Progetto BIOVITA, contributi alla salvaguardia della biodiversità in agricoltura
Lo scorso 18 Giugno si è tenuto il Workshop conclusivo del progetto strategico “Biodiversità e agroalimentare: strumenti per descrivere la realtà italiana – BIOVITA” realizzato tra il 2008 e il 2013 dal CRA NUT – Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (ex INRAN) – in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Obiettivi del progetto sono state la valorizzazione, promozione e diversificazione delle colture al fine di salvaguardare le produzioni tipiche legate all’ambiente geografico. Il progetto di durata triennale, prorogato di 18 mesi, è stato avviato nella sua fase operativa nel giugno 2008.
Le condizioni agro-pedo-climatiche dell'Italia, anche per la sua collocazione geografica, permettono una notevole biodiversità sia nelle piante spontanee che coltivate.
Il mantenimento della biodiversità agricola è legato non solo al numero delle specie esistenti, ma anche alla diversità genetica all’interno di esse. Nel corso degli anni si è assistito al progressivo affermarsi di quelle specie e varietà vegetali ed animali che, per le loro caratteristiche di elevata produttività e resistenza, rispondevano alle necessità imposte da una moderna agricoltura/allevamento: si è così determinata la progressiva scomparsa, o il forte ridimensionamento, di genotipi ritenuti non interessanti dal punto di vista della produzione.
Il lavoro del progetto, organizzato in azioni verticali e orizzontali interconnesse tra loro, è stato indirizzato allo studio di prodotti a marchio di origine protetta e prodotti tipici tradizionali. Sono state esaminate le valenze salutistiche di prodotti tipici, la relazione tra caratteristiche sensoriali e qualità percepita dai consumatori e l’influenza degli stili di vita sulle preferenza dei consumatori. Infine, sono stati presi in esame i fattori pre e post raccolta, le pratiche agricole utilizzate e le modalità di conduzione dell’allevamento.
Gli obiettivi specifici perseguiti volevano mettere in grado i ricercatori di valutare se:
- i prodotti sia di origine vegetale (ortofrutticola) che animale (ittica e lattiero-casearia) ottenuti con differenti metodi di produzione possano avere caratteristiche intrinseche, sino ad ora non considerate, che li rendano comunque distinguibili e diversi da analoghi comuni;
- il tipo di alimentazione animale influenzi la materia prima e conseguentemente i prodotti derivati;
- le condizioni di post raccolta, quali conservazione e tipologia di trasporto, influenzino la qualità nutrizionale dell’alimento.
Il progetto organizzato in work package (WP, pacchetti di lavoro) strettamente interconnessi tra di loro ha previsto lo studio di:
a) prodotti a marchio di origine controllata;
b) prodotti tipici tradizionali;
c) fattori pre e post raccolta;
d) pratiche agricole e di allevamento.
I risultati evidenziati dal progetto possono rappresentare un punto di partenza per la valorizzazione e per lo sviluppo di prodotti locali con probabili vantaggi di tipo economico e sociale. In un’ottica di sviluppo sostenibile l’obiettivo della salvaguardia dell’ambiente, e quindi delle risorse non rinnovabili, è divenuto prioritario, rispetto ad altri, al fine di promuovere lo sviluppo per il mantenimento e l’implementazione del sistema agro-alimentare italiano.
Altro punto di forza dello studio è la promozione di produzioni agro-alimentari ai fini del marketing nazionale e internazionale ed ai fini della tutela del consumatore, che come è noto, manifesta sempre maggiori esigenze in merito alla qualità nutrizionale del prodotto.
Tutti i dati ottenuti, riportati in una apposita pubblicazione:
– forniscono una “fotografia” della qualità nutrizionale e degli aspetti salutistici dei prodotti studiati e contribuiscono a dare ai consumatori una maggiore consapevolezza sulla qualità, intesa come valore aggiunto dei prodotti ottenuti con differenti sistemi di produzione agricola e di allevamento;
– sostengono e valorizzanoi prodotti tipici, oggetto della ricerca, non delocalizzabili, e l’economia locale e territoriale, atto che va nel senso della protezione dell’occupazione e del reddito in diverse aree dell’Italia;
– possono essere utili per favorire il posizionamento dei prodotti sul mercato nazionale ed internazionale;
– consentono un proficuo aggiornamento della Banca dati e delle tabelle di composizione degli alimenti (ex INRAN).
Infine, l’insieme di questi risultati permette di delineare ulteriori azioni di intervento per la valorizzazione e il mantenimento dellabiodiversità dei prodotti agro-alimentari italiani.
Allegati:
Progetto Biovita: sintesi dei risultati
Workshop "Biodiversità e agroalimentare: strumenti per descrivere la realtà italiana": presentazione e abstract delle relazioni
Fonti: CRA; FreshPlaza; resapubblica.it