Si è concluso APICE, il progetto europeo cui ha partecipato la Regione del Veneto

Il progetto europeo APICE:  strategia comune del Mediterraneo per l'attuazione di Azioni concrete a livello locale per la mitigazione delle Emissioni nei Porti, nelle Industrie e nelle Città, si è concluso, dopo 3 anni di intenso lavoro,  il 28 febbraio 2013.

Venezia e Genova, insieme a Barcellona, Marsiglia e Salonicco hanno sviluppato una metodologia condivisa per la determinazione e la gestione dell’impatto derivante dalle attività portuali sulla qualità dell’aria urbana. Nella Regione Veneto è stata ARPAV, l'Agenzia Regionale di Protezione Ambientale del Veneto.

Nell’area veneziana, APICE ha permesso di stimare il contributo delle emissioni portuali sui livelli di concentrazione di polveri fini. Le azioni di intervento valutate hanno riguardato in particolare interventi sulle emissioni delle navi passeggeri che interessano Venezia insulareI risultati principali relativi all'area veneziana sono disponibili nella pubblicazione:

Tutti gli studi condotti nel corso di APICE sono disponibili nella sezione "Risultati finali"

Per conoscere in dettaglio la Qualità dell’aria nella laguna  Venezia, leggi il documento allegato: “Qualità dell’aria nella laguna di Venezia. APICE: verso la riduzione dell’inquinamento atmosferico”. A cura di Elena Gissi e Tiziana Quaglia

Progetti europei in “Urbanistica e Paesaggio” con la partecipazione della Regione Veneto

1) CABEE
Progetto CABEE – Capitalizzazione delle esperienze di valutazione degli edifici alpini.
(Programma di Cooperazione territoriale europea ‘Spazio Alpino’ 2007-2013)

Il progetto mira alla definizione di linee guida alpine relative alla realizzazione ed utilizzo di edifici a basse emissioni e alla integrazione a livello di distretto energetico nell'ambito degli ecosistemi montani e della rivitalizzazione del territorio. CABEE capitalizza la conoscenza da progetti UE terminati o in corso, concentrandosi sulla creazione di linee guida e strumenti che siano di libero accesso e operabili a basso costo in tutti gli Stati Europei e le loro regioni.

Le attività pilota saranno sviluppate nelle diverse regioni coinvolte dal progetto relativamente agli appalti pubblici, al comportamento degli utenti e alla eco-valutazione del patrimonio edilizio pubblico o convenzionato. L'integrazione di micro reti energetiche intelligenti verrà testata e i bacini di mercato per edifici a basse emissioni valutati in collaborazione con istituzioni e PMI.

Tra i Partner: la Direzione Urbanistica e Paesaggio della Regione del Veneto

Durata: 1 luglio 2012 – 30 giugno 2015

Per saperne di più: 
www.regione.veneto.it/web/ambiente-e-territorio/cabee

http://cabee.regio-v.at/

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2) Progetto RURBANCE.  2012- 2015

Strategie per l’elaborazione di politiche inclusive urbano-rurali nei territori alpini

l progetto si occupa di politiche territoriali volte a favorire le relazioni fra le aree urbane e le aree rurali nelle valli prealpine dove si riscontrano elevati problemi in termini di frammentazione territoriale, perdita di biodiversità, degrado del paesaggio. Il progetto RURBANCE vuole, attraverso l'attuazione di modelli di governance,  coinvolgere tutti i soggetti interessati e spingerli a superare la divisione nell’ambito delle politiche settoriali (piani urbanistici, politiche agricole, ecc.).

Inizio del progetto: ottobre 2012; durata 32 mesi

Budget totale: 2.482.000 €

Pacchetti tematici di lavoro:

– Capitalizzazione delle conoscenze esistenti

– Sviluppo di strategie intercomunali

– Pianificazione e capacity building

– Sviluppo di territori competitivi

– Trasferimento di conoscenza a diverse scale

Inoltre: Gestione del progetto, informazione e promozione

Tra i partner la Regione Veneto
www.regione.veneto.it/web/ambiente-e-territorio/progetti-europei

Per saperne di più
www.rurbance.eu/

L’acqua, umile, preziosa, casta

Fornire un’acqua potabile eccellente, ovvero, umile (proviene dalla terra e dalle falde acquifere), preziosa (cioè vitale), casta (pura e di elevata qualità): potrebbe essere così riassunta la mission dei gestori del servizio idrico integrato. Una sfida antica e nello stesso tempo moderna, un servizio per la collettività che permette di offrire a tutti l’acqua, bene comune, vigilando sulla sua qualità grazie a professionalità, competenza e tecnologia.

Nel Cantico delle Creature San Francesco utilizza tre aggettivi per l’acqua: umile, preziosa e casta. Il primo aggettivo proviene dalla parola latina humus, che significa terreno: l’acqua proviene dalla terra e ad essa ritorna ciclicamente. Secondo il Santo di Assisi, l’acqua è poi preziosa, vitale, centrale per la vita di ogni essere vivente. Motivo quindi di lode al Creatore: una risorsa da custodire come un tesoro. Ed infine l’acqua è, o dovrebbe essere, casta, incontaminata, pura. Tre aggettivi che hanno sulle spalle più di ottocento anni (il Cantico è stato presumibilmente scritto nel 1226), ma che risultano ancora attualissimi. Gli utenti finali del servizio idrico, siano essi cittadini, famiglie o imprese ancora oggi riconoscono nell’acqua una risorsa preziosa, ma soprattutto richiedono una qualità elevatissima. A guardia della purezza e della “castità” dell’acqua molti gestori del servizio idrico hanno creato negli ultimi anni laboratori ad alta tecnologia responsabili del controllo – dal punto di captazione (pozzo, sorgente) fino al consumatore finale – della qualità di questo bene comune, umile ma prezioso. Risale al 1996, ad esempio, l’intuizione di creare il Centro Idrico Novoledo a Villaverla, nell'area di captazione, una joint venture con il compito di effettuare il rilevamento dei parametri idrogeologici, idraulici, biologici, chimici e chimico-fisici che caratterizzano il sistema idrologico "Astico – Bacchiglione" (utilizzato per l'approvvigionamento idropotabile dagli acquedotti di Vicenza e Padova). L'azienda effettua il "controllo gestionale interno" sulla qualità dell'acqua distribuita nelle due città e su quella erogata da altri importanti acquedotti del Veneto. Nel corso degli anni il Centro si è trasformato da semplice laboratorio di analisi in un vero e proprio centro di competenze, specializzato in indagini idrogeologiche ed idrochimiche, ma ha anche sviluppato, assieme al Dipartimento ICEA dell’Università di Padova, modelli matematici avanzati ed innovativi per descrivere il deflusso idrico sotterraneo negli acquiferi dei bacini “Astico-Bacchiglione” e “Brenta” e ne simulano il comportamento a fronte di situazioni idrologiche particolari quali scarsità di precipitazioni atmosferiche o prelievi elevati.

 Il Centro sorge presso l’Oasi Naturalistica di Villaverla, in provincia di Vicenza. L'Oasi naturalistica di Villaverla è uno dei più importanti "laboratori verdi" del nostro Paese. Qui l'uomo sta collaborando con la natura per riportare uno straordinario lembo di area umida di pianura all'aspetto che aveva prima dell'antropizzazione, ovvero prima dell'arrivo dell'uomo e della trasformazione che egli gradualmente ha operato per conquistarsi terra coltivabile là dove dominava una folta foresta planiziale. Da alcuni anni qui si sta facendo l'opposto: sono state bandite le colture agricole e vaste porzioni dell'Oasi sono state restituite al dominio incontrastato di quelle specie arboree ed arbustive che, secoli o millenni fa, ricoprivano non solo quest'area, ma l'intera Pianura Padana. Questo scrigno verde è destinato a proteggere e preservare un tesoro sotterraneo: l'acqua che "impregna" uno strato di ghiaia profondo sino a 140 metri, acqua che, è destinata ad alimentare l'acquedotto di Padova.

 Un acquedotto costruito originariamente dall’ingegnere Vincenzo Stefano Breda, protagonista della vita industriale e politica nazionale dell’interno paese durante la seconda metà del diciannovesimo secolo. Fu proprio il Breda ad immaginare e poi costruire il primo acquedotto che collegava Villaverla a Padova. Correva l'anno 1878 quando gli esperti incaricati di individuare la migliore fonte dell'acqua destinata ad alimentare un acquedotto per la città di Padova, si indirizzarono verso quella che oggi è l'Oasi di Villaverla. A tutta prima, l'idea di ricorrere ad una fonte così lontana non convinse tutti: esistevano alternative più vicine e lo stesso sottosuolo della città non è privo d'acqua. Vincenzo Stefano Breda, senatore e grande industriale, impose Villaverla e a ragione, vista la ricchezza e la qualità dell'acqua che quest'area garantiva e continua a garantire. L'acquisto del terreno da parte della Società Veneta, che aveva in appalto i lavori del nuovo acquedotto, venne formalizzato nel 1885 e l'anno successivo vennero infissi i primi 131 pozzi profondi da 8 a 25 metri.

Questi, tuttora in uso, fanno confluire l'acqua nelle due vasche sotterranee che alimentano la "Canaletta" che da oltre un secolo continua a trasferire l'acqua da Villaverla a Padova. Custode della castità dell’acqua patavina e vicentina è dunque il Centro Idrico Novoledo. Grazie a strumentazione d'avanguardia e a un’èquipe tecnica di prim'ordine, il Laboratorio è in grado di compiere più di trentamila controlli l'anno su tutti i parametri chimico-fisici e batteriologici dell'acqua, dal momento della captazione dalle falde fino all'erogazione dai rubinetti di casa: poche acque, comprese quelle commercializzate in bottiglia, sono tenute così costantemente e attentamente sotto controllo.

E gli esiti di questi controlli possono rassicurare tutti gli utenti del servizio idrico integrato. Come è possibile osservare dalla tabella sottostante, i principali parametri della qualità dell’acqua sono ottimi e contribuiscono a definire l’acqua eccellente dal punto di vista fisico, chimico e batteriologico.

Caratteristiche di Qualità Medie dell’acqua distribuita nei comuni di PAdova e Abano Terme – dicembre 2012 

parametro

u.m.

Valore misurato

V.d.P. D.Lgs. 31/2001

temperatura

°C

12,7

torbidità

NTU

0,2

(1)

attività ioni idrogeno

pH

7,5

(6.5 ÷ 9.5)

conducibilità elettrica specifica a 20 °C

μS/cm

450

(2500)

durezza totale in gradi francesi

Fr

26,1

(15 ÷ 50)

residuo conduttometrico

mg/l

305

ossidabilità secondo Kübel

mg/l

< 0,5

(5.0)

calcio

mg/l

68,5

magnesio

mg/l

22,0

sodio

mg/l

4,0

(200)

potassio

mg/l

1,0

cloruri

mg/l

8

(250)

nitrati

mg/l

15

50

solfati

mg/l

14

(250)

ammoniaca

mg/l

< 0,05

(0.50)

nitriti

mg/l

< 0,02

0.50

fluoruri

mg/l

< 0,1

(1.50)

cloro residuo

mg/l

0,03

(0.2)

fenoli totali

μg/l

< 0,05

cianuri totali

μg/l

< 0,5

50

solventi clorurati totali

μg/l

< 1

10

trialometani

μg/l

3

30

antiparassitari (singolo composto)

μg/l

< 0,10

0.10

antiparassitari totali

μg/l

< 0,50

0.50

benzene

μg/l

< 0,2

1.0

toluene, xileni, alchilbenzeni

μg/l

< 0,2

arsenico

μg/l

< 1

10

cadmio

μg/l

< 0,1

5,0

cromo totale

μg/l

1

50

ferro totale

μg/l

< 5

(200)

manganese

μg/l

< 1

(50)

nichel

μg/l

< 1

20

piombo

μg/l

< 1

25

rame

mg/l

< 0,1

1

Coliformi totali

in 100 ml

0

(0)

Escherichia coli

in 100 ml

0

0

Enterococchi

in 100 ml

0

0

Carica batterica a 37 °C

in 1 ml

3

Carica batterica a 22 °C

in 1 ml

2

Tra parentesi sono indicati i “valori di parametro” (V.d.P.) dei parametri indicatori di cui al D. Lgs. 31/2001