Cronaca di una visita
Le vie del centro storico di Padova hanno una fisionomia diversa, colorata e animata dai gazebo: ciascuno è connotato da un numero e da un titolo/ambito/dipartimento universitario. Centinaia di giovani, ricercatrici, ricercatori e studenti che indossano la maglietta con il logo dell’Università, sistemano i tavoli con provette, ampolle, PC fissi e mobili, monitor e schermi già attivi, generatori di onde, laser e magnetiche, piccoli robot già in funzione.
Tra i gazebo decine di persone con il giubbino giallo distribuiscono la mappa della manifestazione, altre camminano attente e disponibili per informazioni, altri ancora hanno il compito di vigilanza.
I visitatori di ogni età, dai più piccoli fino ai nonni si avvicinano curiosi, attratti in modo spontaneo da quanto vedono. Altri consultano la mappa con la posizione dei diversi gazebo e si dirigono verso quello che più li interessa.
Da osservatrice esterna provo a cogliere e registrare qualche situazione interessante. Mi fermo sotto il gazebo dedicato alla conoscenza dell’organismo umano: protagonisti un giovane ricercatore, una coppia di fratellini, un maschietto di circa sette anni che sta osservando e una bambina di tre anni che si spinge a toccare i tubicini che collegano due provette. Da un tubicino esce gorgogliano un liquido. La bambina si destreggia, vuole toccare e capire cosa succede. Il ricercatore la osserva e a un certo punto pone una domanda alla bambina: “hai per caso un po’ di tempo libero durante il giorno? Nel nostro laboratorio abbiamo bisogno di persone come te”. La bambina seria risponde “sono a scuola”! Il padre che silenziosamente osserva la scena conferma: “Sì è alla scuola dell’Infanzia fino alle 16.00”. Spero tanto che anche a scuola possa avere occasioni per “curiosare” nel mondo che la circonda.
Mi sposto sotto il gazebo del CISAS centro di Ateneo di Studi e Attività Spaziali “Giuseppe Colombo”, due ricercatori stanno montando un missile a scala adeguata per essere ben visibile e quattro ricercatrici stanno allestendo sui tavoli marchingegni che saranno a disposizione dei visitatori di tutte le età per osservazioni e sperimentazioni. Mi fermo a scambiare un saluto e mi trovo proprio di fronte a una “geologa spaziale”, si chiama Gloria e studia i campioni di rocce provenienti da diversi corpi celesti a noi vicini. Mi qualifico perché abbiamo in comune un pezzo di percorso di studi anche se io sono rimasta su questo pianeta. Mi conferma le analogie tra le rocce terrestri e quelle del nostro satellite naturale. I due corpi celesti hanno lo stesso patrimonio litico. Resterei qui volentieri ma tra poco iniziano le attività presso tutti i gazebo e mi incammino. Ma posso porse passare davanti a quello di robotica senza fermarmi? O a quello che espone nematelminti, platelminti, nematodi? Osservo con attenzione il contenitore trasparente che contiene la tenia o verme solitario e ascolto la bio fisiologa che spiega dove si trova, come si previene, come si cura….
Piccolo questo mondo, la mia méta è vicina e si occupa di ben altro!
Eccomi al gazebo di INFN, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Qui gli operatori sono equamente suddivisi per genere tre ricercatrici e tre ricercatori. Pardon uno mi corregge qualificandosi docente all’università di Firenze! Sembra giovanissimo. Siamo un gruppetto eterogeneo ad ascoltare con attenzione quanto racconta del lavoro di un Fisico Nucleare. Una liceale, due ragazzini ed io ex docente di scienze sperimentali. Alla fine del suo intervento, con la testa piena di onde elettromagnetiche, neutrini e onde gravitazionali, mi azzardo a dire “buchi bianchi”. Il professore mi guarda e con sicurezza afferma “Si tratta di speculazioni”. Certo in Scienze “speculare” è un’attività molto importante. Direi che la Fisica teorica è speculazione! Simmetria vorrebbe che, assodata l’esistenza dei buchi neri, di cui il docente ha parlato citando le onde magnetiche, si possa pensare ai buchi bianchi dai quali si può uscire/rimbalzando! Sì, conferma ma si tratta di speculazioni non ancora verificate. Unica certezza verificata e verificabile è la curvatura dello spazio tempo suffragata dalle equazioni matematiche. Il docente deve riavvolgere il nastro e fare il suo intervento parlando di onde e neutrini con un altro gruppo. Ringrazio, mi avvio riflettendo sull’asimmetria del tempo che sembra mono direzionale, non si può tornare indietro, e sull’asimmetria nell’universo. Da questi gazebo si esce sicuramente con più domande che risposte, domande che sono il fulcro della scienza sia teorica che sperimentale. E ci vuole anche fantasia per immaginare e poi verificare e i Sapiens lo fanno da sempre!
Alberta
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Science4All è un progetto realizzato dall’Università degli Studi di Padova, con il patrocinio del Comune di Padova e il contributo della Fondazione CARIPARO, che si è tenuto sabato 30 settembre 2023 nelle piazze cittadine.
Hanno collaborato alla realizzazione del progetto con proprie attività: AIRC, CNR, INAF, INFN, MUSME, CONSORZIO RFX, FONDAZIONE RICERCA BIOMEDICA V.I.M.M.
Media Partner Il Bo LIVE Università di Padova.