre energia in accordo con processi che esaltano il risparmio di gas serra, il mantenimento dei servizi ecosistemici e soprattutto l’uso razionale e controllato delle foreste e dei processi di forestazione per evitare il degrado degli habitat e/o la perdita di biodiversità. La Commissione ha infatti vietato l'uso della biomassa da foreste primarie e/o ad alta biodiversità nonché l'uso di ceppi e radici per evitare di disperdere la CO2 sequestrata nel sottosuolo. Inoltre, ha introdotto l'obbligo per gli Stati membri di progettare regimi di sostegno che favoriscano l’impiego “a cascata” della biomassa in accordo con i principi dell’economia circolare (Figura 2).

 

Figura 2. Economia circolare per la biomassa legnosa (modificato da ©European Union, 2021).


Per approfondire:

  • Scarlat, N., Dallemand, J., Taylor, N. e Banja, M. Brief on biomass for energy in the European Union, Sanchez Lopez, J. and Avraamides, M. editor(s). Publications Office of the European Union, Lussemburgo, 2019, doi: 10.2760/49052, JRC109354.
  • MAKING SUSTAINABLE USE OFOUR NATURAL RESOURCES. © European Union, 2021. ISBN 978-92-76-39824-0 doi:10.2775/706146 NA-02-21-849-EN-N.
  • Questions and Answers – The Effort Sharing Regulation and Land, Forestry and Agriculture Regulation. European Commission,QANDA/21/3543.

 

Foto d’intestazione: Carlo Alberto Campiotti