“Strategia Energetica Nazionale”, il decreto finale

Quattro gli obiettivi del documento di strategia energetica che il Ministro dello Sviluppo economico delle Infrastrutture e dei Trasporti Corrado Passera e il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini hanno approvato in questo mese di marzo, tramite Decreto Interministeriale. La Strategia Energetica Nazionale (SEN) è il frutto di un processo di consultazione pubblica, iniziata a metà ottobre con l’approvazione in Consiglio dei Ministri del documento di proposta e proseguita con il confronto fino a dicembre di tutte le istituzioni rilevanti: Parlamento, Autorità per l’Energia e Antitrust, Conferenza Unificata, Cnel, Commissione Europeae di oltre 100 tra associazioni di categoria, parti sociali e sindacali, associazioni ambientaliste e di consumatori, enti di ricerca e centri studi.

Una consultazione svolta online sul sito del Ministero dello Sviluppo ha tenuto conto degli oltre ottocento suggerimenti di cittadini e singole aziende.Rispetto al testo posto in consultazione ad ottobre sono stati recepiti numerosi contributi, quali una maggiore esplicitazione delle strategie di lunghissimo periodo (fino al 2050), in coerenza con la Roadmap di decarbonizzazione europea, e delle scelte di fondo per la Ricerca e Sviluppo; la quantificazione dei costi e benefici economici della strategia per il Sistema, in particolare per i settori elettrico e gas; definizione più precisa delle Infrastrutture Strategiche gas, con particolare riferimento al dimensionamento di nuovi impianti di stoccaggio e di rigassificazione, con garanzia di copertura costi in tariffa, necessari per garantire l’allineamento strutturale dei prezzi gas a quelli UE e a fare fronte alle accresciute esigenze di sicurezza delle forniture; una più precisa descrizione delle misure di accompagnamento alla cosiddetta grid parity delle Rinnovabili elettriche, in modo particolare del Fotovoltaico, una volta terminato il sistema incentivante attuale; una più precisa definizione degli strumenti previsti per accelerare i miglioramenti nel campo dell’efficienza energetica (es. certificati bianchi, PA, standard obbligatori, certificazione); una più chiara definizione dei possibili miglioramenti della governance del settore.

Nel documento sono anche proposte azioni d’intervento per le attività di ricerca e sviluppo tecnologico, funzionali in particolare allo sviluppo dell’efficienza energetica, delle fonti rinnovabili e dell’uso sostenibile di combustibili fossili. La SEN viene attaccata da parecchie associazioni ambientaliste quali Greenpeace, Legambiente e WWF e dalle associazioni delle rinnovabili. Contestano il fatto che il decreto sia emanato da un governo dimissionario e sostengono che stando a un primo esame la ”Strategia Energetica Nazionale” varata con il decreto interministeriale non è sostanzialmente modificata rispetto al documento originario; contestano poi soprattutto il fatto che venga tolto sostegno pubblico ai consumatori delle rinnovabili per darlo alla costruzione dei rigassificatori.

I ministri difendono il Decreto perché rappresenta la conclusione di un percorso di lavoro molto corposo ed efficiente, con proposte concrete e azioni concrete; i governi successivi potranno decidere di modificarlo o di intervenire segnatamente sul meccanismo di incentivazione delle rinnovabili e dell'efficienza energetica.

Scarica i documenti dal sito del Ministero:

1) Strategia Energetica Nazionale: per un’energia più competitiva e sostenibile (documento 2012)

2) Strategia Energetica Nazionale: per un’energia più competitiva e sostenibile (documento 8 marzo 2013)

Ministero dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del mare

 

 

Ricercatori italiani simulano una molecola preziosa per l’energia solare

Rendere economica una molecola che imita la fotosintesi delle piante per creare celle solari che producano combustibile “rinnovabile” e rispettoso dell’ambiente. E’ la ricerca condotta da Scienziati italiani della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste (SISSA). Si cerca di ottenere artificialmente catalizzatori inorganici, più veloci e resistenti di quelli naturali, che siano in grado di produrre energia che si possa facilmente trasportare e immagazzinare. Si tratta di una ricerca molto importante perché l’energia prodotta dai pannelli solari, sia termica che elettrica, deve essere utilizzata o immagazzinata immediatamente.

In natura le piante trasformano l’energia solare in zuccheri, vero carburante “verde”, attraverso la fotosintesi per la quale un ruolo chiave viene svolto dai catalizzatori, molecole che “tagliano e incollano” altre molecole e che nel caso specifico dell’acqua ossidano, cioè separano l’idrogeno dall’ossigeno. L’idrogeno che è un combustibile ma è molto difficile da gestire. viene utilizzato in una fase successiva in processi di sintesi che producono zuccheri da atomi di idrogeno e carbonio. Ma i tempi sono lunghi, basti pensare al tempo che impiega un albero per crescere. Da qui l'importanza della ricerca SISSA sui catalizzatori artificiali "green".

Per conoscerne i dettagli:
 http://www.sissa.it

Second life, la doppia vita delle stoviglie monouso in plastica. Presentati a Milano i risultati della ricerca promossa da Pro.mo

“Second Life – La doppia vita delle stoviglie monouso in plastica” è il titolo del convegno presentato oggi a Milano e promosso da Pro.mo, il "Gruppo Produttori Stoviglie Monouso in Plastica" di Unionplast, per coinvolgere i principali interlocutori del settore a confrontarsi sul tema della vita e soprattutto del fine-vita di piatti e bicchieri realizzati in diversi materiali. La ricerca è stata effettuata dal Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Trento. 

“Il nostro obiettivo è favorire una maggiore conoscenza e consapevolezza dell’impatto ambientale delle stoviglie monouso in plastica – spiega Marco Omboni, presidente di Pro.mo – per sensibilizzare e incentivare la propensione al riciclo, innescando quel circolo virtuoso che fa bene all’ambiente e all’economia allo stesso tempo”.

Lo studio analizza l’impatto ambientale di stoviglie realizzate con diverse materie prime, tra cui plastica, polpa di cellulosa e polilattide, e quello delle stoviglie tradizionali riutilizzabili, in porcellana o vetro. Lo studio è basato sull’analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assessment), ovvero il metodo oggettivo di valutazione dei carichi energetici e ambientali potenziali associati a un prodotto nel suo intero ciclo di vita, metodologia regolamentata dalle norme ISO della serie 14040.

La ricerca dell’Università di Trento sfata alcuni luoghi comuni sulla maggiore eco-sostenibilità di prodotti compostabili e/o biodegradabili e dimostra che l’impatto ambientale delle stoviglie tradizionali riutilizzabili non è così distante da quello delle stoviglie monouso in plastica, senza considerare i vantaggi che queste ultime hanno a livello di igienicità e praticità.

Leggi i risultati della ricerca su: 

http://pro-mo.org/data/uploads/comunicato-stampa.pdf