Irriducibile - Faggin

Irriducibile


Federico Faggin è il padre del microprocessore e di altre invenzioni che hanno rivoluzionato la tecnologia e il mondo in cui viviamo. Con questo libro stravolge ancora una volta il nostro modo di vedere i computer, la vita e noi stessi. Dopo anni di studi e ricerche avanzate ha concluso che c’è qualcosa di irriducibile nell’essere umano, qualcosa per cui nessuna macchina potrà mai sostituirci completamente.

“Per anni ho inutilmente cercato di capire come la coscienza potesse sorgere da segnali elettrici o biochimici, e ho constatato che, invariabilmente, i segnali elettrici possono solo produrre altri segnali elettrici o altre conseguenze fisiche come forza o movimento, ma mai sensazioni e sentimenti, che sono qualitativamente diversi… È la coscienza che capisce la situazione e che fa la differenza tra un robot e un essere umano… In una macchina non c’è nessuna ‘pausa di riflessione’ tra i simboli e l’azione, perché il significato dei simboli, il dubbio, e il libero arbitrio esistono solo nella coscienza di un sé, ma non in un meccanismo.” Il pioniere della rivoluzione informatica arriva così a mettere radicalmente in discussione la t

Federico Faggin è un fisico, inventore e imprenditore italiano. Nato a Vicenza nel 1941, dal 1968 risiede negli Stati Uniti. È stato capo progetto e designer dell'Intel 4004, il primo microprocessore al mondo, e lo sviluppatore della tecnologia MOS con porta di silicio, che ha permesso la fabbricazione dei primi microprocessori, delle memorie EPROM e RAM dinamiche e dei sensori CCD, gli elementi essenziali per la digitalizzazione dell'informazione. Nel 1974 ha fondato la Zilog, con cui ha dato vita al famoso microprocessore Z80, tuttora in produzione. Nel 1986 ha co-fondato la Synaptics, ditta con cui ha sviluppato i primi Touchpad e Touchscreen. Il 19 ottobre 2010 ha ricevuto la Medaglia Nazionale per la Tecnologia e l'Innovazione dal presidente Obama, per l'invenzione del microprocessore…(Continua)

Boff forse la terra si salverà

Forse la terra si salverà


La nostra attuale visione del Mondo inteso come pianeta Terra può riassumersi in poche parole: conquista, sfruttamento, progresso, crescita. Tutti questi sostantivi si riferiscono ad attività umane. Punto di vista autoreferenziale fino al punto che i Sapiens a partire dalla rivoluzione industriale sono in grado di mutare i destini di un intero pianeta.
L’autore di questo testo è nipote di immigrati veneti provenienti da Col dei Bof, Seren del Grappa, Belluno, installatisi alla fine del 1800 nel Rio Grande do Sul. Leonardo nasce quindi in Brasile dove sviluppa la sua vocazione francescana e dedica la sua vita alla difesa dei diritti dei più poveri. In questo libro sottolinea con la stessa passione e determinazione profuse nella lotta contro l'oppressione dei popoli latino americani, l’impatto negativo delle attività umane sulla Natura. Descrive e analizza i problemi ambientali a livello planetario. L’attuale situazione mondiale presenta molteplici fattori di crisi che mettono a rischio la continuità della nostra civiltà e perfino la sussistenza della vita sul pianeta. Mette in evidenza le cifre che sottolineano le ingiustizie all’interno della società umana nella quale il 20% della popolazione umana controlla e consuma l’80% di tutte le risorse naturali. E questo 20 % è anche responsabile dello squilibrio del sistema Terra. Ma le conseguenze più drammatiche ricadono in maggior misura su quell’80%.
Pone domande che tutti noi ci poniamo da almeno due decenni: Quali sono le alternative possibili all’odierno modello di sviluppo basato sul profitto e sullo sfruttamento illimitato delle risorse? Possiamo prevenire la grande crisi della Terra e trasformare una possibile tragedia in una nuova convivenza con la natura e tra i popoli? Boff nel “forse” che introduce nel titolo, fa intuire che per limitare, mitigare, rimediare ai danni abbiamo ancora margini. È quel forse che ci spinge a credere nella possibilità di salvare la Terra e i suoi sistemi.
Leonardo Boff indica una rotta per evitare la nostra distruzione: cambiare modo di vivere e seguire la Natura che ci insegna a trovare una equilibrata via di crescita. Togliamo dal nostro vocabolario i termini conquista e sfruttamento e usiamo quelli  di progresso e crescita equilibrati. Attraverso una ricognizione documentata sull’evoluzione del cammino umano, Boff ci suggerisce un percorso accessibile che parte dalla sensibilità e attenzione verso tutto il mondo e tutte le diverse realtà che ci sono.

Alberta Vittadello

 

Muir -copertina

LE MONTAGNE MI CHIAMANO

Meditazioni sulla natura selvaggia
A cura di Alessandro Miliotti
 


John Muir è un nome noto a quanti si occupano di ambiente e di ecologia, è conosciuto, infatti, come precursore e promotore delle aree naturali protette. Questa pubblicazione consente al lettore di avvicinarsi al movimento definito conservazionismo che, tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900, anima il dibattito pubblico; vengono coinvolti, scienziati, studiosi, politici e semplici amanti della natura in tutti gli Stati Uniti. La grande varietà del territorio americano affascina l’autore, in particolare le zone selvagge come la Sierra Nevada dove fonda il Sierra Club, il più antico movimento ambientalista del mondo. Muir fugge dalla realtà urbana dove è costretto in un ufficio o in uno studio e cerca la natura ancora incontaminata. Pur non concludendo un percorso di studi specifici, approfondisce le sue conoscenze in ambito scientifico comprendente geologia, botanica e chimica. L’autore di questi diari, lettere e meditazioni, selezionati con attenzione da Miliotti, è dunque un amante di quella che lui stesso definisce natura selvaggia ma senza dubbio è anche uno scienziato perché dello scienziato ha il metodo. Attratto dalla storia del nostro pianeta osserva gli affioramenti rocciosi, i cristalli, la morfologia di valli, versanti e cime. Nel suo girovagare spesso incantato dalla bellezza del paesaggio, avanza alcune ipotesi sull’origine delle valli e sulla funzione dei ghiacciai. In particolare nella valle dello Yosemite intuisce da semplici elementi la loro origine glaciale. Apre così il dibattito con i geologi del tempo che avevano definito le creste, i canyon e i pendii dell’area frutto di attività sismica. Muir intuisce l’azione dei ghiacciai lenta ma incisiva sulla morfologia. Lenta è la discesa delle masse ghiacciate che modellano versanti, valli e nello specifico le rocce sulle quali nota le tipiche incisioni. In tante occasioni Muir sottolinea come ciò che noi vediamo è frutto di un continuo incessante lavoro innestato dalle forze della natura a cominciare dalla forza di gravità.
Tra le meditazioni individuali che Muir condivide con qualche conoscente o scrive come diari e articoli per riviste, il lettore trova un messaggio universale molto importante: nel nostro pianeta, immerso nell’universo, ciascun componente, appartenga esso ai viventi o ai non viventi, è interconnesso. Muir non usa questo termine, ma il lettore attuale ne può valorizzare il significato in modo ampio. Ciascun protagonista, dalle rocce, al ghiaccio ai viventi fanno parte di una stessa grande realtà di cui facciamo parte. La natura esige rispetto ed equilibrio nell’uso delle risorse. Un messaggio vecchio di 100 anni ma più che mai attuale.
Il testo partendo dall’intimo dell’autore che cita spesso Dio come creatore di bellezza, diventa un manifesto per l’umanità intera. Gli equilibri naturali vanno rispettati da tutti i suoi componenti: messaggio forte per i Sapiens che usano, meglio sottolineare abusano, delle risorse come padroni avventati. Viene da concludere che nel selvaggio troviamo consolazione, nel rispetto troviamo un futuro.

A Vittadello