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Fiera Cremona 2013. Attenzione agli avicoli accanto ai bovini da latte e suini

Dal 24 al 27 ottobre 2013 la Fiera di Cremona ospita il grande appuntamento autunnale della zootecnia italiana. Alle tre esposizioni ormai tradizionali:

– Bovino da latte, che da tanti anni fa il punto sulla produzione di latte bovino,

– Italpig, dedicato all'allevamento suino e alla produzione di salumi e insaccati,

– Expocasearia, destinata ad aggiornare produttori e consumatori su un settore decisamente trainante dell'agroalimentare italiano,

si affianca quest'anno l'interesse per l'allevamento avicolo, recente oggetto di provvedimenti europei e settore dai risvolti produttivi complessi.

Testimonia questo interesse, la prima edizione di "International Poultry Forum (IPF)" che si tiene il 24 ottobre dalle 9 alle 17, in Sala Zelioli Lanzini, organizzato da Cremonafiere con il patrocinio e la collaborazione della Società Italiana di Patologia Aviare e della WPSA – World Poultry Science Association.

Tecnici, professionisti e responsabili di istituzioni di livello internazionale illustreranno situazione e prospettive zootecniche, gestionali e di mercato correlate all’adeguamento alle norme europee sul tema degli antimicrobici e del benessere delle ovaiole: un’opportunità inedita di avere un panorama completo del settore scoprendo anche la possibilità di conferire “nuovo valore aggiunto” alla qualità del proprio prodotto.

Con questa prima edizione dell’IPF, la Fiera di Cremona, in continuità con la propria solida tradizione nell’organizzazione di eventi economici e tecnico-scientifici in zootecnia, propone al settore avicolo due argomenti di estrema attualità:

  •   Strategie per ridurre l'uso di antimicrobici nelle aziende avicole: un approccio multifunzionale;
  •   La nuova normativa sul benessere delle galline ovaiole: da problema a opportunità.

La necessità di affrontare le problematiche relative all'uso degli antimicrobici deriva dal continuo aumento delle resistenze batteriche agli stessi, riscontrato da diversi anni sia in campo umano che veterinario; tali resistenze hanno indotto l’Unione Europea a promuovere iniziative in diversi settori a favore di un “uso responsabile” degli antimicrobici, coinvolgendo anche gli allevamenti avicoli.

Nella sessione mattutina del forum saranno presentate importanti esperienze estere sulle pratiche necessarie per mantenere sani e produttivi gli animali destinati alla nutrizione umana, riducendo l’uso di questa tipologia di farmaci. Un approccio multifunzionale può portare alla diminuzione delle patologie, adottando nuove modalità gestionali, puntando sulla prevenzione e su nuove conoscenze nei diversi settori relazionati all’allevamento avicolo: dalla genetica alla nutrizione, dall’immunologia alla diagnostica di laboratorio.

Nella sessione pomeridiana verranno discusse le conseguenze, per gli allevamenti italiani, del processo di adeguamento degli allevamenti di galline ovaiole alla normativa comunitaria, completato nel giugno 2013. Tale processo è destinato a incidere sul mercato ben oltre l'aspetto tecnico, coinvolgendo in modo ancora più determinante il consumatore. Benessere animale, qualità delle produzioni e feedback dal consumo diventano elementi inscindibili di una strategia complessiva in un settore in grado di mantenere competitività internazionale, comunicando efficacemente il “nuovo” valore contenuto nella qualità della produzione avicola italiana.

È possibile consultare il programma completo e richiedere l’invio di un ingresso omaggio.

Fonte: CremonaFiere

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Lotta alla piralide del mais, maggiori opportunità di controllo sfruttando insetti ausiliari

La lotta contro la Piralide si esegue mediante interventi mirati al controllo delle popolazioni del fitofago; questi interventi possono essere: chimici, biologici ed agronomici. Accanto agli interventi agronomici come la scelta di varietà maggiormente resistenti, la gestione dell'epoca di semina e una corretta rotazione, si espande l'uso, in certe condizioni, di insetti ausiliari capaci di interagire con il ciclo biologico del lepidottero.
Numerosi bollettini settimanali relazionano sull' andamento del monitoraggio della popolazione e dello sviluppo della Piralide (Ostrinia nubilalis), il lepidottero parassita privilegiato del mais;essi  segnalano che:

– negli ambienti maidicoli del nord Italia, anche per questa campagna, la prima generazione ècresciuta in modo abbastanza uniforme, nonostante l'andamento climatico decisamente piovoso;

– in gran parte dell'area a fine giugno sono presenti sia le larve di 4a etàdella prima generazione che gli adulti di 2a generazione. Il ciclo dell'insetto appare maggiormente rallentato solo nell'ovest Lombardia ed in Piemonte.

I danni causati alle coltivazioni dalla prima generazione della piralide sono in Italia generalmente inferiori a quelli arrecati dalla seconda generazione del lepidottero.

Gli adulti di 2a generazione generalmente sfarfallano dalla prima metàdel mese di luglio fino ad agosto e le larve, appena nate dalla deposizione delle uova in tale periodo, per nutrirsi, penetrano nella pianta prima e nella spiga poi, infestano le cariossidi, provocando sia una forte diminuzione della produzione finale che un peggiorato quadro sanitario complessivo che predispone ad attacchi di funghi e batteri, alcuni dei quali responsabili della produzione di tossine, nocive sia per l'uomo che per gli animali.

Il controllo delle infestazioni èfondamentale per ottenere produzioni elevate di granella di alta qualitàe con contenuti in tossine nei limiti stabiliti dalla legge.

Le infestazioni di Piralide possono essere controllate con interventi chimici e biologici.

I bollettini settimanali citati sono il risultato del "Programma per il Monitoraggio e Controllo della Piralide" promosso e messo a punto da vari enti regionali oltre che da societàspecializzate nell'agrobusiness.

L'obiettivo del programma èl'individuazione del momento migliore per effettuare i trattamenti con i vari mezzi a disposizione.

Lotta chimica
In Italia consiste normalmente in un intervento alla comparsa degli adulti di 2a generazione, con prodotti che possano controllare sia le uova appena deposte, sia le larve schiuse da deposizioni precoci, sia gli stessi adulti deponenti. La lotta chimica segue i criteri della lotta guidata ed integrata; pertanto si devono installare reti di trappole di monitoraggio per valutare la consistenza della popolazione ei periodi di volo.

Lotta biologica
Nella lotta contro la Piralide cominciano a farsi strada efficaci metodi di lotta che sfruttano preparati a base di spore di Bacillus thuringiensis ssp. var. kurstaki e femmine adulte di Trichogramma brassicae, un imenottero parassitoide, oofago che depone le proprie uova all'interno delle uova deposte dalla piralide che risultano quindi sterili.

Il Trichogramma brassicae puòessere immesso, in appositi contenitori, che contengono uova in fase di schiusa.

Ricerche di campo su metodi, applicabilità e convenienza della lotta biologica e le informazioni dei produttori[1]inducono a considerare la lotta chimica e la lotta biologica ormai confrontabili sia sul piano economico che sul piano dell’efficacia, sino ad affermare che in particolari condizioni climatiche la gestione con insetti ausiliari èpiùefficace di quella chimica.

La lotta biologica èpreferibile dal punto di vista ambientale e del consumo umano, in quanto comporta la massima riduzione nell'uso dei pesticidi, il controllo di specie resistenti ai pesticidi e il contrasto di pullulazioni fitofagi secondari (acari, afidi). Inoltre non presenta alcun impatto sull'entomofauna utile selvatica, non ha effetti fitotossici sulle colture, non presenta tempo di carenza e consente di avere ambienti di coltivazione sani e produzioni agricole senza residui.

Impiego della biotecnologia
Una valutazione a parte deve essere fatta sull'utilizzo di mais transgenico. Si tratta di varietàdi mais ibrido il cui corredo genico èstato ricombinato in laboratorio col patrimonio genetico di Bacillus thuringiensis ssp, per ottenere dal mais la codificazione  della tossina attiva contro le larve di piralide.

La tecnica del DNA ricombinante ha consentito di arrivare a tale risultato.

Negli Stati Uniti le varietàdi mais transgenico (OGM) vengono regolarmente seminate su ampie superfici per difendere le produzioni dalle infestazioni. In Europa e in Italia, a causa di un quadro normativo in continua evoluzione non sono consentite semine diffuse ma solo sperimentazioni per fini di ricerca. Èinfatti consentita la semina solo di alcune varietà, preventivamente autorizzate e nel rispetto di regolamenti emessi dalla UE a garanzia del consumatore, delle produzione biologiche e di quelle che dichiarano la non contaminazione da materiali OGM.



[1] Vedere attivitàe pubblicazioni IOBC – International Organisation for Biological Control of noxious animals and plants – sezione West Palearctic Regional Section (WPRS), ente sovranazionale che cura i protocolli di verifica del biologico http://www.iobc-wprs.org/

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IPM – Integrated Pest Management. Affrontare la gestione integrata delle infestazioni

Sono stati di recente pubblicati gli atti del congresso internazionale “Pesticide Use and Risk Reduction for future IPM in Europe” (Uso di pesticidi e riduzione del rischio per una futura gestione sostenibile dei parassiti in Europa) tenutosi a Riva del Garda (TN) dal 19 al 21 marzo scorso. È stato un evento internazionale di gran rilievo che ha affrontato le possibili soluzioni strategiche per avviare la Gestione Integrata delle Infestazioni (IPM in inglese), passando, così, da un’agricoltura vecchio stile, basata sull’impiego di quantità elevate di energia fossile e sull’uso massiccio di pesticidi, a una agricoltura più rispettosa dell’ambiente e della biodiversità, come richiesto dall’applicazione della direttiva europea 2009/128/EC e dalla sua prossima attuazione da parte degli stati membri (al 31.12.2013).

Il convegno è stato strutturato in diverse sessioni, spesso parallele per poter toccare molti argomenti in un tempo relativamente breve. Largo spazio è stato dato alla ricerca, ai casi studio, alle proposte e ai suggerimenti. Non è mancata la sezione completamente dedicata al commerciale, dove ditte diverse hanno potuto presentare le proprie novità. Dall’analisi dello stato attuale generale si è passati all’esame di casi studio delineando sviluppi e possibilità future. Per l’Italia, la presentazione dello stato dell’arte nella lotta integrata ai parassiti vegetali è stata effettuata, tra gli altri, da Mariangela Ciampitti, del Servizio Fitosanitario Regione Lombardia, in forza all’ERSAF; mentre la relazione su come l’Italia intende implementare la Direttiva Europea 2009/128 è stata effettuata da Tiziano Galassi del Servizio Fitosanitario della Regione Emilia Romagna, in collaborazione col Ministero dell’Agricoltura. Tra gli Enti che si pongono come referenti nel cambiamento per l’Italia si è presentato il Centro collegato alla Facoltà di Agraria dell’Università di Padova, Agripolis.

Nella sessione dedicata a modelli e indicatori si trovano sia quelli impiegabili direttamente per la simulazione della perdita di raccolto, sia quelli mirati a sorvegliare la potenzialità di avvelenamento. Quest’ultimo modello è stato presentato da Laura Settimi dell’Istituto Superiore di Sanità.

La sezione dedicata all’ingegneria ecologica e ambientale presenta interventi che mirano a illustrare l’ottimizzazione del meccanismo di controllo di parassiti e malattie. Nella sezione dedicata ai modelli per la previsione di infestazione da parassiti e malattie sono state considerate coltivazioni di albero da frutto, fiori, rose in particolare, e girasoli. Vittorio Rossi dell’Università di Piacenza, ha illustrato vari tipi di modelli con relativi limiti e pregi. È stato dato anche spazio al supporto fruibile via web, utile soprattutto a quanti, a seguito delle previsioni ricevute dall’impiego dei modelli, debbano prendere una decisione su come muoversi successivamente. In particolare, Tito Caffi, dell’Università di Piacenza, ha illustrato una possibilità di supporto on-line per il comparto viticolo. Un’intera sessione è stata dedicata alla strumentazione tecnica: tipologia, impiego, efficacia e costi di funzionamento. Uno studio sullo Scaphoideus titanus, vettore della flavescenza dorata della vite, contro cui è obbligatoria la lotta, è stato presentato da Valerio Mazzoni della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (TN).

Una sessione ha preso in considerazione i bioinsetticidi e i derivati vegetali. Tito Caffi ha illustrato alcune soluzioni per il comparto viticolo, mentre Luca Riccioni del CRA-PAV ha illustrato soluzioni per i semi di lenticchie, piselli, ceci, fagioli, riso e grano.

Una sessione è stata dedicata ai prodotti semiochimici. Si tratta di:

1) feromoni ovvero messaggeri chimici che agiscono tra individui della stessa specie, la cui interazione è detta relazione intraspecifica;

2) allelochimici ovvero messaggeri chimici che agiscono tra specie diverse, talvolta regni diversi; tale interazione è detta relazione interspecifica.

Si riportano casi e risultati ottenuti in tutto il mondo e, in specifico, l’esempio di SUTERRA, ditta produttrice di semiochimici, che illustra l’efficacia di due suoi prodotti nella lotta contro lepidotteri ed emitteri (Rincoti) e contro la mosca della frutta.

La lotta integrata ai parassiti passa anche per la selezione dei materiali di propagazione. Riccardo Velasco, della Fondazione Edmund Mach, illustra il caso della vite, dei risultati ottenuti e delle sue applicazioni in territorio alpino. Considerata poi l’importanza dell’applicazione pratica, una intera giornata è stata riservata alle ditte produttrici che hanno illustrato i loro nuovi prodotti e proposto le loro strategie di intervento.

Il congresso si è chiuso con una riflessione sulla direttiva europea 2009/128/EC e sul Piano Nazionale di Attuazione (PAN), avviato in Italia. Importanti e utili i 160 poster presentati, la cui documentazione è inclusa negli atti. L’Università di Milano ha presentato un poster con risultati attenuti sull’efficacia del modello euristico EPI (Etat Potentiel d’Infection) nel monitorare e prevedere la necessità di trattamento contro Plasmopara viticola, la peronospora della vite. Lo studio, effettuato tra il 2008 e il 2013, ha dimostrato la buona attendibilità del modello.

Per saperne di più: Gli atti completi

Fonte: Future IPM in Europe